http://www.huffingtonpost.it
03/09/2014

Una nuova partita per l'egemonia sull'ordine mondiale è cominciata. O la si vince, o la si perde. Indietro non si torna
di Luca Diotallevi
Professore di Sociologia presso l’Università di Roma Tre

Davvero importante il pezzo del 2 settembre di Kissinger sul "Corriere della sera". La dichiarazione del punto di crisi raggiunto dall'ordine mondiale, sulla sua bocca, assume il valore di una corroborazione decisiva di un asserto sociologico e politologico diffuso, ma di per sé più debole. Inoltre il pezzo, per le sue interne contraddizioni, è un documento molto importante. Rappresenta allo stesso tempo la misura di dove possa giungere il vecchio pensiero realista se usato da uno dei suoi più grandi interpreti, e della soglia oltre la quale non riesce ad arrivare.

L'ordine occidentale è sì in crisi - come argomenta Kissinger -, ma nel corso del periodo del suo dominio si è istituzionalizzata la globalizzazione. Dunque, ormai, a meno che non avvenga anche una catastrofe economia e tecnologica globale, NON PUO' DARSI CHE UN ORDINE MONDIALE (non un certo numero di ordini regionali diversi, come ad un certo punto Kissinger ipotizza).

Come mostrano Ucraina ed Hong Kong (l'attacco al judicial di common law di HK da parte del PCC è forse ancora più grave di quello ad una democrazia sin dall'inizio promessa a metà), c'è una candidatura neoautoritaria a prendere la guida dell'ordine mondiale. Cina e Russia ne sono solo gli esempi più noti e più pericolosi. Non mancano i seguaci.

Dall'ordine mondiale non si torna indietro, a meno di catastrofi generali, dunque non c'è alternativa a combattere, non solo né innanzitutto militarmente, ma purtroppo forse anche militarmente. USA, Gran Bretagna ed est Europa hanno il coraggio di porsi questo problema. Italia, Francia e Germania no. (Speriamo non sia troppo tardi quando i fatti glielo imporranno)

P.s.: Lasciamo perdere Paolo VI che è un esempio troppo impegnativo, ma basta confrontare Papa Francesco con Pio XII (cfr. i suoi radiomessaggi durante la Seconda Guerra Mondiale) per rendersi conto delle profonde difficoltà in cui versa la Chiesa, anche una volta messi a tacere (solo momentaneamente?) opportunisti e fondamentalisti.

top