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13 e 17 aprile 2014

Dieci motivi per cui licenziarsi
di Andrea

A integrazione del recentissimo “Globalmente felici” pubblico la rassegna, stilata da James Altucher, un ex gestore di hedge-fund americano, di dieci valide motivazioni per abbandonare oggi questo mondo del lavoro. Sebbene si tratti in molti casi di temi già trattati anche su LLHT, ho comunque trovato qua e là alcuni spunti interessanti. Per fare prima, mi sono appoggiato a un traduttore automatico, quindi, nonostante l’abbia poi corretto, potrebbe esserci rimasto qualche svarione. L’undicesimo consiglio, invece, mi sento di darvelo io. Fate in modo che questa non resti soltanto la … lettura di un post: c’è una vita, la fuori, che aspetta solo noi.

1) Il ceto medio è morto. Qualche settimana fa ho visitato un mio amico che amministra un patrimonio di un miliardo di dollari. Non è uno scherzo. Un miliardo. Se vi dicessi il nome della famiglia per cui lavora, non ci credereste! Direste: “Hanno un miliardo? Davvero?”. Ma questo è ciò che succede quando dieci milioni di dollari si rivalutano al 2% per 200 anni. Mi ha detto: “Guarda fuori dalla finestra”. Abbiamo guardato fuori a tutti gli edifici intorno a noi. Tutti uffici. “Che cosa vedi?”, mi ha chiesto.

Io: “Non lo saprei… uffici?”

“Sì, ma guarda bene: sono vuoti! Tutti quegli uffici sono vuoti! La classe media ne è stata espulsa!”

Ho dato uno sguardo più attento. Interi piani erano bui. Oppure c’erano piani con una o due luci accese, ma il resto deserto.

Lui: “E’ tutto in outsourcing: la tecnologia li ha rimpiazzati tutti, quegli smistatori di scartoffie. Non è però necessariamente una cattiva notizia,” ha detto, “molte più persone dello scorso anno sono infatti entrate nella fascia sociale più altolocata. Ma”, ha aggiunto, “ci sono anche molti più precari di quanti ce ne siano mai stati. E’ questo il nuovo paradigma: la classe media è morta. Il sogno americano non è mai esistito. E’ stata una colossale e riuscitissima truffa commerciale, una strategia di marketing!”

Ed è vero. Il più grande fornitore di mutui degli ultimi 50 anni, Fannie Mae, ha avuto come slogan: “Noi facciamo avverare il sogno americano!” Era solo uno slogan.

(Insieme a quello di Freddie Mac, il crollo di Fannie Mae anticipò l’assai più roboante crack di Lehman Brothers. Ndr)

2) Siete già stati rimpiazzati. Tecnologia , outsourcing, la crescente industria del precariato, efficienza e produttività hanno tutte rimpiazzato la classe media. Pensate alla classe operaia. La maggior parte dei lavori che esistevano 20 anni fa oggi non servono più. Forse non erano necessari. L’intero primo decennio di questo secolo ha visto Amministratori Delegati, nei loro salotti di Park Avenue, lamentarsi nelle nuvole di fumo dei loro sigari: “Come faremo a licenziare tutti questi pesi morti?”.

Il 2008 ha infine dato loro la possibilità. “E’ colpa dell’economia!”, hanno detto all’unisono. Il paese è uscito dalla recessione nel 2009. Da quattro anni ormai. Ma l’occupazione non è tornata. A molti di questi Amministratori Delegati, ho detto: “Ammettilo, hai usato la crisi come pretesto per licenziare la gente!” Molti hanno strizzato l’occhio, come per dire: “Lasciamo che la colpa sia ufficialmente della crisi…”

Io lavoro nel consiglio di amministrazione di una società che ha un miliardo di dollari di ricavi: posso vedere cosa succede in ogni settore dell’economia. Vengono tutti licenziati. Sono tutti carta igienica, oggi.

3) Alle grosse aziende non piacete. Il direttore esecutivo di un’importante testata giornalistica mi ha portato fuori a pranzo per avere consigli su come espandere il loro traffico web. Ma prima che potessi parlare, ha iniziato a lamentarsi con me: “I nostri migliori scrittori continuano a mettere i loro account Twitter alla fine dei loro post. Poi, quando ottengono molti follower, vengono da me e mi chiedono un aumento di stipendio.”

“Qual è il problema?” chiesi io. “Non vuoi avere scrittori popolari e autorevoli?”

Quando parlo di un giornale importante, voglio dire IMPORTANTE. Egli infatti mi ha risposto: “No, noi vogliamo che il focus sia sulle notizie. Non vogliamo che nessuno dei nostri dipendenti diventi una star per conto suo!”

In altre parole, il suo compito principale era quello di distruggere le aspirazioni e le carriere dei dipendenti di maggior talento, quelli che gli avevano giurato fedeltà, quelli che lavoravano per lui 90 ore a settimana. Se avessero lavorato solo 30 ore a settimana e fossero stati solo leggermente più mediocri, ne sarebbe stato felice. Capito? A gente come lui, voi non piacete!

4) Il denaro non è la felicità. Una domanda ricorrente che mi viene rivolta almeno una volta alla settimana è: “Dovrei accettare un lavoro che mi piace o uno più remunerato?”

Lasciando da parte la questione del “Dovrei accettare un lavoro COMUNQUE“, parliamo per un attimo di soldi. In primo luogo, la scienza: gli studi dimostrano che un aumento di stipendio offre un aumento marginale di felicità solo fino a un certo livello, dopodiché il segno si inverte. Perché questo? Per un fatto fondamentale: le persone spendono quello che guadagnano. Se il vostro stipendio annuo aumenta di 5000$, magari spendete 2000$ per la vostra auto, fate qualche affare, acquistate un nuovo computer, un divano più comodo, una TV più grande…

Poi immancabilmente  vi chiedete: “Che fine hanno fatto tutti i miei soldi?”

Anche se non avevate in fondo alcun bisogno delle cose che avete comprato, vi concentrerete su una cosa soltanto: ottenere un altro aumento di stipendio! Così, tornerete al vostro casinò aziendale alla ricerca di un altro numero vincente alla roulette. Non ho mai visto nessuno mettersi da parte e risparmiare interamente un aumento di stipendio. In altre parole, non statevene al lavoro per aumenti di stipendio progressivi nel tempo! Perché in questo modo non arriverete mai dove realmente vi serve, cioè alla libertà dalla preoccupazione finanziaria. Solo il tempo libero, l’immaginazione, la creatività e la capacità di dileguarvi al momento giusto, vi aiuterà a ottenere un valore inestimabile, che nessuno nella storia dell’umanità ha mai raggiunto.

(Teniamo presente che in America non c’è la nostra propensione al risparmio, che è l’unica cosa che ancora ci sta tenendo a galla. Ndr)

5) Provate a fare l’elenco delle persone che, con una loro decisione, potrebbero rovinarvi la vita. Non mi piace quando una persona può decidere per me o addirittura infierire. Un capo. Un editore. Un produttore televisivo. Un possibile acquirente della mia compagnia. Ho sempre dovuto piegarmi a leccare il culo a uno di loro. Lo detesto. Non posso farlo un’altra volta ancora!

L’unico modo per evitarlo è diversificare al massimo le mie attività, in modo che nessuna persona, o cliente, o capo, o partner possano prendere una decisione che potrebbe unilateralmente rendermi ricco o, viceversa, schiacciarmi. Capisco che questo non possa accadere in un giorno. Ma occorre iniziare il prima possibile a pianificare il proprio destino, invece di concedere ad altri l’opportunità di farlo.

6) Il lavoro che avete soddisfa le vostre esigenze? Definirò le “esigenze” nel modo in cui ho sempre fatto, basandomi cioè sulle cosiddette quattro “gambe” della quotidianità: mi riferisco cioè ai vostri bisogni fisici, a quelli emotivi, a quelli dell’intelletto e a quelli dello spirito. Ora chiedetevi: il vostro lavoro, oggi, soddisfa questi quattro bisogni?

L’unica volta che ho avuto un lavoro che, nel mio caso, li soddisfaceva è stato quando ho dovuto seguire una piccola attività che mi lasciava il tempo di scrivere, di gestire per mio conto i miei affari, di divertirmi e di trascorrere il tempo con gli amici.

I periodi in cui, invece, così non è stato sono stati proprio quelli in cui lavoravo troppo duramente, in cui avevo a che fare con persone che non mi piacevano, la mia creatività era soppressa, e così via. Quando ci si trova in situazioni come questa, è necessario trovare una via d’uscita. Le vostre mani non sono fatte solo per prendere appunti. O per infilare carta in un fax. O per impugnare un cellulare e parlare con persone sgradite. Di qui a cento anni, le vostre mani saranno avvizzite o marcite all’interno di una tomba. Finché potete, fatene un uso il più meraviglioso possibile. Date un bacio alle vostre mani, fatelo ora! Diventeranno magiche.

Si potrebbe obiettare che non tutti hanno il diritto di avere tutti quei bisogni soddisfatti dal proprio lavoro. Questo è vero. Ma poiché già sappiamo che lo stipendio non rende felici, diventa più facile modificare lo stile di vita e lavorare quanto basta per soddisfare quei bisogni. E… più questi bisogni sono soddisfatti, più si creano le condizioni per un vero benessere.

7) Avrete una pensione di m**da. Non importa quanto riuscirete a mettere da parte per la vostra previdenza. E’… finita! L’intero mito del risparmio è sfumato. L’inflazione si mangerà la maggior parte del vostro piano previdenziale. E, per incassare quel piano di pensionamento, dovrete vivere un sacco di anni, facendo cose che non vi piace fare. E poi improvvisamente vi ritroverete a 80 anni, ridotti a vivere in uno sgabuzzino e riuscendo a malapena a scaldarvi di notte.

L’unico piano di pensionamento sensato è: sceglierselo da soli. Avviare cioè un’impresa, o un’attività o adottare uno stile di vita che consenta di mettere qualche soldo da parte. Alcuni diranno: “Ma io non sono un imprenditore!”

Non è vero. Ognuno di noi lo è. Gli unici requisiti sono: avere capacità di fallire, capacità di avere idee, di proporle agli altri, di metterle in pratica, di essere perseveranti e di continuare, imparando dai propri fallimenti a vincere la sfida successiva.

Quali altre scelte avete? Resistere in un impiego in cui il vostro capo vi schiaccia e, al momento che riterrà opportuno, vi rimpiazzerà, con un stipendio al minimo indispensabile per sopravvivere, alternando complimenti ad insulti e tenendoti cioè come pesce all’amo.

E’ questa, la vostra unica scelta? Solo questa?

8) Evitate le scuse. “Sono troppo vecchio”, “Non sono creativo”, “Ho bisogno di un’assicurazione”, “Devo far crescere i miei figli”.

Una volta mi trovavo a una festa. Una bellissima donna si avvicinò e mi disse: “Ciao James, come stai?”

“E questa chi è?”, mi sono chiesto.

“Sto benone!” le ho risposto, ma non avendo idea di con chi stessi parlando. Perché quella donna parlava con me? Ero troppo brutto, per lei. Mi ci sono voluti un paio di minuti di conversazione per capire chi fosse. Scopro così che lei era la stessa, sciatta ex collega che era stata licenziata, sei mesi prima, dallo stesso posto in cui lavoravo io. Ricordo che aveva pianto, mentre raccoglieva le sue cose, dopo essere stata licenziata. Era fuori forma, dimostrava 30 anni più di quelli che aveva in realtà e… la vita le stava virando al peggio. Fino a quando, un bel giorno, si rese conto di essere finalmente fuori da quello zoo!

“E’ troppo facile metterla così”, mi dice la gente. “Alcuni di noi NON POSSONO evitarlo, quello zoo.” Davvero? Anche quella donna ora bellissima, in fondo, pensava che non avrebbe potuto…

“Che cosa fai adesso?” le ho chiesto.

“Oh, bé… consulenza.”

Molti mi dicono: “Io non posso fare il consulente: che cosa andrei a consigliare?”

Io rispondo sempre, rassegnato: “Ok, hai ragione!” Chi sono io per convincerli del contrario, in fondo? Se qualcuno insiste nel voler stare in prigione, nonostante la porta sia aperta, io smetto di discutere. Facciano come vogliono. Fate come volete!

9) Sì alla politica dei piccoli passi. “Non posso semplicemente… licenziarmi”, mi dice la gente. “Ho le bollette da pagare!”

Ok, chiaro. Nessuno sta dicendo di farlo oggi stesso. Prima di correre una maratona, ogni essere umano ha sempre imparato a gattonare, poi a fare piccoli passi, poi a stare in piedi da solo, quindi a camminare e infine a correre. Fate esercizi quotidiani, sia fisici che mentali, restate in forma. Solo dopo, potrete correre la vostra maratona.

Fatelo oggi stesso, quell’elenco. L’elenco di ogni sogno che avete. Voglio essere uno scrittore di successo. Voglio ridurre i miei bisogni materiali. Voglio liberarmi di tutte le preoccupazioni che mi hanno sempre assillato. Voglio essere fisicamente in forma. Voglio aiutare tutte le persone intorno a me, o le persone che fanno parte della mia vita. Voglio che ogni mia azione sia una fonte di ispirazione per gli altri. Voglio avere intorno solo persone che mi piacciono e che mi vogliono bene. Voglio avere tempo per me stesso.

Occhio: QUESTI NON SONO OBIETTIVI. Sono “modi di essere”. Cosa posso fare, ogni giorno, per metterli in pratica? Si inizia appena svegli la mattina. “Chi posso aiutare oggi?”, mi domando ogni mattina appena apro gli occhi. E’ questo che intendo con “piccoli passi”. Ed è questo il modo per andare incontro alla libertà.

10) Il vostro lavoro non potrà MAI arricchirvi. Solo evadendo dalla prigione rappresentata dalla vostra fabbrica o dal vostro ufficio, potrete ottenere un vero benessere. E’ difficile vedere lo splendore dei giardini, quando si è bloccati in prigione.

Il benessere arriva solo quando ci si mette in marcia verso le proprie aspirazioni. E quando si è veramente in grado di migliorare la vita delle persone che vi stanno intorno. Svegliatevi ogni giorno con questo tipo di motivazioni. Rappresentate un’opportunità per la vostra famiglia, per i vostri amici, i vostri colleghi, i vostri clienti attuali e quelli potenziali, i vostri lettori e tutte le persone che ancora non vi conoscono ma che potrebbero essere interessate a farlo.

Cercate di diventare una specie di faro per tutti gli altri, e vedrete che – anche quando la notte è buia – tutte le imbarcazioni si muoveranno verso di voi, portandovi il carico delle loro stive.

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