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dicembre 2013

Relazioni Internazionali: si va verso il caos?
di LucaTolu  

La "storia" non è affatto finita. Francis Fukuyama aveva torto nel delineare un piatto futuro di perpetuo dominio americano come epilogo della fine della Guerra Fredda.

Avevano torto anche coloro che nella seconda metà del 900 preannunciavano la fine del sistema liberal capitalistico e la rivoluzione del Terzo Mondo contro il Primo Mondo.

Avevano torto anche coloro che davano per imminente un equilibrio paradisiaco cucito sull'integrazione internazionale e sul miraggio del multilateralismo.

Nel mondo di oggi, la stessa infinita diatriba tra unilateralismo e multilateralismo, valida durante la Presidenza di George W. Bush, pare ora già come un passato remoto, come una anacronistica disquisizione da pensionare prematuramente. Ciò perché l'incertezza economica e l'emergere di nuovi attori internazionali ha reso insostenibile per gli Stati Uniti la continua avanzata verso sempre più elevati confini di egemonia globale. L'America non è diventata più debole, viceversa, sono cresciuti i restanti partners mondiali e con essi la complessità del "campo di gioco".

L'attuale Ordine Mondiale sembra così costruito nell'eterna incertezza e nell'apparente assenza di punti di riferimento e di poli di intervento capaci di restaurare equilibrio e sicurezza globale. 

Dalle ceneri del precedente sistema emerge così una realtà simile al caos in cui si consolidano fenomeni preoccupanti quali:

•   l'effetto domino di interi gruppi di entità statali che crollano l'uno accanto all'altro per essere sostituiti dall'anarchia e dall'instabilità;

•   l'intensificarsi dei conflitti di natura etnica e religiosa;

•   l'aumento della diffusione di armi nucleari e di altri strumenti di distruzione di massa e il rischio di proliferazione verso gruppi terroristici ed entità statuali rette da regimi pericolosi;

•   l'affiorare di gruppi anonimi di hackers organizzati in grado di sviluppare il caos in un mondo sempre più globalizzato, digitalizzato e interconnesso;

•   la diffusione incontrollata e impunita di atti di cyber spionaggio e cyber guerra che trafugano dati sensibili, proprietà intellettuale e informazioni militari (come dimostrato dal caso cinese);

•   il consolidarsi di organizzazioni criminali internazionali dedite al traffico di sostanze stupefacenti;

•   l'emergere, all'interno delle democrazie occidentali, da un lato di partiti politici estremisti anti-sistema che pongono in discussione gli stessi pilastri costitutivi di una moderna democrazia avanzata, dall'altro lato di un sentimento di sfiducia verso il futuro e verso la capacità di potenziamento politico ed economico, elementi che rendono l'Occidente più debole di fronte alle sfide succitate.

Il precedente Ordine Mondiale lascia, in questo modo, spazio ad un nuovo e preoccupante "Disordine Mondiale" che i governi non sono ancora pronti ad affrontare.

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