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Giovedì 12 Giugno 2014

#noworldcup arresti, scioperi e proteste

20 mandati di perquisizione, 10 persone trasportate in questura per essere interrogate e altre 8 arrestate è il bilancio delle operazioni giudiziarie 24 ore prima dei mondiali. Gli agenti hanno eseguito un vero e proprio raid nelle case degli attivisti, irrompendo nelle loro abitazioni alle sei del mattino e portandoli direttamente in questura. Si tratta di persone comuni, non dei temibilissimi black bloc come vorrebbero far credere alcuni mezzi di informazione, il che dimostra come il governo della Rousseff, leale suddito della FIFA, abbia deciso di usare il pugno di ferro contro chiunque esprima una critica o dissenso nei confronti degli effetti dei mondiali. Effetti disastrosi che hanno solo acuito l’impoverimento delle fasce deboli della popolazione, garantendo profitto ai soliti pochi, hanno portato distruzione e cementificazione, facendo un uso del tutto illecito dei soldi pubblici. L’operazione di ieri, condotta anche con la partecipazione del Dipartimento Repressione dei Crimini Informatici (DRCI), ha coinvolta una giornalista, un cameraman e l’avvocata dei diritti civili Eloisa Ramos, la quale ha da sempre difeso gli attivisti fermati durante le proteste contro i mondiali. In manette è finita anche Elisa Quadros che qualche ora dopo doveva testimoniare in tribunale contro due agenti della Polizia militare, il maggiore Fabio Pinto Gonçalves e il tenetente Bruno Ferreira, accusati di aver fabbricato false prove per arrestare alcuni attivisti durante le manifestazioni contro la Confederations Cup nel giugno 2013. Diverse abitazioni sono state perquisite senza che i proprietari fossero presenti e gli agenti della DRCI hanno sequestrato computer, chiavette USB e hard disk esterni: probabilmente erano alla ricerca di qualsiasi appiglio per dimostrare che le persone incriminate hanno osato criticare i mondiali.

Le motivazioni di questi arresti non sono nemmeno chiare dato che grazie alle leggi speciali sul terrorismo la polizia non è tenuta a fornire alcun chiarimento riguardo le accuse. È evidente però che gli arresti preventivi di ieri, che si sommano alle altre decine di misure cautelari e arresti, mirano a intimidire gli attivisti e a porre un freno alle manifestazioni previste per oggi in tutto il paese in concomitanza con la festa d’inaugurazione del campionato. Un tentativo del tutto futile dato che gli organizzatori hanno ribadito la loro ferma volontà a scendere in piazza, anche per i loro compagni arrestati.

Inoltre da mezzanotte ha preso via lo sciopero di 24 ore nei tre principali aeroporti di San Paolo. I lavoratori chiedono migliori condizioni lavorative, un adeguato orario e un aumento salariale. Lo sciopero è stato indetto dopo nove mesi di trattative, senza alcun esito, con i sindacati padronali.

In questo clima di terrore, con soldati che hanno militarizzato le città, arresti arbitrari e  per delitti d’opinione e persone lasciate in mezzo alla strada, tra qualche ora inizierà la cerimonia d’apertura dei mondiali 2014. Di fatto però non c’è nulla da festeggiare.

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