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31 luglio 2014


Reclutare per uccidere

di Ramzy Baroud

Traduzione di Maria Chiara Starace

Per alcuni, il segretario di stato americano, John Kerry, può essere sembrato un genuino pacificatore mentre ventilava delle idee durante una sua visita al Cairo il 25 luglio riguardo a un cessate il fuoco tra Israele e i combattenti palestinesi a Gaza. Ma dietro il suo misurato linguaggio diplomatico, c’è una verità che neanche il massimo diplomatico d’America può nascondere facilmente. Il suo paese è coinvolto moltissimo a combattere questa sporca guerra contro Gaza che ha ucciso oltre 1.050 persone, ne ha ferite altre 1000, e ha distrutto molto di uno spazio già povero, malandato che è a malapena abitabile, tanto per cominciare.
L’aiuto militare ed economico a Israele si misura annualmente in miliardi, e il governo degli Stati Uniti continua a essere l’alleato più forte e più appassionato e il benefattore politico. In effetti, il “rapporto speciale” tra Stati Uniti e Israele sta diventando più “speciale” ogni giorno anche se Israele sta affondando ulteriormente nell’abisso di un isolamento ben meritato.
E’ vero, ci sono alcuni, anche nella giustizia per un campo palestinese, che stranamente parlano di come sia stata eccezionale e giusta l’Amministrazione di Barack Obama rispetto a quelle che lo hanno preceduto. Tuttavia, tralasciano il fatto che, a parte alcune dichiarazioni espresse con parole particolarmente forti, Obama è stato un devoto sostenitore convinto per conto di Israele e della sua sicurezza arrivando fino a difendere la guerra denominata “Operazione Margine Protettivo”, cioè il massacro di migliaia di civili innocenti a Gaza.
Però l’appoggio dell’America a Israele sta superando nuove linee rosse. A quanto si dice ci sono oltre 1.000 cittadini statunitensi che combattono nell’esercito israeliano, , secondo rapporti che stanno ora riapparendo a causa della recente uccisione di due soldati statunitensi-israeliani – Max Steinberg, di 24 anni, californiano, e Nissim Sean Carmeli, di 21 anni, texano. Come il resto dei soldati delle Forze di difesa israeliane, uccisi durante i recenti combattimenti, sono stati uccisi mentre invadevano parti della Striscia di Gaza. Ma il numero deve essere una minimizzazione, dato che anche i più ardenti coloni ebrei sono americani e si dà il caso che siano armati e pericolosi. Sebbene questo stia creando un po’ di mormorio da parte dei media, non c’è crisi politica. Invece si offrono soltanto condoglianze alle famiglie degli americani che combattono la guerra genocida contro Gaza.
Gli Stati Uniti non sono soli in questo. I governi europei dimostrano un’incredibile dose di ipocrisia dato che continuano a utilizzare un linguaggio ambiguo nel loro approccio ai conflitti in Medio Oriente in generale, e alla situazione n Palestina in particolare. La pressione che monta dalla società civile europea rende un poco più impegnativo per i governi dell’Unione Europea sostenere Israele con lo stesso affetto e appoggio incondizionato offertogli dagli Stati Uniti. L’ipocrisia dell’UE europea è troppo palpabile per essere nascosta anche dai politici più intelligenti. Il governo britannico è sfacciatamente dalla parte di Israele, perfino mentre intere famiglie a Gaza vengono ora polverizzate dalle armi e dalla tecnologia occidentale. Nel frattempo il governo francese ha imposto un divieto per impedire che la società francese mostri la sua solidarietà con i palestinesi assediati e massacrati a Gaza.
Ma perché bandire dimostrazioni di solidarietà mentre la Francia, gli Stati Uniti e altri governi occidentali stanno permettendo ai loro cittadini ebrei di arruolarsi nelle Forze di Difesa Israeliane che stanno attivamente uccidendo i civili palestinesi? Questa non dovrebbe essere una preoccupazione maggiore per l’ipocrita governo francese in confronto all’iniziativa alcuni dimostranti che scandiscono degli slogan durante una manifestazione di solidarietà che può o non può essere ritenuta anti-semita?
In realtà, non soltanto i governi occidentali forniscono a Israele armi, finanziamenti e copertura politica per sostenere la sua occupazione e la sua guerra, ma contribuiscono anche con migliaia di esperti militari e truppe di terra per combattere una guerra a Gaza dove i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità vengono commessi ora per ora.
Considerate questo: mentre i cittadini britannici che combattono contro il governo siriano di Bashar al-Assad vengono ora detenuti e perseguitati, i cittadini britannici che combattono per Israele non hanno la stessa sorte. Il governo britannico chiude un occhio su quello che dovrebbe essere considerato un atto criminale.
L’ipocrisia dell’Occidente riguardo a questo è profonda come il fenomeno degli occidentali che uccidono i palestinesi, che qualcuno ora chiama ‘jihadisti israeliani’.
Anche il Belgio è accusato di permettere tali azioni criminali. Sebbene la società civile belga sia uno dei sostenitori più forti della Palestina, il loro governo è coperto da disonestà inequivocabile. Anche molti cittadini belgi prendono parte alle guerre letali di Israele contro Gaza e all’occupazione militare del territorio occupato, con poche o nessuna protesta del loro governo. Il reclutamento dei belgi viene fatto soprattutto tramite le stesse organizzazioni che hanno reclutato migliaia di combattenti stranieri per le Forze di Difesa Israeliane. Consideratele come organizzazioni terroriste di caccia alle teste che operano in un ambiente perfettamente legale.
Di recente, il sindaco di Antwerpm Bart De Wever, ha fatto appello al governo belga di cancellare la doppia cittadinanza dei jihadisti siriani”. Il suo appello è stato fatto durante una recente visita alla sinagoga di Bruxelles dopo che 4 persone erano state uccise da un presunto cittadino nato in Francia, sospettato di aver passato del tempo combattendo in Siria. Il Ministro della Giustizia die paese, Annemie Turtleboom, ha preso inoltre l’iniziativa di fare appello alle nazioni dell’UE per impedire ai jihadisti di andare in Siria, suggerendo la creazione di una lista di tutti i “jihadisti siriani” conosciuti.
Ma che cosa dire del fatto noto che i belgi stanno combattendo, uccidendo e commettendo crimini di guerra per conto di Israele? Perché il governo belga mantiene il silenzio riguardo quei criminali di guerra accusati che sono nell’esercito israeliano, senza che nessuna dichiarazione sia stata pronunciata, anche dopo l’uccisione del cittadino belga Eytan Barak?
Le stesse domande si applicano ad altri governi occidentali. L’ipersensibile governo francese ha chiuso un occhio quando un cittadino francese è stato ucciso durante l’attacco violento a Gaza. Mentre il quotidiano israeliano Haaretz ha riferito circa l’uccisione del Sergente maggiore Jordan Bensemhoun, la maggior parte dei media francesi e il governo hanno fatto finta di non vedere. Proprio il governo che continua a rendere difficile la vita agli immigrati africani in Francia, non vedono alcun problema nel fatto che i suoi immigrati prendano parte a guerre straniere che sono in violazione delle loro leggi sulla cittadinanza.
Il coinvolgimento dell’Occidente nella guerra al popolo palestinese sta davvero superando il solito noto appoggio di finanziamenti, tecnologia militare e aiuto economico, e diventa reale partecipazione al massacro dei Palestinesi a Gaza.
Non è un argomento che si può trattare all’interno di uno più ampio che riguarda il sistema di due pesi e due misure adottato a Israele e in Palestina, ma è un problema urgente che richiede immediata attenzione.
Un conto è non riuscire a impedire che vengano commessi crimini di guerra, è tutto un altro livello di insuccesso difendere, finanziare e prendere parte attiva nel compiere questi crimini. Il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non è l’unico leader colpevole del bagno di sangue a Gaza: si dovrebbe tener conto anche di altri nelle capitali occidentali.
Nella foto: Palestinesi cercano rifugio in una scuola dell’UNRWA dopo essere fuggiti da Rafah.



Ramzy Baroud ha un dottorato in Storia del popolo all’Università di Exeter E’ caporedattore del sito web Middle East Eye. E’ un opinionista che scrive sulla stampa internazionale, consulente nel campo dei mezzi di informazione, scrittore e fondatore del sitoPalestineChronicle.com. Il suo libro più recente è: My Father Was a Freedom Fighter: Gaza’s Untold Story(Pluto Press, Londa). [Mio padre era un combattente per la libertà: la storia di Gaza che non è stata raccontata].



Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
www.znetitaly.org


Fonte: http://zcomm.org/znet/article/recruiting-to-kill


Originale: non indicato


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