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19 gennaio 2014

Basta con l’austerity o 
cresceranno le forze xenofobe
di Giuseppe De Marzo

La povertà è oggi la più grave malattia del paese. Il rapporto Istat del 2012 non aveva lasciato spazio ad alchimie interpretative: 9,563 milioni di persone in povertà relativa, 4,8 in povertà assoluta. Il rischio di rimanere in condizioni di indigenza per un minore nel nostro paese è tra i più alti d’Europa: 32,3% rispetto al 26% della media del continente, di per se non certo lusinghiera. Il 63% delle famiglie ha ridotto la spesa alimentare; il 40% vive in condizioni di deprivazione materiale. Se sommiamo i 4 milioni di precari e gli otre 3,2 milioni di disoccupati, ci appare evidente come l’Italia stia pagando un prezzo altissimo alla crisi iniziata nel 2007. Il trend è inequivocabile: ogni anno è sempre peggio. Quello appena concluso non è purtroppo servito per fronteggiare le priorità che emergevano lampanti dal rapporto Istat 2012, anzi. I primi dati sul 2013 parlano di un ulteriore peggioramento delle condizioni economico e sociali. Eurostat denuncia come un italiano su tre è a rischio povertà, mentre i minori indigenti sono passati da 723 mila a oltre un milione. La dispersione scolastica ha subito un impennata, arrivando al 18,2% contro il 13,5% della media europea. Dal 2009 al 2013 si sono perse 39500 imprese al sud, dove il livello della ricchezza è sceso al 57% rispetto a quello del nord. Vanno benissimo invece gli affari delle mafie. In un paese così diseguale e precario sono proprie queste a trarre grandi benefici. 54 i clan impegnati in attività di riciclaggio e usura. Anche il nostro territorio viene colpito dalla crisi ed usato in maniera criminale per ottenere profitto a discapito della popolazione e delle generazioni che verranno. Sono 93,5 i crimini ogni giorno contro l’ambiente, aumentati del 170% negli ultimi tre anni, come denuncia l’ultimo rapporto sulle ecomafie di Legambiente. Criminalità organizzata, corruzione e distruzione ambientale si rafforzano a discapito dei diritti, della coesione sociale e della partecipazione dei cittadini, sempre più distanti dalle istituzioni. Una situazione che mette a repentaglio la nostra democrazia. Siamo davanti ad una crisi valoriale, dove la morsa del darwinismo sociale e degli interventi compassionevoli stritola i diritti e la legalità costituzionale.
Il Gruppo Abele da alcuni mesi promuove con il sostegno di Libera e di centinaia di realtà del sociale e del volontariato laico e cattolico la campagna Miseria Ladra, per contrastare subito la povertà. Questa non è il frutto del caso ma la conseguenza di scelte politiche sbagliate che hanno determinato prima la crisi e poi ne hanno allargato gli effetti sulla maggioranza della popolazione.

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Miseria Ladra propone 10 misure da mettere in campo per rendere illegale la povertà e sconfiggere la crisi.

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