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03-03-14 - n. 488

Manifestazioni in Venezuela: 25 verità
di Salim Lamrani 
Traduzione a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Come nel 2002, l'opposizione radicale, incapace di prendere il potere attraverso le urne, moltiplica le azioni con l'obiettivo di rompere l'ordine costituzionale.

1. Nicolas Maduro, Presidente legittimo del Venezuela dall'aprile 2013, affronta una poderosa opposizione sostenuta dagli Stati Uniti, che mira a riconquistare il potere perduto nel 1998.

2. Perse le elezioni presidenziali ad aprile 2013 con un margine dell'1,59%, l'opposizione rifiuta i risultati elettorali, nonostante fossero avallati dalle più importanti istituzioni internazionali, dall'Unione Europea all'Organizzazione degli Stati Americani passando dal Carter Center, e manifesta la sua rabbia con atti di violenza che costano la vita di undici militanti chavisti.

3. Tuttavia, il debole margine che separava il candidato dell'opposizione Henrique Capriles dal vincitore Victor Nicolas Maduro, galvanizza la destra, motivata dalla prospettiva della riconquista del potere. L'opposizione fa quindi delle elezioni comunali del dicembre 2013 un obiettivo strategico.

4. Contro ogni previsione, le elezioni comunali si sono trasformate in un plebiscito a favore del potere chavista, che ha ottenuto il 76% dei comuni (256) contro il 23% (76) della coalizione MUD che riuniva tutte le opposizioni.

5. Demoralizzata da questa grave battuta d'arresto, vedendo la prospettiva della conquista del potere per via democratica allontanarsi di nuovo - le prossime elezioni legislative saranno in dicembre 2015 - l'opposizione decide di riprodurre lo schema dell'aprile 2002 che provocò un colpo di Stato mediatico-militare contro il Presidente Hugo Chávez.

6. Da inizio anno, il settore radicale dell'opposizione ha deciso di agire. Leopoldo López, leader del partito Volontà Popolare, che partecipò al colpo di stato dell'aprile 2002, il 2 gennaio 2014 lancia un appello all'insurrezione: "Vogliamo lanciare un appello ai venezuelani [...] per sollevarci. Invitiamo il popolo venezuelano a dire basta. [...] Qual è il modo per uscire da questo disastro?".

7. Il 2 febbraio 2014, durante una manifestazione, Leopoldo Lopez accusa il governo di essere responsabile di tutti i mali: "Le carenze che abbiamo oggi hanno un colpevole. Questo colpevole è il potere nazionale".

8. Il 2 febbraio 2014, Antonio Ledezma, esponente dell'opposizione e sindaco della capitale, Caracas, lancia a sua volta un appello per il cambiamento: "Questo regime che compie oggi quindici anni continua a promuovere lo scontro. Oggi comincia l'unità nelle strade in tutto il Venezuela".

9. María Corina Machado, deputata dell'opposizione, lancia un appello per porre fine alla "tirannia": "Il popolo del Venezuela ha una risposta: 'Ribellione, ribellione'. Ci sono alcuni che dicono che dovremmo aspettare le elezioni fra qualche anno. Possono aspettare coloro che non hanno cibo per i loro figli? Possono aspettare i dipendenti pubblici, i contadini, i commercianti, coloro che sono privati del loro diritto al lavoro e alla proprietà? Il Venezuela non può aspettare".

10. Il 6 febbraio 2014, dopo una manifestazione dell'opposizione, un gruppo di un centinaio di studenti incappucciati attacca la residenza del governatore dello Stato di Táchira, ferendo una dozzina di poliziotti.

11. La stessa settimana, si svolgono diverse manifestazioni dell'opposizione in diversi Stati e degenerano tutte in violenza.

12. Il 12 febbraio 2014 un'altra manifestazione, orchestrata dall'opposizione al Ministero Pubblico, composta da studenti provenienti dalle università private che si sono organizzati in gruppi d'assalto, registra un'inaudita violenza: tre morti, un centinaio di feriti e innumerevoli danni materiali.

13. Come durante il colpo di Stato dell'aprile 2002, le tre persone morte sono state uccise con una pallottola in testa.

14. Tra loro vi è un militante chavista, Juan Montoya e un oppositore di nome Basil Da Acosta. Secondo l'indagine balistica, entrambi sono stati giustiziati con la stessa arma.

15. I giorni seguenti i manifestanti, ufficialmente mobilitati "contro il caro vita e l'insicurezza", si sono installati in Plaza Altamira, situata in un quartiere ricco di Caracas.

16. Da diversi mesi, il Venezuela soffre una guerra economica orchestrata dall'opposizione che controlla ancora grandi settori, con l'organizzazione artificiale di penurie, accaparramento di prodotti di prima necessità e la moltiplicazione di azioni speculative.

17. Così, il 5 febbraio 2014, le autorità sequestrano nello stato di Táchira circa mille tonnellate di prodotti alimentari di prima necessità (riso, zucchero, olio, caffè, ecc.) nascosti nei magazzini. Dal gennaio 2013, le autorità hanno sequestrato più di 50.000 tonnellate di alimenti.

18. Il Governo bolivariano ha deciso di agire e punire gli accaparratori e speculatori. Nel novembre 2013, la catena di elettrodomestici Daka è stata posta sotto controllo e le autorità hanno deciso di regolamentarne i prezzi. La società fatturava i suoi prodotti con un profitto di oltre il 1000%, quindi erano inaccessibili per la maggioranza dei venezuelani.

19. Ora il margine massimo delle imprese non può superare il 30%.

20. Il Presidente Nicolas Maduro ha denunciato un tentativo di colpo di Stato e ha chiamato i cittadini a far fronte al "fascismo". "Niente ci separerà dal cammino della Patria e dalla via della democrazia", ha dichiarato.

21. Il 17 febbraio, 2014, tre diplomatici statunitensi sono stati espulsi per il loro coinvolgimento con gli eventi sanguinosi. Secondo le autorità venezuelane, si erano riuniti con gli studenti delle università private per coordinare le manifestazioni.

22. Il 18 febbraio 2014, Leopoldo Lopez viene arrestato per la sua responsabilità politica nelle manifestazioni violente ed è consegnato alla giustizia.

23. L'amministrazione Obama ha condannato il Governo di Caracas per la violenza, senza menzionare minimamente la responsabilità dell'opposizione che cerca di perpetrare un colpo di Stato. Al contrario, il Dipartimento di Stato ha chiesto l'immediato rilascio di Leopoldo López, l'istigatore principale degli eventi drammatici.

24. I media occidentali nascondono gli atti di violenza dei gruppuscoli armati (metrò e edifici pubblici saccheggiati, i negozi MERCAL - dove il popolo si fornisce di cibo - bruciati), così come il fatto che la televisione pubblica Venezolana de Televisión è stata attaccata con armi da fuoco.

25. I media occidentali, lungi dal presentare i drammatici avvenimenti in Venezuela con imparzialità, si schierano a favore dell'opposizione golpista e contro il governo democratico e legittimo di Nicolas Maduro. Non esitano a manipolare l'opinione pubblica e presentano la situazione come una massiccia rivolta popolare contro il potere. In realtà, Maduro dispone del sostegno di massa della maggioranza dei venezuelani, come testimoniano le gigantesche manifestazioni a favore della Rivoluzione Bolivariana.

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