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11 mar, 2014

Ungheria, l’estrema destra oltre Orban

Si chiamano gli Jobbik e fanno sembrare l'attuale premier un centrista moderato. Ecco chi mette paura alle elezioni in Ungheria, in programma il 6 aprile.

Chi temeva che Viktor Orban fosse l’esempio dell’estrema destra in Ungheria deve ricredersi. Il premier ungherese incarna un’ideologia nazionalista, ma nella prossima campagna elettorale è destinato a essere scavalcato dall’estremismo del partito Jobbik. Tanto che il primo ministro in carica sembra un moderato centrista. Il pericolo è evidente: Orban teme di perdere voti e potrebbe essere “costretto” a radicalizzare a sua volta le posizioni.

L’appuntamento cruciale per la politica ungherese è fissato il prossimo 6 aprile, quando gli elettori saranno chiamati a rinnovare il Parlamento. Viktor Orban, leader del partito Fidesz, punta a conquistare ancora la maggioranza dei seggi per avere un pieno potere politico. Il principale sfidante è Attila Mesterházy, candidato della coalizione di centrosinistra che raccoglie  diverse forze riconducibili all’area democratica e progressista.

Tuttavia, il vero ciclone delle prossime elezioni potrebbero essere gli Jobbik Magyarországért Mozgalom (traducibile in Movimento per un’Ungheria Migliore), il partito di ultradestra. La fondazione risale al 2003. Ma allora il passaggio avvenne in un clima di quasi indifferenza, perché sembrava una forza marginale. Nel voto del 2006, infatti, gli Jobbik hanno superato appena il 2%.

Ma gli scandali politici in Ungheria, che hanno travolto la classe dirigente di centrosinistra e la credibilità del sistema, ha alimentato le posizioni populiste. Così alle Europee del 2009, i neofascisti hanno sfiorato il 15% e alle elezioni parlamentari sono diventati il terzo soggetto più forte con quasi il 17%. Nonostante l’uso di simboli inequivocabili e messaggi xenofobi, il partito è avanzato sfruttando la difficile situazione economica del Paese.

Gli Jobbik si erano dotati di una stuttura paramilitare, chiamata Guardia ungherese, ritenuta responsabile di atti razzisti e violenze verso gli stranieri. L’organizzazione è ufficialmente una “associazione culturale”, che vuole preparare gli ungheresi alla mobilitazione. Una definizione che nasconde gli intenti sovversivi. La Guardia ungherese è stata dichiarata illegittima dalla Giustizia ungherese.

Di fatto, però, può operare in maniera sotterranea, senza l’esistenza ufficiale. Il leader degli Jobbik è Gábor Vona, 36 anni. La sua è una figura carismatica, quanto controversa.

Il consenso alle elezioni del 6 aprile è dato in ascesa: inizialmentegli Jobbik erano indicati poco sopra il 10%. Gli ultimi sondaggi parlano ora del 13% e negli ultimi giorni di campagna elettorale potrebbero alzare i toni per intercettare il voto degli elettori scontenti.

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