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5 gennaio 2014

L’ultimo  respiro della democrazia americana
di Chris Hedges
Traduzione di Maria Chiara Starace

Questo è il nostro ultimo respiro in quanto democrazia. L’intrusione totale dello stato nelle nostre vite e la cancellazione della privacy, sono adesso dei fatti. E la sfida per noi, una delle ultime, sospetto, è di ribellarci con indignazione e fermare questa espropriazione dei nostri diritti alla libertà e alla possibilità di parlare liberamente. Se non lo faremo ci vedremo trasformati in una nazione di schiavi.

I dibattiti pubblici sulle misure del governo per impedire il terrorismo, la diffamazione di Edward Snowden e dei suoi sostenitori, le assicurazioni fornite dai potenti che nessuno sta violando la massiccia raccolta e archiviazione delle nostre comunicazioni per via elettronica, non riescono a capire il problema. Qualsiasi stato che ha la capacità di controllare tutta la sua popolazione, qualsiasi stato che ha la capacità di spegnere il dibattito pubblico basato sui fatti tramite il controllo dell’informazione, qualsiasi stato che ha gli strumenti per far cessare istantaneamente ogni tipo di dissenso, è totalitario. Il nostro stato legato alle grosse imprese oggi non usa il suo potere, ma lo userà se si sente minacciato da una popolazione resa insofferente dalla sua corruzione, inettitudine e dalla repressione crescente. Il momento in cui compare un movimento popolare – e ne apparirà uno – che realmente affronterà i nostri padroni delle grosse imprese, il nostro sistema corrotto di sorveglianza totale  avrà la spinta a operare con efficacia.

Il male estremo, come ha fatto notare Hannah Arendt, è il sistema politico che in modo efficace schiaccia i suoi oppositori emarginati e tormentati e che, per mezzo della paura e della cancellazione della privacy,  rende incapaci  tutti gli altri. Il nostro sistema di sorveglianza massiccia è la macchina con cui questo male estremo verrà attivato. Se non smantelleremo immediatamente l’apparato di sicurezza e di sorveglianza, non ci sarò nessun tipo di giornalismo investigativo o di supervisione giudiziaria che si occuperò dell’abuso di potere. Non ci sarà il dissenso organizzato. Non ci sarà pensiero indipendente. Le critiche, anche se tiepide, saranno trattate come atti sovversivi. E l’apparato di sicurezza ricoprirà del tutto la nazione come una muffa nera fini a quando perfino le cose banali e ridicole saranno trattate dalla sicurezza nazionale.

Ho visto il male di questo tipo quando ero inviato nello stato della Stasi della Germania Est. Venivo seguito da uomini, invariabilmente con i capelli a spazzola e con indosso giacche di pelle, che presumevo fossero agenti segreti della Stasi, cioè il Ministero della sicurezza dello stato, che il Partito Comunista al potere  definiva “scudo e spada” della nazione. Le persone che intervistavo ricevevano la visita degli agenti della Stasi subito che uscivo dalle loro case. Nel mio telefono c’era un microfono nascosto. Alcune delle persone con le quali lavoravo, ricevevano pressioni perché diventassero  informatori. La paura restava sospesa su ogni conversazione come dei ghiaccioli..

La Stasi non aveva installato enormi campi di sterminio enormi e gulag (campi di lavoro). Non ha dovuto farlo. La Stasi, con una rete di 2 milioni di informatori in un paese di 17 milioni di persone, era dovunque. C’erano 102.000 agenti della polizia segreta impiegati a tempo pieno per controllare la popolazione – uno per ogni 166 cittadini della Germania Est. I nazisti distruggevano i corpi, la Stasi  distruggeva le anime. Il governo della Germani Est ha aperto la strada della decostruzione   psicologica che hanno portato una perfezione raccapricciante i torturatori e i responsabili degli  interrogatori nei luoghi segreti  americani usati dalle forze armate, (i siti neri ) e all’interno del nostro sistema carcerario.

L’obiettivo della sorveglianza totale, come ha scritto la Arendt in The Origins of Totalitarism”, [Le origini del totalitarismo], non è, alla fine, di scoprire i crimini, “ma di essere a portata di mano  quando il governo decide di arrestare una certa categoria della popolazione.” E poiché le email degli Americani, le loro conversazioni telefoniche, le ricerche che fanno sulla rete, e i loro movimenti  sono registrati e archiviati in perpetuo nelle banche dati del governo, ci saranno “prove” più che sufficienti per acchiapparci, se lo stato lo ritenesse necessario. Queste informazioni attendono, come un virus mortale, nelle camere blindate del governo, di essere usate contro di noi. Non importa quanto banale o innocente possa essere quell’informazione. Negli stati totalitari, la giustizia, come la verità, è irrilevante.

L’oggetto degli stati totalitari efficienti, come aveva capito George Orwell, è di creare un clima in cui le persone non pensano a ribellarsi, un clima in cui vengono usate le uccisioni e le torture del governo soltanto contro una “manciata” di ribelli incontrollabili. Lo stato totalitario realizza questo controllo, ha scritto la Arendt, scacciando sistematicamente la spontaneità umana, e, per estensione, la libertà umana. Propaga incessantemente la paura perché la popolazione sia sempre continuamente traumatizzata e immobilizzata. Trasforma i tribunali e anche gli organismi  legislativi, in meccanismi che legalizzano i crimini di stato.

Lo stato legato alle grosse imprese, nel nostro caso* ha usato la legge per abolire silenziosamente il Quarto e Quinto emendamento della Costituzione, che erano stati stabiliti per proteggerci da intrusioni  arbitrarie da parte del governo nelle nostre vite private. La perdita di rappresentazione   e di protezione giudiziaria e politica, che fa parte del colpo di stato delle grosse imprese, significa che non abbiamo nessuna voce e nessuna protezione legale dagli abusi di potere. La recente decisione che appoggia lo spionaggio della Agenzia per la Sicurezza Nazionale (NSA), trasmessa dal Giudice Distrettuale degli Stati Uniti, William H. Pauley III, fa parte di una lunga e vergognosa lista di decisioni giudiziarie che fin dagli attacchi dell’11 settembre hanno ripetutamente sacrificato i nostri più amati diritti costituzionali sull’altare della sicurezza nazionale. I tribunali e gli organismi legislativi dello stato legato grosse imprese ora invertono abitualmente i nostri diritti più elementari per giustificare i saccheggi e la repressione delle grosse imprese. Dichiarano donazioni massicce e segrete per le campagne elettorali – una forma di corruzione legalizzata – sono  informazioni protette  in base al Primo Emendamento. Definiscono l’influenza delle grosse imprese – per mezzo della quale esse elargiscono finanziamenti ai funzionari eletti  e scrivono la nostra legislazione – come diritto del popolo a fare richieste al governo. E, in base alle nuove leggi e alla nuova legislazione, possiamo essere torturati o assassinati o imprigionati a tempo indeterminato dalle forze armate, ci si può negare il giusto processo e possiamo essere spiati senza alcun mandato. Cortigiani ossequiosi  che passano per giornalisti, santificano coscienziosamente il potere dello stato e ne amplificano le falsità – il canale televisivo MSNBC lo fa in modo così servile come il canale  Fox News – mentre ci riempiono la testa con la vacuità  dei pettegolezzi sulle celebrità e di altre banalità. La nostra cultura delle guerre che permette ai politici e agli esperti  di creare eccitazione su problemi non sostanziali, mascherano un potere politico che ha cessato di funzionare. La storia, l’arte, la filosofia, le ricerche da intellettuali, le nostre lotte sociali e individuali per la giustizia, condotte in passato, proprio il mondo  delle idee e della cultura, insieme con la comprensione di che cosa significa vivere e partecipare in una democrazia funzionante, vengono spinte nei buchi neri della dimenticanza.

Il filosofo della politica, Sheldon Wolin, nel suo libro fondamentale “Democracy Incorporated” [La democrazia incorporata], chiama il nostro sistema di governo totalitarismo invertito, che rappresenta l’inizio della maturità del potere e la smobilitazione politica della cittadinanza.” Differisce dalla forme classiche di totalitarismo che ruotano attorno a un demagogo o a un leader carismatico; trova la sua espressione nell’anonimato dello stato  legato alle aziende.   Le forze delle grosse aziende che stanno dietro al totalitarismo invertito, non sostituiscono – come invece fanno i movimenti totalitari classici – strutture decadenti con strutture nuove. Invece  fingono di onorare  la politica elettorale, la libertà di espressione e la stampa, il diritto alla privacy e le garanzie della legge. Però corrompono e manipolano la politica elettorale, i tribunali, la stampa e le leve fondamentali del potere in modo da rendere impossibile la partecipazione democratica genuina delle masse. La Costituzione degli Stati Uniti non è stata riscritta, ma è stata costantemente resa impotente attraverso l’interpretazione radicale giudiziaria e legislativa. Siamo rimasti con un guscio di democrazia e con un nocciolo totalitario. E l’ancora di questo totalitarismo delle aziende è il potere  incontrollato del nostro sistema di sicurezza interna.

I nostri governanti totalitari ingannano se stessi tanto spesso quanto ingannano il pubblico. Per loro la politica consiste in poco di più che relazioni pubbliche. Le bugie vengono dette non per raggiungere alcun scopo percepibile di politica pubblica, ma per proteggere l’immagine dello stato e i suoi governanti. Queste bugie sono diventate una forma grottesca di patriottismo. L’abilità dello stato per mezzo della sorveglianza completa di impedire inchieste esterne riguardo all’esercizio del potere, genera una terrificante sclerosi intellettuale e morale all’interno dell’elite governante. Idee assurde, come quella di impiantare la”democrazia” a Baghdad con la forza, allo scopo di diffonderla nella regione o l’idea che possiamo terrorizzare l’Islam radicale in tutto il Medio Oriente fino a sottometterlo, non sono più verificate dalla realtà, dall’esperienza o da un dibattito con basi concrete. I dati e i fatti non si adattano più alle teorie stravaganti delle nostre elite politiche, i generali e i capi dei servizi segreti sono ignorati e nascosti alla vista di tutti. La capacità della cittadinanza di prendere misure auto-correttive è di fatto ostacolata.

E, alla fine, come in tutti i sistemi totalitari, i cittadini diventano vittime della follia del governo, di bugie mostruose, e di corruzione rampante e di terrore di stato.

Il poeta rumeno Paul  Celan ha fissato la lenta ingestione di veleno ideologico – nel suo caso quello del fascismo – nella sua poesia “Fuga di morte”:

Nero latte dell’alba lo beviamo al crepuscolo lo beviamo a mezzogiorno e al mattino lo beviamo la notte lo beviamo e beviamo scaviamo una tomba nell’aria lì c’è spazio per tutti.

Noi come tutti coloro che vivono in tutti gli stati totalitari emergenti, sono stati mentalmente danneggiati da un’amnesia storica orchestrata accuratamente, una stupidità indotta dallo stato. Sempre di più non ricordiamo che cosa significa essere liberi. E poiché non lo ricordiamo, non reagiamo con violenza quando viene rivelato che la libertà ci è stata tolta. Le strutture del nostro stato devono essere abbattute. Il suo apparato di sicurezza deve essere distrutto. E coloro che difendono il totalitarismo dello stato legato alle aziende, compresi leader dei due maggiori partiti politici, gli accademici fatui, gli esperti e la stampa in bancarotta, devono essere cacciati via dai templi del potere. Le proteste di massa nelle strade e la disobbedienza civile prolungata, sono la nostra unica speranza. Un fallimento della ribellione – cosa su cui conta lo stato -  ci vedrà ridotti in schiavitù.


http://ilupidieinstein.blogspot.it/2012_09_01-archive.html

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte:http://www.truthdig.com/report/item/the_last_grasp_of_american_democracy_20140105

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