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19 luglio 2014

La mia vita sotto le bombe israeliane
Giovanni Vigna Intervista Muhammed Mahdi

membro dello staff di Gaza Ark, distrutta pochi giorni fa da un missile lanciato dalla marina israeliana. L’esercito di Tel Aviv ha colpito anche  la sua abitazione.

Mantova, 19 luglio 2014, Nena News

In questi giorni Muhammed Mahdi, nato a Gaza 23 anni fa, insegnante di inglese, vive con i suoi parenti in un appartamento di Gaza City più sicuro rispetto alla sua abitazione, dalla quale è dovuto scappare dopo la telefonata dei militari israeliani che hanno avvisato la sua famiglia dell’imminente bombardamento. Muhammed Mahdi fa parte dello staff locale del progetto “Arca di Gaza”, che era attraccata al porto di Gaza City ed è stata distrutta dai razzi sparati dalla marina israeliana. In questo periodo Muhammed, come tutti gli arabi, osserva il Ramadan: “Nonostante tutto non mi sento stanco durante il giorno. Non ho una speranza in particolare, ma rivendico il diritto che Israele smetta di uccidere i palestinesi”. Qualche ora dopo l’intervista a Mohammed, il governo di Tel Aviv ha dato inizio all’invasione di terra.

Signor Mahdi, può descrivere la sua vita a Gaza?

La mia vita ha perso la sua essenza umana. Gaza è sotto assedio da più di otto anni. Come studente sto cercando di proseguire gli studi fuori dalla Striscia ma le frontiere sono chiuse e sotto il contro di Israele.

Qual è il suo ruolo all’interno del progetto “Arca di Gaza”? Cosa pensa del bombardamento israeliano sulla vostra imbarcazione?

Sono il coordinatore del settore media per il progetto “Arca di Gaza”. Israele commette le sue atrocità nascondendosi dietro la cortina fumogena delle bugie e delle mezze verità, sostenendo di essere sempre la vittima. Non esiste nulla che possa minacciare Israele quanto un progetto di pace che rende evidenti le sue falsità. Per questo Tel Aviv ha dovuto distruggere l’Arca di Gaza. [Ricordiamo ai lettori che l’obiettivo del progetto dell’Arca di Gaza era far uscire dal porto palestinese, attraverso un’imbarcazione, i prodotti locali per dare vita a una rete commerciale con i paesi stranieri e per costruire una speranza per la popolazione della Striscia].

Il bombardamento dell’esercito israeliano su Gaza è attualmente in corso. Come vive questa drammatica situazione?

Non riesco a dire esattamente cosa sta accadendo e a descrivere la situazione attuale a Gaza mentre l’aggressione israeliana è ancora in atto. Ogni volta che sento il rumore di una bomba, vorrei correre a controllare se le mie sorelle e i miei fratelli stanno bene. La morte dei bambini palestinesi nel mese sacro del Ramadan mi spezza il cuore. Le nostre case sono state bombardate, i civili sono stati uccisi, intere famiglie hanno perso la loro vita. Tutto ciò che riesco a sentire è il suono dei missili sparati dalle navi della marina contro le abitazioni. I caccia F16 e i droni israeliani sorvolano il cielo sapendo quale sarà il loro prossimo obiettivo, quale casa sarà distrutta e quanti civili saranno feriti o uccisi.

Dove si trova ora?

Due giorni fa ho lasciato la mia casa insieme alla mia famiglia dopo che l’esercito israeliano ci ha telefonato per avvertirci che la nostra abitazione sarebbe stata bombardata. Ho due sorelle e due fratelli. Starò con i miei parenti finché il bombardamento non si concluderà. Attualmente ci troviamo nel centro di Gaza City, in un posto relativamente più sicuro di altri. Tuttavia anche qui posso udire in modo distinto il rumore dei bombardamenti.

Esiste una via d’uscita da questa situazione? Cosa dovrebbe fare la comunità internazionale per fermare il bombardamento su Gaza?

Dobbiamo trovare un accordo con Israele per una tregua a lungo termine al fine di assicurare i nostri diritti in particolare per quanto riguarda l’apertura dei valichi di frontiera e la libera circolazione delle merci e dei beni di consumo dentro e fuori Gaza. Inoltre i pescatori devono poter svolgere liberamente il loro lavoro. L’obiettivo è rompere l’assedio israeliano. È in discussione il nostro diritto di vivere. La comunità internazionale purtroppo si è limitata a guardare il massacro a Gaza ma se i paesi stranieri provassero una sorta di pietà nei nostri confronti dovrebbero impedire a Israele di colpire i civili.

La cosiddetta “tregua umanitaria”, proclamata lo scorso 17 luglio per alcune ore, è stata rispettata?

Non si tratta di una tregua in quanto tale, gli israeliani potrebbero decidere da un momento all’altro di colpire nuovamente Gaza o di espandere le loro operazioni nella Striscia. Non saprei dire in cosa consiste l’umanità a cui si riferisce Israele. Cosa dovrei dire dei quattro bambini che sono stati uccisi nel porto di Gaza alcuni giorni fa? Altre famiglie sono state prese di mira senza motivo.

Qual è la sua speranza per il futuro?

Non ho una speranza in particolare ma rivendico il diritto di bloccare l’uccisione dei palestinesi da parte di Israele e di vivere liberamente senza conflitti. Mentre Israele denunciava il lancio di razzi da parte di Hamas, contemporaneamente dava inizio alle operazioni militari a Gaza. Nena News

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