Il Fatto Quotidiano
28 luglio 2014

Gaza, l’Onu: “Cessate il fuoco immediato”. Nessun raid di Israele nella notte

La mancata approvazione da parte del Consiglio di Sicurezza di un documento vincolante su Gaza delude però il rappresentante palestinese alle Nazioni Unite, Riyad Mansour. "Quello che vediamo dopo 20 giorni è una dichiarazione, che non è una risoluzione". Deluso anche Ron Prosor, ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, che ha rimarcato come la decisione non contenga alcun riferimento al "gruppo terroristico" Hamas

 “Cessate il fuoco immediato”. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, riunitosi nelle scorse ore per discutere della situazione nella Striscia di Gaza, ha chiesto la fine immediata dei combattimenti, per consentire la consegna degli aiuti umanitari ai palestinesi, stremati da oltre venti giorni di bombardamenti. Una richiesta che arriva poco dopo la telefonata tra Barack Obama e Benjamin Netanyahu in cui il presidente degli Stati Uniti ha sottolineato la necessità di una “tregua immediata e incondizionata”. Sono 1.032 i palestinesi morti dall’inizio dell’offensiva di Tel Aviv.

Le Nazioni Unite: “Rispetto per le infrastrutture umanitarie”.

L’organismo Onu ha inoltre chiesto alle parti di concordare “un cessate il fuco duraturo e pienamente rispettato”. Nei giorni scorsi le tregue erano state più volte violate. “Il Consiglio di Sicurezza – si legge nel documento non vincolante prodotto alla fine della riunione d’urgenza a New York – esprime forte sostegno per l’appello dei partner internazionali e del Segretario Generale delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco umanitario immediato e senza condizioni, che permetta di fornire l’assistenza di cui c’è urgente bisogno”. Il Consiglio di Sicurezza sottolinea inoltre la necessità che il cessate il fuoco sia rispettato nel corso della festività islamica dell’Eid al-Fitr (che comincia oggi), e nei giorni successivi e chiede a tutte le parti di rispettare le infrastrutture umanitarie nella regione, comprese quelle delle Nazioni Unite. Solo quattro giorni fa una scuola dell’Agenzia per i rifugiati era stata colpita: trai 17 morti c’erano anche 11 bambini. E anche domenica un colpo di artiglieria si è abbattuto sul quartier generale delle Nazioni Unite.

Regge la tregua parziale, ma Israele continua nella distruzione di tunnel.

Intanto la tregua parziale e non ufficiale tra Israele e Hamas a Gaza sembra reggere. Anche se l’esercito israeliano ha risposto al lancio di un razzo lanciato stamattina dalla Striscia contro la città di Ashkelon. I militari hanno colpito in direzione di Beit Lathia, la località della Striscia dalla quale era partito il missile. Una portavoce israeliana ha confermato che l’aviazione dello stato ebraico non ha condotto nella notte e non sta conducendo raid aerei. Ieri il movimento palestinese ha annunciato uno stop di 24 ore al lancio di razzi contro il territorio di Israele. L’esercito israeliano sta però continuando l’opera di ricerca e distruzione dei tunnel utilizzati da Hamas per infiltrarsi all’interno del paese.

Risoluzione non vincolante delude palestinesi e israeliani.

La mancata approvazione da parte del Consiglio di Sicurezza di un documento vincolante su Gaza delude però il rappresentante palestinese alle Nazioni Unite, Riyad Mansour. “Quello che vediamo dopo 20 giorni – ha detto Mansour, citato dall’agenzia Dpa – è una dichiarazione, che non è una risoluzione. Avrebbero dovuto adottare una risoluzione già da diverso tempo, per condannare questa aggressione e chiedere che sia fermata immediatamente”. Presso le Nazioni Unite, l’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha un seggio da osservatore.

Si è detto deluso, seppure per motivi diversi, anche Ron Prosor, ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, che ha rimarcato come la decisione non contenga alcun riferimento al “gruppo terroristico” Hamas. “Abbiamo fatto tutto il possibile – ha affermato, citato dall’agenzia Dpa – per evitare questo conflitto, ma Hamas si è rifiutato di fermare i suoi attacchi”.

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