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lunedì 29 settembre 2014

Un Rapporto definisce diffusa la pratica del "chokehold" proibito, ma la polizia interpreta il bando diversamente
di Riccardo Chioni

Il rapporto ordinato da Richard Emery, nuovo presidente dell’agenzia munucipale Civilian Complaint Review Board contenuto in 120 pagine che sarà reso pubblico questa settimana, mette in risalto un problema cronico in seno al New York Police Department chiamato “chokehold”.

È la risposta che l’avvocato dei diritti civili Richard Emery ha voluto dare all’omicidio di Eric Garner, il 43enne padre di sei figli di Staten Island, morto durante l’arresto mentre gli veniva praticato il “chokehold” da un agente in borghese, perché vendeva sigarette sfuse in strada.

Il medico legale ha classificato omicidio la morte di Garner, un fatto che ha infiammato gli animi di residenti e attivisti che continuano a chiedere l’incriminazione dell’agente Daniel Pantaleo ripreso in un video amatoriale mentre praticava su Garner la manovra fisica proibita dal Nypd.

Il rapporto evidenzia come sia di uso comune nelle stanze dei distretti di polizia la metodica pratica in fase di stesura dei rapporti di servizio di voler ridimensionare la definizione di “chokehold”, in modo da non far passare guai ai poliziotti interessati.

Mentre da una parte le statistiche suonano il campanello d’allarme confermando un lieve aumento delle denunce per l’uso di “chokehold” da parte della polizia, il rapporto invece traccia un quadro meno catastrofico, anche se nelle conclusioni determina che “l’uso del chokehold persiste”.

Il Civilian Complaint Review Board ha intitolato il rapporto “Vision Zero Action Plan”, un libro bianco sulle denunce pervenute per l’uso della pratica “chokehold” da parte di agenti ed ha appurato che soltanto 10 su 1.128 esaminate sono corroborate da prove inconfutabili.

In particolare il rapporto ha preso in considerazione le denunce comprese negli ultimi 5 anni e mezzo, fino a giugno ed ha suddiviso le 10 riscontrate documentate dal 2009 in cui si sono vwerificati tre casi, due l’anno successivo, uno nel 2012 e uno fino a giugno del corrente.

Una cosa è certa: metà degli agenti accusati di praticare “chokehold” hanno alle spalle almeno 6 lagnanze inoltrate al Ccrb e un quarto di questi ne conta oltre 10 a proprio carico.

Ma nei distretti di polizia della City, dove da venti anni la Patrol Guide proibisce di applicare pratiche che creano difficoltà alla respirazione, in altre parole il “chokehold”, certi agenti agiscono come se fossero al di sopra della legge.

Il libro bianco “Vision Zero Action Plan” è molto critico anche nei confronti di certi giudici piuttosto delicati quando si tratta di infliggere azioni disciplinari nei casi di “chokehold” e riporta un esempio per tutti: quello di un agente colpevole di averlo praticato con entrambe le mani, punito con la perdita di 10 giorni di vacanza.

La pagella dei buoni e cattivi tra i 123 distretti di polizia disseminati nella City pone al primo posto il 75th Precint di East New York a Brooklyn che - nel periodo 2009-2014 - conta 65 casi di “chokehold”, seguito dal 73rd Precint situato nel rione che comprende Ocean Hill e Brownsville sempre a Brooklyn, con 52 lagnanze.

Tra i buoni invece che non hanno mai avuto un “complaint” figurano il Central Park Precint, il 66th a Borough Park a Brooklyn e il 121st, l’ultimo creato a Staten Island.

Il rapporto ha accertato che molti casi non sono dettagliati per carenza di indagini interne, in altre circostanze la pratica di “chokehold” in fase di redazione di rapporto veniva definita piuttosto “uso di forza fisica” in un gioco di parole mirato a scongiurare la minaccia di atti disciplinari nei confronti degli attori, o addirittura denunce civili.

Il libro bianco dell’avvocato dei diritti civili non è piaciuto al presidente del sindacato degli agenti di polizia Patrick Lynch, il quale ha commentato “ogni rapporto redatto senza giuramento, non comprovato e mediocremente investigato, fatto di denunce da parte di criminali non ha alcun valore”.

“Vision Zero Action Plan” non si limita a bacchettare One Police Plaza e giudici, propone altresì un addestramento più qualificato per tutti i 35 mila agenti del corpo di polizia di New York, una migliore tracciabilità delle lagnanze dei cittadini e una più rigorosa disciplina sulla pratica “chokehold”.

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