http://www.ilfattoquotidiano.it/
5 dicembre 2014

Phoenix, ucciso dalla polizia, era disarmato

L'ennesimo caso di un afroamericano innocente freddato dagli agenti aumenta la tensione in tutto il Paese. Forti proteste a New York dopo la diffusione del video dello strangolamento di Eric Garner: "Non posso respirare!" è il grido dei manifestanti

È stata una notte di proteste negli Stati Uniti dopo che un uomo di colore disarmato, Rumain Brisbon, è stato ucciso martedì sera con due colpi di pistola da un agente di polizia a Phoenix, in Arizona. Era stato fermato per sospetto spaccio di droga ma aveva in tasca solo delle pillole. Si tratta dell’ennesimo caso, quest’anno, di un afroamericano innocente che muore dopo uno scontro con le forze dell’ordine e le proteste dei cittadini continuano in tutto il paese. La tensione è aumentata dopo la diffusione del video delle ultime ore di Eric Garner, anch’egli di colore, strangolato dagli agenti a Staten Island dopo una discussione, malgrado non fosse armato né aggressivo. Le immagini, agghiaccianti, hanno fatto il giro del mondo e a Manhattan i manifestanti hanno protestato sdraiandosi a terra e gridando: “I can’t breathe!” (Non riesco a respirare), le parole urlate da Garner mentre un agente lo stringeva per il collo. Come nel caso di Darren Wilson, il poliziotto di Ferguson che il 9 agosto aveva ucciso il diciottenne nero Michael Brown, il Gran giurì ha deciso di non incriminare l’agente Daniel Pantaleo per aver causato la morte di Garner lo scorso 17 luglio e il rischio che la reazione della gente di New York sia simile a quella della cittadina del Missouri si va sempre più concretizzando.

“In questo Paese fino a quando non tutti saranno trattati in maniera uguale davanti alla legge sarà un problema. E il mio compito come presidente è di risolvere questo problema”: le parole di Barack Obama dopo il caso di Staten Island non sono bastate. La notizia dell’uccisione di Brisbon, uscita molte ore dopo il fatto, ha scatenato numerose proteste nell’America nera. Al trentaquattrenne afroamericano, fermato durante un’operazione antidroga, è stato intimato di sdraiarsi a terra ma lui si sarebbe rifiutato e, secondo la ricostruzione della polizia, avrebbe infilato una mano in tasca: ne sarebbe seguita una colluttazione in cui i due sono rotolati fino all’appartamento di una donna. Lì, come ha comunicato il portavoce delle forze dell’ordine, Trent Crump, l’agente ha temuto che Brisbon tirasse fuori una pistola e gli ha sparato due colpi che lo hanno ucciso. L’uomo in tasca teneva solo una confezione di pillole di paracetamolo.

Oltre alla Grande mela, le manifestazioni degli afroamericani, che vanno coinvolgendo anche gli altri cittadini americani, si sono espanse a Pittsburgh, Chicago, Boston e nelle grandi città del Paese, dove si temono blocchi stradali dei manifestanti. La polizia è schierata per evitare degenerazioni, ma la tensione non sembra placarsi.

top