Guarda il discorso sul PIL di Robert Kennedy del 18 Marzo 1968

"Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'ammassare senza fine beni terreni.Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto interno lordo (PIL)." R.Kennedy


Fonte: dePILiamoci
http://www.effettoterra.org

E' davvero il Pil l'indicatore della ricchezza?

...Come riuscire a passare dalla cultura del PIL (Prodotto Interno Lordo) alla cultura del BIL (Benessere Interno Lordo)?Bastano pochi semplici gesti quotidiani: gesti da cittadino, da genitore, da imprenditore, da figlio, da educatore, da politico.Comportamenti che non richiedono grandi sforzi, nessuna rinuncia, nessun sacrificio, solo buona volontà e consapevolezza.Per superare il circolo vizioso del PIL superfluo basta riflettere, evitare gli sprechi ed attuare un consumo delle risorse consapevole dei bisogni delle generazioni che verranno...

E' questa l'introduzione alla presentazione di dePILiamoci, un progetto condiviso che aderisce la Movimento per la Decrescita Felice. Il progetto consiste nell'introdurre una visione diversa del grado di benessere, o meglio nell'invertire il dato su cui le finanze degli stati si basano dal Prodotto Interno Lordo, al Benessere Interno Lordo. Il progetto, messo nero su bianco su un libro è curato da Roberto Lorusso e Nello De Padova, pubblicato da Editori Riuniti (84 pagine, 8 Euro). Il lavoro editoriale dei due autori pugliesi, che da anni si occupano di temi legati alla l'innovazione delle organizzazioni non è un saggio sulle sofferenze da sopportare a denti stretti per una vita da copertina, bensì il tentativo di raccontare al largo pubblico, con un linguaggio volutamente semplice, spesso provocatorio e sempre divertente, il complesso tema della insostenibilità della economia della crescita
Quello che dal titolo sembrerebbe dunque un invito alla cultura della bellezza, è invece un appello a guardare a nuove forme di comportamento e ad un nuovo stile di consumo, che riportino al centro dell'agire dei singoli e della collettività valori considerati spesso desueti in un'economia che ha posto il consumo al centro della vita.
I due autori osservano i modelli di comportamento e i valori a cui gli individui uniformano il loro agire e propongono una nuova chiave di lettura (e di azione) che trova le sue radici nella riscoperta di gesti semplici: gesti da cittadino, da genitore, da imprenditore, da figlio, da educatore, da politico. Gesti di vita ordinaria per i quali non occorrono grandi sforzi, nessuna rinuncia, nessun sacrificio. Occorre solo buona volontà e consapevolezza che, per uscire dal circolo vizioso del PIL superfluo, basta riflettere ed evitare gli sprechi.
Quello che dePILiamoci propone è un primo passo in questa direzione, un disvelamento del grande equivoco che ha unificato nella definizione di crescita economica due concetti diversi e spesso alternativi tra loro: quello di merce e quello di bene. Il PIL misura i valori aggiunti, ovvero il valore monetario degli oggetti e dei servizi scambiati con denaro;
Oggi attraverso le pagine del sito www.depiliamoci.it lanciano un progetto che si basa su un discorso sul Pil di robert Kennedy pronunciato il 18 marzo del 1968, presso l'università del Kansas, nel quale evidenziava -tra l'altro- l'inadeguatezza del PIL come indicatore del benessere delle nazioni economicamente sviluppate. In occasione del 40° anniversario di tale discorso il progetto DEPILIAMOCI propone a tutti di rileggere quel discorso e di fornire alla redazione del portale www.depiliamoci.it una propria breve riflessione in merito che saranno pubblicate sul sito stesso ma anche presentate in un un evento pubblico che si terrà a Bari il prossimo 18 Marzo presso la sede del consorzio Universus, durante il quale professori universitari, responsabili di associazioni, politici, giornalisti, imprenditori, e soprattutto semplici cittadini si confronteranno sui temi proposti da Robert Kennedy in quel discorso.

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