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Tuesday, October 14, 2014

Movimenti studenteschi: Un Oggetto della Geografia Umana
di Sim Tack
Analista militare

Mentre le proteste studentesche a Hong Kong continuano, vengono naturalmente in mente i ricordi delle manifestazioni di piazza Tiananmen nel 1989. Meno iconica ma non per questo meno degna di nota fu la rivoluzione ungherese del 1956, che era iniziata con il movimento studentesco; le proteste venezuelane del 2007, che iniziate con un gruppo di studenti esigenti una riforma costituzionale; e le proteste di Parigi del 1929, che contestavano il ruolo delle chiese nel campo dell'istruzione.

Naturalmente, ogni movimento studentesco è unico; quello in corso a Hong Kong riguarda gli affari di Hong Kong, relativamente a corrette riforme democratiche in Cina. Eppure tutti questi movimenti condividono caratteristiche che trascendono le frontiere, che li rendono un fenomeno ideale attraverso cui studiare la geopolitica.

Le proteste degli studenti mettono a nudo gli strati sociali e culturali che si muovono sotto la superficie della geopolitica, proprio come il flusso delle correnti sotterranee sotto le onde degli oceani. La geografia umana costituisce il fondamento della società e quindi i sistemi che la governano. Anche se consideriamo lo stato come il livello più alto delle politiche globali e di interazione, queste correnti sociali sotterranee sono ciò che muovono le generazioni, le ideologie e i cambiamenti culturali, che modellano i vincoli in base ai quali gli Stati operano.

Modelli emergenti

Dalle sette etniche e religiose alle divisioni socio-economiche, la geografia umana è importante per uno stato, come la topografia fisica e le risorse che lo costituiscono. La geografia umana esiste in tutti gli Stati, e come con la geografia fisica, è educativa e anche rivelatrice dei modelli che emergono nel corso del tempo.

Il modo in cui si pronuncia contro i governanti è uno di questi schemi. Questi tipi di movimenti assumono una varietà di forme, dalle manifestazioni pacifiche e scioperi alle insurrezioni violente. Di queste, le proteste degli studenti sono forse le più intriganti a causa della posizione unica che gli studenti occupano nella società, sono all'avanguardia di una generazione che spesso si differenzia nettamente da quelle precedenti. E' in questa linea di faglia che si scontrano le ideologie concorrenti e le mutevoli identità culturali.

Che siano studenti significa che sono intellettualmente impegnati, spesso sposando convinzioni politiche distinte. Ma per avere successo,i  movimenti studenteschi devono galvanizzare gli altri settori della società civile. A questo proposito, sono spesso un buon catalizzatore per il cambiamento. Gli studenti sono già raggruppati nelle università, spesso in aree urbane, consentendo alle campagne studentesche di evolversi in movimenti di protesta più ampi. Naturalmente, i social media hanno creato una congregazione fisica un po’ obsoleta, ma la vicinanza semplifica ancora la logistica dell’azione politica.

Anche in circostanze ideali, i movimenti studenteschi possono fallire, e in effetti la storia è piena di fallimenti. Ma il più delle volte, le rivolte degli studenti tendono ad essere parte del cambiamento sociale, culturale o politico di lungo termine. Dopo tutto, quando le proteste studentesche scompaiono, gli studenti diventano spesso parte di una generazione più matura che conserva gran parte delle sue convinzioni ideologiche.

Si pensi, per esempio, al movimento del maggio 1968 che scosse la Francia e molti altri paesi in Europa. Nonostante non riuscì a realizzare molti dei suoi obiettivi, occupando gli edifici universitari a Parigi, la generazione del baby boom, divenne parte della società post laurea, fomentando una profonda trasformazione sociale e culturale in tutta Europa, le idee della Nuova Sinistra continuarono ad sanguinare i media mainstream.

Quando un movimento studentesco non riesce a creare il cambiamento, spesso si unirà o verrà inquadrato da un movimento politico esistente, agendo come forza che avanza il cambiamento o come forza che mette in evidenza la continuazione delle tendenze sociali in atto. La rivoluzione di Francia nel giugno 1832 è un ottimo esempio. La nozione di sovranità popolare era in vigore da quando la Rivoluzione francese abattè la monarchia. Il ritorno della monarchia nel 1814, dopo la caduta di Napoleone, tuttavia, alla fine costrinse gli studenti a scendere in piazza in quello che era essenzialmente un ampliamento delle stesse pressioni sociali che avevano dominato l'evoluzione interna della Francia per più di tre decenni. Queste particolari proteste nel 1832, immortalate da Victor Hugo nei Miserabili, furono abbattute. Ma i desideri alla base delle masse persistevano, culminando nel 1848, quando l'Anno della Rivoluzione vide il crollo finale della monarchia in Francia generando un'ondata più ampia di cambiamento sociale in tutta Europa.

Le campagne studentesche non vennero affatto relegate in Europa. Gli Stati Uniti assistiettero ad un profondo attivismo studentesco durante la fine degli snni ‘60 e i primi anni ‘70, quando il movimento contro la guerra portò a innumerevoli proteste. Al suo centro c’era un cambiamento demografico, il baby boom, che generò il gruppo principale della sfida politica di quel momento. Certo, questi movimenti non posero fine alla guerra in Vietnam, a malapena convinsero Washington di terminare il progetto. Ma esemplificarono le tendenze del momento, vale a dire, l'introduzione di una nuova generazione con una distinta ideologia.

Quando i movimenti studenteschi emulano più ampi disordini sociali, i risultati possono essere drammatici. Nel 1979, la rivoluzione iraniana cambiò radicalmente l'identità politica del paese, facilitata in parte da studenti che presero d'assalto l'ambasciata Usa a Teheran. La conseguente crisi degli ostaggi unì molti settori della società iraniana a sostegno della rivoluzione. Ironia della sorte, fu proprio questa generazione di studenti che represse la generazione successiva, durante la rivoluzione verde del 2009-2010.

Una società in movimento

Anche prima delle attuali proteste di Hong Kong, la Cina aveva una storia ricca di attivismo studentesco che influenzava la società. In realtà, la costituzione della Repubblica Popolare Cinese in sé ha le sue radici nei movimenti studenteschi: Mao Zedong e Zhou Enlai una volta scoperto il socialismo, cominciarono a organizzarsi politicamente come leader degli studenti nel 20esimo secolo. Nel 1919, il Movimento del 4 maggio, nasce da manifestazioni studentesche, probabilmente introdusse quello che sarebbe diventato l'inizio della storia contemporanea della Cina quando si scagliò contro la risposta di Pechino al trattato di Versailles.

Gli studenti erano in prima linea anche durante la Rivoluzione Culturale nel 1966 quando aiutarono a rafforzare il culto della personalità di Mao, mentre i cittadini cinesi si ribellavano contro il capitalismo e la cultura tradizionale cinese. Fu il ripudio dei leader universitari accusati di opporsi al Partito comunista cinese che avviò le proteste reali, che a loro volta diedero il via alla Rivoluzione Culturale, qualcosa di molto più grande di una causa studentesca, per non dire altro.

Considerando la lunga storia della Cina, e la storia dei movimenti studenteschi, le attuali proteste in Hong Kong non saranno le ultime che la Cina dovrà affrontare. Come stato a partito unico con un’immensa diversità geografica, sociale ed economica, la Cina ha affrontato gli appelli importanti per le riforme nel corso degli anni. E il Partito Comunista inevitabilmente affronta una pressione maggiore, mentre sono in corso i cambiamenti della Cina. La Cina è una società in movimento. Si sta creando una classe media urbana, mentre la sua economia matura. L'aumento dell'urbanizzazione e dei consumi privati ​​hanno alterato gli interessi e le aspettative dei cittadini cinesi, e mentre aumentano le aspettative, così anche la pressione sul governo per soddisfarle.

Insieme con l'emergere di una classe cinese di consumatori urbani, vi è stata una vera e propria esplosione del numero di studenti in Cina, l'istruzione superiore è cresciuta negli ultimi dieci anni. La Cina sta spendendo più soldi per l'istruzione superiore per creare una forza lavoro istruita, più adatta per l'economia a cui la Cina aspira. Ma la creazione di più studenti crea anche maggiori opportunità di disordini sociali. La capacità di questi studenti di adattarsi al modo in cui la Cina intende, dipende pesantemente dalla performance dell'economia cinese. Se la crescita economica rallenta, il pericolo di disordini accellera.

E' difficile valutare l'effetto finale delle proteste in Hong Kong. Eppure, l'attivismo studentesco ci ricorda il motivo per cui questi soggetti della società sono particolarmente adatti a protestare. A causa della loro posizione nella geografia umana, gli studenti saranno spesso sul fronte di cambiamenti generazionali nelle loro rispettive società, anche se non sempre sono gli agenti più decisivi del cambiamento.


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Tuesday, October 14, 2014

Student Movements: A Subject of Human Geography
By Sim Tack
Military Analyst

As student protests in Hong Kong continue, memories of the 1989 Tiananmen Square demonstrations naturally spring to mind. Less iconic but no less notable were the Hungarian Revolution of 1956, which began as a student movement; the 2007 Venezuelan protests, which started with a group of students demanding constitutional reform; and the 1929 protests in Paris, which challenged the role of churches in education.

Of course, each student movement is unique; the one underway in Hong Kong concerns Hong Kong affairs, not widespread democratic reform in China proper. And yet all such movements share characteristics that transcend borders, making them an ideal phenomenon through which to study geopolitics.

Student protests lay bare the social and cultural layers that move beneath the surface of geopolitics, much like subsurface currents flow beneath the waves of the oceans. Human geography forms the foundation of society and thus the systems that govern it. Even if we regard the state as the highest level of global policymaking and interaction, these social undercurrents are what move the generations, ideologies and cultural changes that shape the constraints under which states operate.

Patterns Emerge

From ethnic and religious sects to socio-economic divisions, human geography is as important to a state as the physical topography and resources that constitute it. Human geography exists in all states, and as with physical geography, revelatory, even educational, patterns emerge over time.

The way in which the ruled rise up against the rulers is one such pattern. These kinds of movements take a variety of forms, from peaceful demonstrations and strikes to violent insurgencies. Of these, student protests are perhaps the most intriguing because of the unique position in society that students occupy -- they are at the vanguard of a generation that often differs markedly from that of their forebears. It is at this fault line that competing ideologies and changing cultural identities collide.

That they are students means they are intellectually engaged, frequently espousing distinct political beliefs. But to be successful, student movements must galvanize the other areas of civil society. In that regard, they are often a good catalyst for change. Students are already grouped together at universities, often in urban areas, enabling student campaigns to evolve into broader protest movements. Of course, social media has made physical congregation somewhat obsolete, but proximity still simplifies the logistics of political action.

Even under ideal circumstances, student movements can fail, and indeed history is rife with failure. But more often than not, student uprisings tend to be part of longer-term social, cultural or political change. After all, when student protests disappear, students themselves often go on to become part of a more mature generation that retains much of its ideological conviction.

Think, for example, of the May 1968 movement that shook France and several other countries in Europe. Despite failing to achieve many of its goals as it occupied university buildings in Paris, the baby boomer generation later became part of post-graduate society, fomenting far-reaching social and cultural change throughout Europe as the ideas of the New Left continued to bleed into the mainstream.

When a student movement fails to create change, oftentimes it will join or be subsumed by an existing political movement, acting either as a force that advances change or one that that highlights the continuation of ongoing social trends. France's revolution in June 1832 is a prime example. The notion of popular sovereignty had been in place ever since the French Revolution ended the monarchy. The return of the monarchy in 1814, after Napoleon's fall, however, ultimately compelled students to take to the streets in what was essentially an extension of the very same social pressures that had dominated the internal evolution of France for more than three decades. These particular protests in 1832, eternalized in Victor Hugo's Les Miserables, were struck down. But the underlying desires of the masses persisted, culminating in 1848, when the "Year of Revolution" saw the final collapse of the monarchy in France and generated a broader wave of social change throughout Europe.

Student campaigns have by no means been relegated to Europe. The United States witnessed profound student activism during the late 1960s and early 1970s, when the anti-war movement brought about countless protests. At its core was a demographic shift -- the baby boom, which spawned the primary group challenging policy at the time. Of course, these movements did not end the war in Vietnam; they barely convinced Washington to end the draft. But they exemplified the trends of the time, namely, the introduction of a new generation with a distinct ideology.

When student movements emulate broader social unrest, the results can be dramatic. In 1979, the Iranian Revolution radically changed the political identity of the country, facilitated in part by students who stormed the U.S. Embassy in Tehran. The ensuing hostage crisis united many sections of Iranian society in support of the revolution. Ironically, it was this generation of students that put down a later generation of students during the 2009-2010 Green Revolution.

A Society in Motion

Even prior to the current Hong Kong protests, China has had a rich history of student activism influencing society. In fact, the establishment of the People's Republic of China itself had its roots in student movements: Mao Zedong and Zhou Enlai discovered socialism and began to organize politically as student leaders in the early 20th century. In 1919, the May 4th Movement, which grew out of student demonstrations, arguably ushered in what would become the beginning of China's contemporary history when it lashed out against Beijing's response to the Treaty of Versailles.

Students were also at the forefront of the Cultural Revolution in 1966. They helped reinforce the personality cult of Mao as Chinese citizens revolted against capitalism and traditional Chinese culture. It was student repudiation of university leaders accused of opposing the Chinese Communist Party that initiated the actual protests, which in turn started the Cultural Revolution -- something much larger than a student cause, to say the least.  

Considering China's long history -- and the history of student movements -- the current protests in Hong Kong will not be the last time China faces social unrest. As a one-party state with immense geographic, social and economic diversity, China has faced significant calls for reform throughout the years. And the Communist Party will inevitably face more pressure as China changes. For China's is a society in motion: It is creating an urban middle class as its economy matures. Rising urbanization and private consumption have altered the interests and expectations of Chinese citizens, and as expectation rise, so too will pressure on the government to meet those demands.

Along with the emergence of a Chinese urban consumer class, there has been a veritable explosion in the number of students in China as higher education has expanded over the past decade. China is spending more money on higher education to create an educated work force better suited for the economy to which China aspires. But creating more students creates more opportunities for social unrest. The ability of these students to function the way China intends hinges heavily on the performance of the Chinese economy. If economic growth slows, the potential for unrest hastens.

It is difficult to gauge the ultimate effect of the protests in Hong Kong. Still, the student activism there reminds us why these subjects of society are well-suited to protest. Because of their position in the human geography, students will often be at the front of generational changes in their respective societies, even if they are not always the most decisive agents of change.

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