Originale: The Intercept
http://znetitaly.altervista.org
10 dicembre 2014

Il male storico di Guantanamo
di Glenn Greenwald
Traduzione di Maria Chiara Starace

I militari statunitensi questa notte hanno trasferito sei detenuti di Guantanamo in Uruguay.

Tutti erano stati in prigione fino dal 2002, più di 12 anni. Nessuno è stato mai accusato di crimini,  e neanche colpevoli di qualsiasi violazione. Per tutti era stato autorizzato il rilascio anni fa dal Pentagono stesso, ma, cionondimeno, erano rimasti nelle celle fino a oggi.

Tra i detenuti liberati c’è Abu Wa’el Dhiab, di nazionalità siriana, nato in Libano e padre di quattro figli che è stato catturato dalla polizia pachistana e consegnato agli Stati Uniti nel 2002 per quella che si dice fosse un’ enorme taglia. Il suo rilascio era stato autorizzato nel 2009 – cinque anni fa – e presumibilmente ha fatto ripetutamente scioperi della fame dentro il campo per protestare contro il suo trattamento. A 43 anni, è fisicamente debilitato. Come ha descritto il gruppo per i diritti umani Reprieve:

Come conseguenza delle condizioni nella prigione e del trattamento spietato che ha ricevuto, al signor Dhiab viene negato l’uso della sua sedia a rotelle, il che vuol dire che viene trascinato in modo brutale dalla sua cella e sottoposto ogni giorno ad alimentazione forzata contro la sua volontà.

Come osserva la grande inviata a Guantanalo del giornale Miami Herald, Carol Rosenberg,  ci sono – sei anni dopo che Obama è stato eletto con la promessa di chiudere il campo – ancora 136 detenuti a Guantanamo, 67 dei quali autorizzati al rilascio. (Le dichiarazioni dei  Democratici che Obama è senza colpa, sono false e fuorvianti fino all’eccesso, come lo sono le affermazioni che nessun paese accetterà i detenuti). In un articolo appena pubblicato, Rosenberg osserva che il rilascio di 6 uomini, tutti di età comprese tra i 30 e i 40 anni, è in corso da tutto un anno, ma “è rimasto sulla scrivania [del Segretario alla Difesa] Chuck Hagel per mesi, in attesa della sua firma, mentre gli analisti dell’intelligence lo esaminavano.”

Durante tutti gli anni di asserzioni propagandistiche che i detenuti sono pericoloso “terroristi,” quasi nessuno è stato accusato di alcun reato da un governo che ha ripetutamente  ( e con facilità vergognosa) condannato delle presone accusandole di terrorismo. Sono stati soltanto tenuti nelle gabbie indefinitamente, in mezzo all’Oceano, a migliaia di chilometri dalle loro case. Nove detenuti sono morti nel campo: parecchi presumibilmente si sono suicidati, altri a causa di malattie. Uno dei detenuti nel campo, (rilasciato nel 2008), era un giornaliste e fotografo di Al Jazeera, Sami Al-Aaj, che è stato tenuto in una gabbia per 6 anni, senza accuse o processo e senza quasi nessun avviso da parte dei media statunitensi (anche se i media americani denunziano continuamente la detenzione di giornalisti statunitensi per opera di altri governi).

Una ragione significativa per cui questi 6 detenuti sono stati liberati oggi, è che il presidente dell’Uruguay, Jose Mujica, ha pubblicamente svergognatogli Stati Uniti per questo ritardo.

La settimana scorsa ha scritto una lettera aperta a Obama, sollecitando il rilascio dei detenuti per motivi umanitari, scrivendo: “Abbiamo offerto la nostra ospitalità per esseri umani che hanno sofferto un atroce sequestro a Guantanamo.” Mujica stesso è un ex detenuto politico che ha trascorso gran parte della sua prigionia in isolamento per le sue attività di guerriglia con il movimento rivoluzionario dei Tupamaros.”

Proprio come l’amministrazione degli Stati Uniti ha eliminatole foto che mostrano le torture americane e sta tentando ora di ritardare se non addirittura di impedire l’uscita del rapporto del senato statunitense  sulle torture, i funzionari di Obama hanno ripetutamente cercato di eliminare i video che mostrano gli orrori dell’alimentazione forzata che viene imposta ai prigionieri di Guantanamo. E’ stata la famiglia di Dhiab, il detenuto libanese-siriano rilasciato oggi, che ha accanitamente perseguito una campagna legale e pubblica per ottenere quei video per mostrare la brutalità di questo trattamento. Come ha raccontato il gruppo Reprieve:

Dopo aver avviato una rilevante azione legale contro il trattamento imposto a Dhiab, gli avvocati di Reprieve sono stati in grado di visionare le videocassette del Signor Dhiab sottoposto ad alimentazione forzata. Mentre il contenuto dei video è attualmente classificato “Segreto” e quindi non può essere rivelato al pubblico, Cori Crider, direttrice delle strategie e consigliera del Signor Dhiab, ha detto che ha avuto ‘problemi a dormire’ dopo aver visionato quei nastri strazianti.

Nel giugno 2014, 16 fonti di stampa, compresa la Reuters e il New York Times, sono intervenute nella causa di Dhiab contro Obama per cercare di avere accesso alle cassette con la motivazione del Primo Emendamento [RIVELAZIONE: Fist Look Media che pubblica The Intercept,(una pubblicazione on line] è stata una delle agenzie che hanno intentato quella causa].

In ottobre un giudice federale ha ordinato che venissero resi pubblici i video, ma proprio la settimana scorsa il Dipartimento di Giusizia ha annunciato che stava per ricorrere in appello contro quella decisione. La base logica fornita dall’Amministrazione più Trasparente Mai esistita (definizione di Obama, n.d.t.)  per eliminare le prove dei crimini, della brutalità e della ferocia del governo degli Stati Uniti, è sempre la stessa: la trasparenza  “influenzerà sfavorevolmente le condizioni di sicurezza in Afghanistan e in Iraq” facendo infuriare le persone in tutto il mondo. Non comportarsi in questo modo non è mai un’opzione. L’unica priorità impedire che si svelino delle cose.

In un articolo straziante pubblicato in luglio su The Huffington Post, la moglie di Dhiab, Umm Wa’el, racconta le sofferenze che lei e la sua famiglia hanno sopportato come conseguenza della detenzione di 12 anni senza giusto processo   suo marito in mezzo al Mar dei Caraibi:

Sono passati più di 10 anni da quandoAbu Wa’el ci è stato portato via durante la notte. Avevo appena dato alla luce il nostro quarto bambino; gli altri nostri figli erano piccoli. Mio marito è un uomo gentile e un cuoco eccezionale. Mi mancano i piatti che aveva imparato a fare nel ristorante di suo padre. Non è colpevole di alcun reato, non è stato mai accusato, e gli è stato detto dal presidente Obama, cinque anni fa, che sarebbe stato liberato dalla prigionia a Guantanamo….

In passato, non mi  sarei aspettata questa segretezza dall’America. Me nei mesi scorsi, l’ho constatata ripetutamente. Per prima cosa, il governo ha lottato per impedire che i nostri avvocati guardassero i video dell’alimentazione forzata. Adesso proibisce ai nostri avvocati perfino di discuterne il l contenuto in segreto con altri avvocati autorizzati dalla sicurezza. Poi si è opposto alla richiesta da parte di 16 dei più apprezzati gruppi di mass media del paese, di avere acceso al materiale. Sta facendo del suo meglio per assicurarsi che ciò che è successo – che sta succedendo – a mio marito non veda mai la luce del giorno….

L’America è stata sconvolta dalle immagini arrivate da Abu Ghraib. Questi filmati di Guantanamo rischiano di avere la stessa sorte. Agli americani si dovrebbe dare la possibilità di vederli, e di decidere se accettano quello che si sta facendo ogni giorno a mio marito. Sono sicura che, se ne avranno occasione, vedranno la realtà: la semplice disperazione di un uomo innocente, detenuto senza accuse o processo, che usa gli unici mezzi a sua disposizione per ritornare da sua moglie e dai suoi figli.

Questo è lo scenario che ha continuato a ripetersi per gli scorsi 13 anni – non soltanto a Guantanamo ma in altri buchi infernali dove imprigionano senza giusto processo: Bagram (in Afghanistan) (che il Dipartimento della Giustizia –DOJ-  di Obama ha difeso con veemenza) e ad Abu Ghraib, e anche le navi illegali e i “siti  neri” della CIA. Nulla di tutto questo ha lontanamente dissuaso gli Stati Uniti e i commentatori dei suoi media ultra-nazionali dal continuare a fare lezione al mondo sulla necessità del processo dovuto e di corretti procedimenti giudiziari (proprio come la redditizia subordinazione ai dittatori non gli impedisce di dare lezioni al mondo sulla necessità della democrazia).

Tutto questo ha fatto sì che il mondo sempre di più smetta di prendere sul serio qualsiasi cosa abbiano da dire i funzionari americani su questi argomenti (secondo il punto in cui chiunque li abbia presi sul serio prima). Dovrebbero farlo. I mali storici e le vergognose azioni del governo degli Stati Uniti durante l’interminabile guerra al terrore sono svariati. Tenere delle persone in gabbia per più di un decennio in mezzo al mare, lontani dalle loro famiglie, senza uno straccio di processo dovuto o di speranza di liberazione, è quasi in cima a quella lista di mali.


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://zcomm.org/znet/article/the-historic-evil-of-guantanamo

top