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9 maggio 2014

La ripresa della Grecia è vera…ma solo nella propaganda elettorale.
di Francesco Moretti

Tornando in Grecia dopo la mia brave permanenza in Italia, grazie al ponte del venticinque aprile e primo maggio, ho avuto modo di incontrare molti italiani che come me hanno viaggiato in nave. Questo lungo viaggio mi ha dato modo di saggiare l’idea che i media hanno costruito in Italia rispetto alla Grecia. Alcuni andavano per la prima volta a visitare la Grecia, altri vi erano già stati in passato e altri ancora, come me, ci vivono. Quasi tutti, una volta scoperto che vivo in Grecia, mi hanno chiesto conferma di ciò che viene detto in Italia ovvero “che la situazione economica sta migliorando proprio grazie al programma di austerity imposto dalla Troika”. Molti di loro sono rimasti stupiti nell’apprendere che la verità è esattamente opposta a ciò che viene detto in TV.

Alle volte, non bisogna essere necessariamente turisti per vivere in un mondo separato dalla realtà, per esempio, parlando con una signora italiana che vive in Grecia, mi sono accorto che non ha una chiara idea di ciò che è successo nel paese in cui vive da anni.

Tra i tanti che ho incontrato, molti non avranno avuto l’occasione di verificare le catastrofiche situazioni sociali che sono ormai una verità quotidiana in questo paese, perché movendosi in un contesto turistico, la Grecia può dare l’idea di essere un paese “normale”.

Il turismo infatti è uno dei rarissimi settori che non ha avuto un crollo totale.

Per esempio, se si visitano le isole e come è normale si alloggia in hotel e si frequentano ristoranti si ha un’idea di questo paese completamente opposta. Sembra infatti un posto dove c’è lavoro, che ha grande passaggio di turisti e dove girano parecchi soldi. Un turista non informato oppure informato dai media del proprio paese, è difficile che sappia che il personale dell’albergo in cui soggiorna riceve una busta paga di 512 euro mensili e di 420 se è un giovane lavoratore, che non esiste più da tempo la tredicesima e tanto meno la quattordicesima e che i soldi che il turista spende, spesso non restano neanche sul territorio perché sempre più spesso le strutture turistiche sono in mano a multinazionali estere che portano i propri guadagni oltre confine. Questo insieme di fattori, che non cambia l’aspetto esterno dell’offerta turistica e quindi è invisibile per il fruitore, è ciò che viene chiamato “competitività” ed è l’obbiettivo che il governo e la Troika portano avanti da anni. Ciò che progressivamente sta impoverendo la società è il fatto che i soldi che arrivano anche grazie al turismo restano in mano a pochissime persone.

Rendere sempre più difficile la vita del piccolo imprenditore locale a vantaggio del grande investitore estero. Questo sta succedendo in Grecia. Ogni giorno vengono votate e approvate leggi che permettono nuove possibilità al grande investitore, vengono tolti vincoli naturalistici e paesaggistici, depenalizzati i reati ambientali, cancellati i diritti del lavoratore, tagliati i servizi pubblici.

Che l’investitore sia una multinazionale o un grande investitore nazionale non cambia di molto, è la struttura di questo tipo di società che viene privilegiata. La nuova logica è quella di usare il territorio come base per investimenti che porteranno i loro frutti altrove. Mentre in un recente passato, la struttura turistica era gestita da coloro che vivono sul territorio e i profitti venivano reinvestiti nel locale, da ora in poi, i locali saranno solo dei dipendenti malpagati che avranno in tasca lo stretto necessario per sopravvivere.

Se questo turista è fortunato e non deve passare da nessuna delle strutture ospedaliere greche, sarà difficile accorgersi dei pesanti tagli al personale e alle spese ospedaliere o dei sovraffollamenti nelle corsie dovuti alle chiusure di molte strutture sanitarie. Difficile anche intuire la disperata situazione in cui versa l’istruzione. In poche parole, la tragica ristrutturazione a cui è sottoposto il paese è trasparente agli occhi del turista.

L’informazione che la Grecia si sta riprendendo è falsa. Purtroppo non è così e non vi è neanche prospettiva che si riprenda in un prossimo futuro. Tutti gli indici che potrebbero segnalare una ripresa vera della situazione economica sono negativi, a cominciare dalla disoccupazione che è essendo in costante ascesa fa precipitare i consumi.

Ma dire che in Grecia le cose vanno un po’ meglio fa parte del piano. Anche questa è campagna elettorale, tra poco ci saranno le elezioni in Europa e quello che in Italia si presenta come “il nuovo” in Grecia è visto come il vecchio e il disastroso.

Qui in Grecia abbiamo già avuto un primo ministro di centro sinistra, non ricordo se anche lui andava al lavoro in bicicletta o indossava i “Ray Ban” ma di sicuro andava a parlare alla Merkel e prendeva le direttive su come portare avanti la politica interna, si chiamava Georgos Papandreou e aveva un partito con una percentuale altissima. Adesso non se ne sente più parlare e il suo partito Pasok è al 5%, nonostante questo continua ad essere parte del governo e a comandare, al posto di Papandreou c’è da tempo Samaras come primo ministro, ma la politica è la stessa. Tutto quello che è stato fatto fino ad oggi ha portato alla distruzione della Grecia e pensare che invece è stato motivato come “salvataggio”.

Basti pensare che tre anni fa, all’inizio della crisi questo paese aveva un debito del 120%, adesso dopo anni di macelleria sociale questo debito è salito al 175% e le previsioni più rosee ci informano che solo dopo il 2020 potrebbe tornare al 120%. Ma la situazione sarà uguale al punto di partenza solo rispetto al debito, la Grecia invece sarà socialmente devastata, privatizzata e le saranno state succhiate tutte le risorse che aveva.

Il governo italiano deve in qualche modo invogliare il proprio popolo ad accettare e digerire ciò che andrà tra breve a fare. Appare infatti sempre più evidente che con la Grecia si è voluto sperimentare un modello economico che verrà presto applicato ad altri stati, tra cui l’Italia. È veramente stupido e ridicolo continuare a ripetersi “L’Italia non è la Grecia…l’Italia ha l’industria…” per sentirsi tranquilli. Dov’è questa industria che dovrebbe avere? Purtroppo, invece, l’Italia e la Grecia sono due paesi che si assomigliano sempre di più. Nella loro recente storia hanno avuto come primi ministri Papadimos e Monti, due controfigure dalla finanza internazionale, messi a governare senza passare dalle elezioni. Poi, guarda caso, finita l’epoca dei tecnocrati sia in Italia che in Grecia sono saliti al governo destra e centro sinistra insieme, uniti improvvisamente dalla preoccupazione di “salvare il paese”.

Con grande risalto è stata diffusa la notizia che la Grecia finalmente torna sui “mercati”, è forse una cosa positiva questa? È forse stato detto come? Alla Grecia questo ritorno sulla scena dei mercati costerà un sacco di soldi. Sarà un affare per gli altri a cui verranno pagati interessi altissimi per i titoli di stato e le relative assicurazioni legate ad essi. Non certo per i milioni di disoccupati. Ma anche questa è propaganda elettorale, non potendo sventolare un vero miglioramento delle condizioni sociali, propagandano il ritorno sui mercati.

Come ogni crisi economica che si rispetti, sia quella greca che quella italiana hanno fatto piazza pulita della classe media, dividendo la società in due estremi: ricchi e poveri.

Quindi, basterà rivolgere lo sguardo verso coloro che dalla crisi hanno guadagnato e distoglierlo da tutti gli altri che invece rasentano l’indigenza per far sembrare che la Grecia è in fase di ripresa. C’è solo un piccolo particolare che non bisogna sottovalutare, coloro che stanno male sono molto di più di coloro che stanno bene.

Chiudo la mia riflessione mostrando due fotografie estremamente recenti, sono due immagini riprese negli stessi giorni in due luoghi diversi della Grecia, distanti tra loro solo poco più di cento chilometri, ma nella realtà sociale che mostrano la distanza è enorme e incolmabile. Una è la ressa provocata ad Atene durante una protesta di venditori di frutta e verdura dei mercati rionali. I venditori hanno organizzato una distribuzione simbolica di frutta e ortaggi gratis. All’appuntamento si sono presentare migliaia di persone che sono rimaste accalcate una sull’altra per ore nel tentativo di portare a casa un cesto di insalata o un chilo di mele.

L’altra riguarda l’esposizione dei super yacht a Nafplio, dove con tanto di moquette rossa srotolata sul molo venivano messi in mostra barche da milioni di euro, in gran parte battenti bandiera greca e destinate ai super ricchi. Nei giorni di esposizione si potevano prenotare soggiorni in vista della vicina stagione balneare. Solo per visionare gli interni e decidere su quale trascorrere le proprie vacanze era richiesto un biglietto di 150 euro, spiccioli se confrontati con le migliaia di euro richiesti per ogni giorno da spendere a bordo.

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