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19 marzo 2014

Edimburgo sarà la nuova Capitale europea?
di Ilja Kharlamov

Il 18 settembre in Scozia si terrà un referendum per l'indipendenza dalla Gran Bretagna. Londra è fermamente contraria, minacciando qualsiasi tipo di restrizioni ad Edimburgo. Il primo ministro David Cameron ha qualcosa da temere.

Se gli scozzesi voteranno per l'indipendenza, cinque milioni di sudditi di Sua Maestà Britannica e la base britannica dei sottomarini nucleari vicino a Glasgow diverranno territorio straniero.

L’Europa è sulla soglia di tutta una serie di referendum per l'autodeterminazione dei territori oggi compresi nei Paesi principali dell'UE come la Gran Bretagna, la Spagna e l’Italia. Ciò non provoca nessuna particolare agitazione. UE e USA non impongono sanzioni e non minacciano Roma, Londra e Madrid, come nel caso della Russia, che ha sostenuto la volontà della stragrande maggioranza delle persone in Crimea e ha firmato un trattato di adesione della Penisola allo Stato russo.

La Scozia come ramo del Regno Unito è improbabile. Poiché la controversia che circonda il referendum è quasi assente, ha detto il Direttore ff dell'Istituto di Europa Aleksej Gromyko:

Non vi è alcuna legge che vieterebbe ad una delle regioni di tenere un referendum. E se la maggioranza della popolazione voterà per la secessione, Londra non sarà in grado di resistere legalmente. Ma tutti sanno che i nazionalisti scozzesi in questo referendum saranno sconfitti, il loro sostegno riguarda circa il 35 per cento della popolazione. Naturalmente esistono sentimenti separatisti, ma la Scozia rimarrà parte del Regno Unito.

Tuttavia, il governo scozzese è risoluto. Ha pubblicato un "Libro bianco" su cui è descritto in dettaglio il piano di secessione dal Regno Unito. L'anno scorso, il premier scozzese Alex Salmond ha dichiarato che la sovranità permetterà di realizzare l'enorme potenziale dell'autonomia. La garanzia della prosperità è il petrolio del Mar Nordico che secondo i lottatori per indipendenza, appartiene geograficamente alla Scozia. Oltre agli enormi flussi turistici. Con queste risorse le autorità potrebbero aumentare le prestazioni e gli assegni sociali. Paese indipendente creerebbe il proprio sistema fiscale ed il proprio esercito. In caso di attuazione di questi piani nell'UE si fisserà un precedente pericoloso che potrebbe portare al fallimento del progetto più ambizioso della seconda metà del 20° secolo.

Anche tenendo conto dei sentimenti separatisti relativamente bassi, il risultato del referendum non può essere dato per scontato. La sociologia a volte sbaglia. Gli scozzesi hanno ancora tempo per pensare alla lotta per la sovranità, che ha una storia molto lunga. Già nel 14° secolo, dopo i ripetuti tentativi di unire Inghilterra e Scozia, ci fu la battaglia di Bannockburn, in base alla quale Londra riconobbe l'indipendenza. Poi sviluppo i propri governi e il Parlamento sotto gli auspici del re Giacomo VI. Tuttavia, dopo quattro secoli dall'Atto di Unione fu creato un solo parlamento e governo centrale e l'organo di rappresentanza scozzese fu abolito. Da quel momento iniziò la storia della Scozia come parte del Regno Unito, così come la cronaca della sua "guerra fredda" per l'indipendenza.

Il politologo spagnolo prof. Manuel Parra, ritiene:

Ogni Stato membro dell'UE ha il diritto di decidere se è pronto a concedere l'indipendenza alle proprie regioni oppure no. Questo è scritto nel trattato sull'Unione europea. Questo è il caso della Scozia. Dato che Londra non ha vietato lo svolgimento di un referendum, c'è la possibilità di ottenere l'indipendenza. Un'altra domanda è che la Scozia perderebbe la sua adesione all'UE, come parte del Regno Unito. E se la vogliono far entrare di nuovo - una grande domanda. Penso di no.

Il politologo Igor Kovalyov ha richiamato l'attenzione su un dettaglio importante che solleva il velo sulla pace universale:

Il referendum in Scozia è il risultato del suo accordo tra la parte separatista con il governo britannico. Esso ha fornito legittimità al referendum. Se la Scozia si separà e diventerà lo Stato autonomo, avrà seri problemi. Ciò non renderà contenti gli altri Stati membri dell'UE che hanno problemi di separatismo come la stessa Spagna. E ci potrebbe essere un'azione per prevenire la diffusione di questa tendenza su altri Paesi del continente.

Questo solitario non si è ancora composto. Londra, naturalmente, è preoccupata per le tendenze centrifughe che costituiscono una minaccia alla sicurezza nazionale. Ma la ragionevole fiducia britannica per la quale la Scozia rimarrà nel Regno Unito non ha dà motivi per farsi prendere dal panico. Presto il mondo vedrà quanto sia ben sviluppata l’intuizione della classe politica nella capitale britannica.

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