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17 luglio 2014

Un giornalista inglese ha visto morire i quattro bambini palestinesi

Nelle parole dell’inviato del Guardian a Gaza la drammatica ricostruzione di quello che gli israeliani hanno definito un incidente. Intanto alle 9 è iniziata una tregua di 5 ore

Ieri pomeriggio la notizia di uno dei momenti più brutti e drammatici dell’ennesimo capitolo della guerra tra Israele ed i palestinesi della Striscia di Gaza. Quattro bambini che erano impegnati nel gioco del nascondino sono stati centrati in pieno da un missile sparato da una nave della marina israeliana. Peter Baumont, inviato del Guardian in quella zona ha visto in diretta cosa è successo e lo racconta

Il primo proiettile ha colpito il muro de piccolo porto di mare di Gaza City appena dopo le 4 del pomeriggio. Appena il fumo dell’esplosione si è diradato, quattro figure si vedevano correre, sagome lacere, le gambe furiosamente spinte lungo la parete. Anche da una distanza di 200 metri, era ovvio che tre di loro erano bambini.

Saltando fuori il muro del porto, hanno girato sulla spiaggia, tentando di attraversare la breve distanza per raggiungere la sicurezza dell’hotel Al-Deira, base per molti dei giornalisti che coprono il conflitto di Gaza.

Hanno fatto dei segani e gridato verso i giornalisti che guardavano al loro passaggio attraverso una piccola serie di tende da spiaggia dai colori vivaci, utilizzate dai bagnanti in tempo di pace.

E’ stato allora che il secondo missile ha colpito la spiaggia, il tipo di tiro che sembra fatto apposta per regolare il fuoco in modo da colpire i sopravvissuti in fuga. Come è partito, i giornalisti in piedi dal muro di terrazzamento hanno gridato: “Sono solo bambini”.

Nello spazio di 40 secondi, quattro ragazzi che stavano giocando a nascondino tra le baracche dei pescatori sulla parete erano morti. Erano di età compresa tra sette e 11; due si chiamano Mohammad, uno Zakaria e il più giovane Ahed. Tutti erano membri della estesa famiglia Bakr.

Qui il resto del racconto di Beaumont

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