Originale: Venezuelanalysis.com
http://znetitaly.altervista.org
26 febbraio 2014

Il vero colore del movimento studentesco venezuelano
di Alex Main
traduzione di Giuseppe Volpe

La sera del 22 febbraio ha avuto luogo un incidente bizzarro nella sfera mediatica venezuelana. Circa alle 16:00, ora venezuelana, numerosi canali mediatici privati del paese hanno pubblicato un comunicato di un gruppo di protesta identificato solo come il “movimento studentesco”. La retorica e il tono della dichiarazione corrispondono alle posizioni spesso espresse da fazioni di estrema destra dell’opposizione venezuelana negli ultimi 14 anni. Il Venezuela, afferma il documento, è preda dei comunisti cubani:

“Forze straniere hanno posto il Venezuela sotto un assedio militare. I loro mercenari ci attaccano in modo vile e feroce. Il loro obiettivo consiste nel renderci schiavi e diventare padroni della nostra esistenza, disonorando le bandiere che abbiamo tenuto alte nelle strade e che difenderemo con le nostre vite.

Vogliamo la nostra Libertà. Per proteggerla è vitale difendere la Sovranità della Nazione, espellendo i comunisti cubani che stanno usurpando il governo e le Forze Armate.”

Il comunicato chiede che “l’usurpatore [presidente venezuelano] Nicolas Maduro e l’intero suo governo siano deposti” e afferma che le proteste continueranno fino a quando questa e altre richieste non saranno soddisfatte. La dichiarazione chiama anche all’azione difensiva contro la polizia statale:

“Il regime ha dichiarato guerra a ogni civile che non accetti la sua ideologia marxista. Il nostro appello è alla difesa: non permettete che l’invasore profani la vostra strada, il vostro viale, la vostra proprietà. Impeditegli l’accesso affinché non riempia di pallottole il vostro quartiere, non distrugga le vostre proprietà, non faccia del male ai vostri cari e, soprattutto, affinché sappia che ci sono venezuelani veterani delle battaglie che non si lasceranno rendere schiavi mediante l’uso della forza.”

La retorica che si riscontra in questo comunicato ricorda il linguaggio usato dai promotori delle proteste “guarimba” del 2004 che – in modo simile a molte delle proteste che sono state messe in atto in Venezuela nelle ultime due settimane – hanno visto i dimostranti bloccare le vie principali, con falò e barricate, e danneggiare proprietà pubbliche. L’obiettivo esplicito delle proteste guarimba del 2004 fu di creare un enorme caos nelle vie cittadine costringendo così il governo a dimettersi o ad attuare una repressione di massa. Oppure, nelle parole di Luis Alonso, il principale promotore della guarimba dieci anni fa:

“IL SOLO obiettivo della ‘GUARIMBA’ (…) è creare un caos anarchico a livello nazionale con l’aiuto di tutti i cittadini e nelle città principali del Venezuela, così da costringere il regime CASTRO-COMUNISTA del Venezuela a ordinare il ‘PIANO AVILA’ [un piano militare d’emergenza per imporre l’ordine pubblico che fu usato nel corso delle manifestazioni caracazo del 1989 e che lasciò migliaia di morti].”

Se fosse stata attuata una repressione di massa, i guarimberos ritenevano che elementi dell’esercito contrari al progetto ‘Castro-comunista’ si sarebbero ribellati e avrebbero deposto il governo.

Inutile dirlo, la terminologia e gli obiettivi del comunicato degli studenti probabilmente non riflettono il punto di vista della maggior parte dei sostenitori dell’opposizione venezuelana e certamente non rafforzano la descrizione comune delle proteste giovanili come pacifiche e ragionevoli.

Ma poi, come per magia, il comunicato originale del ‘movimento degli studenti’ non meglio identificato è stato rimosso da molti siti e in alcuni casi è stato sostituito da un testo meno polemico. Qui c’è un collegamento alla versione iniziale di un articolo di El Nacional sul comunicato del movimento studentesco che contiene il testo della dichiarazione originale. In seguito, nella serata, i redattori hanno sostituito in sordina la dichiarazione originale con la seconda, come si può costatare in questa versione aggiornata dello stesso articolo. El Nacional, uno dei giornali più diffusi del paese, e altri canali che hanno operato il cambio, non hanno mai informato i loro lettori di averlo fatto. Ecco una traduzione di alcuni passaggi chiave del secondo comunicato:

“La gioventù [venezuelana] non può restare in silenzio di fronte al profondo dolore nel cuore di tutti i venezuelani causato dall’odio e dalle divisioni che vengono seminati. La nostra coscienza resta limpida nel contestare quelli che desiderano mettere in atto violenze, ignorare i problemi più urgenti del paese e calpestare diritti umani.

L’esacerbazione dell’insicurezza, il deterioramento della qualità della vita dei venezuelani, la crisi economica, la repressione e la criminalizzazione delle proteste dei cittadini ci inducono a far sentire la nostra voce. Vogliamo la riconciliazione e il rispetto dei principi democratici e della Costituzione.

(…) Sogniamo un Venezuela in cui siano possibili l’inclusione, la pace e la prosperità.”

Niente più discorsi su “comunisti cubani” che si sono impossessati del governo e dell’esercito o sulla necessità di rimuovere l’”usurpatore” Nicolas Maduro. Invece una serie di richieste che, anche se a volte basate su premesse molto discutibili, sembrano più ragionevoli, ad esempio “libertà per tutti i giovani detenuti, (…) disarmo dei gruppi violenti, (…) fine della censura dei media [a proposito della pretesa censura dei media raccomando di leggere il post più recente di Mark Weisbrot sui media venezuelani]”.

Tuttavia una richiesta del comunicato rivisto è simile alla richiesta principale del comunicato originale: il secondo comunicato chiede “il rinnovamento e la ri-legittimazione dei poteri pubblici”. Anche se a prima vista questo linguaggio può sembrare innocuo, il significato fondamentale è chiaro: quelli al potere non sono legittimati e andrebbero rimossi. Nell’interpretazione più caritatevole questo può essere letto come una richiesta di elezioni immediate, nonostante il fatto che Maduro è stato eletto meno di un anno fa e che la sua legittimità popolare è stata riaffermata nelle elezioni amministrative dello scorso dicembre in cui i partiti filogovernativi hanno conquistato la maggioranza dei voti con un margine di dieci punti.

E’ anche interessante notare che, diversamente dai movimenti giovanili di protesta più recenti, come il movimento cileno del 2011-13, le proteste studentesche del Quebec del 2012 o anche il movimento statunitense di Occupy Wall Street, le richieste degli studenti venezuelani che sono scesi in piazza non sono concentrate né su temi di giustizia sociale né sulle politiche del governo riguardo all’istruzione. E’ indicativo che la Federazione degli Studenti dell’Università del Cile, che fu determinante nel por fine alla dittatura di Pinochet e che ha svolto un ruolo chiave nelle proteste del 2011-13, abbia rilasciato una dichiarazione in cui ha avuto da dire quanto segue a proposito del movimento degli studenti venezuelani:

“Respingiamo ogni tentativo di destabilizzazione, di spauracchi sulla necessità di far scorte di cibo e su un colpo di stato che mirano ad aggirare le decisioni sovrane del popolo del Venezuela (…). Analogamente non ci sentiamo rappresentati dalle azioni di settori studenteschi venezuelani che si sono schierati a difesa del vecchio ordine e che si oppongono al percorso che il popolo ha deciso.”


Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://zcomm.org/znetarticle/true-colors-of-venezuelan-student-movement/

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