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16 giugno 2014

L’incredibile e la speranza
di Nikos Raptis
traduzione di Giuseppe Volpe

Questo testo è indirizzato a tutti gli statunitensi, ma specialmente alla seconda e terza generazione di greci statunitensi e ai loro figli.

Sono le dieci di mattina di lunedì 16 giugno, ad Atene, Grecia.

L’incredibile

Il reverendo Basil Varvelis ha quarantaquattro anni. E’ segretario del Patriarcato [1] della Chiesa Cristiano-Ortodossa ad Alessandria d’Egitto. E’ un prete cristiano. E’ greco.

Quella che segue è una traduzione, mia, di un post di Varvelis su Internet, così come è stato riprodotto oggi sul ‘Giornale dei redattori’ [“Ef-Syn” un quotidiano di Atene].

Mia madre [era] una donna delle pulizie, [io sono] figlio e nipote di donne delle pulizie. Le case in cui lavorava sei giorni alla settimana erano [lasciate] brillanti e immacolate e il settimo giorno, domenica, (nella sua ‘giornata libera’) doveva pulire la nostra casa e noi, cucinare per preparare un pasto caldo, lavare la biancheria e metterla ad asciugare, stirare, coccolarci e riposare. Questa è mia madre!

Queste donne di Peristeri [2], le madri dei nostri amici che si alzavano all’alba con lo stomaco vuoto, lasciavano i loro figli per strada per poter raggiungere Ekali, Filothei, Psychiko [3], nel freddo, nella neve, nel caldo, per diventare “para-lavoratrici” [domestiche], come le definivano le “Signore”, per poterci allevare con le loro paghe a giornata, istruirci, rendersi persone degne. E per la maggior parte lo siamo diventati!

E quando mia madre tornava dal lavoro, con nella borsa l’abito da lavoro bagnato che indossava quando strofinava in ginocchio i pavimenti, sciocco piccolino, sciocchissimo piccolino , le chiedevo ansiosamente:

“Mamma, che cosa mi hai portato?”

“Stanchezza, figlio mio”, era la risposta. “Stanchezza.”

Siamo cresciuti [indossando] i vestiti che le “Signore” davano a mia madre come atto di carità. Non avevamo vestiti nostri. Solo indumenti smessi. E’ questo che indossavamo. Madri eroiche.

E’ contro queste madri che il fascismo ha alzato la sua mano per colpire. Sono queste madri che i “delinquenti” con [un salario di] 500 euro picchiano. Invece di baciar loro la mano, le mandano all’ospedale.

Sono questi che hanno ucciso il nostro ‘fratello’ e il nostro ‘figlio’ Gregoropoulos.

Sono questi che offrono immunità ai nazisti, carne della loro carne.

Sono questi che diffondono la droga nelle strade in modo che la gente non si svegli mai.

Sono questi che prostituiscono le donne per prendersi la percentuale.

Sono questi che trattano in modo disumano gli immigrati.

Sono questi che vendono protezione ai negozianti.

Sono questi che servono sempre fedelmente qualsiasi autorità sia al potere. I battaglioni della sicurezza durante l’occupazione [4] (nazista), la polizia durante la dittatura [5], per prendersi i ‘propri dividendi’, hanno osato alzare la loro mano vile contro le nostre madri.

A tutti questi piccoli uomini meschini con il loro muscoli palestrati e il cervello ridotto al minimo, che con il loro atteggiamento e comportamento hanno sputato sulle loro stesse madri io volgo la schiena.

Indurisco il mio cuore.

Non li benedirò più. Non posso.

Non ho benedizioni per loro.

Tutti loro mi troveranno di fronte, nella lotta.

Io grido con forza: svegliatevi tutti, svegliatevi tutti finalmente, popolo di Dio, prima che sia troppo tardi …  

Speranza

Che il testo riportato sopra sia stato scritto dal reverendo Varvelis, di Alessandria, un prete, è incredibile. Anche se l’autore è solo un unico prete, rappresenta una speranza non solo per i greci e gli egiziani. Personalmente dichiaro rispetto a Varvelis, ma specialmente a sua madre.

Note

[1] Patriarcato: residenza di un vescovo delle antiche diocesi ortodosse di Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme.

[2] Peristeri: Un quartiere povero di Atene vicino a Kokkinia [vedere il mio articolo Znet ‘Dalla parte sbagliata della ferrovia’ del 25 ottobre 2013].

[3] Ekali, Filothei, Psychiko: Parti di Atene in cui vive l’élite greca.

[4] Occupazione nazista: dal 1941 al 1945.

[5] Dittatura: dittatura militare dal 1967 al 1974.

 


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Fonte: http://zcomm.org/zcommentary/greece-the-unbelievable-and-hope/

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