Originale: TeleSUR English
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11 dicembre 2014

La pazzia razionale di Israele
di Alex Doherty
Traduzione di Maria Chiara Starace

Mentre scrivo, la violenza inter-comunale sta aumentando a Gerusalemme, e si parla molto della possibilità di una terza intifada dalla Cisgiordania occupata. Il nuovo libro di Norman Finkelstein, Method and Madness: the Hidden Story of Israel’s Assaults on Gaza [Metodo e pazzia; la storia nascosta degli assalti di Israele contro Gaza], si focalizza invece sul luogo dove il conflitto in anni recenti è stato più visibile: la striscia di Gaza. Il libro  descrive  le tre “guerre” a Gaza [1] – Operazione Piombo Fuso (2008-2009), Operazione Pilastro di difesa (2012) e Operazione Margine Protettivo (2014). Il libro comprende materiali considerevoli sul rapporto  dell’ONU del 2009 della Missione che indaga sui fatti, sul Conflitto di Gaza (noto più comunemente come rapporto Goldstone) e la parziale ritrattazione del giudice Richard Goldstone delle sue conclusioni nell’aprile 2011. Il libro fornisce anche l’analisi  dell’assalto israeliano alla Mavi Marmara della Freedom Flotilla nel 2010.

La ‘Pazzia’ del titolo si riferisce agli attacchi deliberati di Israele contro i civili e alle infrastrutture civili nel corso dell’assalto a Gaza. Sebbene gli attacchi alla popolazione civile di Gaza stiano contribuendo alla graduale erosione della internazionale di Israele, sono, come dimostra Finkelstein, non semplicemente un’espressione della irrazionalità di una società sempre più fanatica. Invece Finkelstein dimostra che la violenza è al servizio di una strategia interamente razionale agli avversari di Israele. Impegnandosi  in periodici attacchi di spargimento di sangue, Israele cerca di ripristinare la sua ‘capacità di dissuasione’ riguardante i nemici del suo stato e del non-stato. Allo stesso tempo Israele usa  la violenza per indebolire i prospetti per la pace nei termini che, a parte la retorica occasionale, Israele trova inaccettabile la soluzione dei due stati sui confini del 1967.

Piombo Fuso

Il primo esempio che illustra la tesi di Finkelstein è l’Operazione Piombo Fuso (2008-2009). Finkelstein individua la causa del conflitto non nell’inefficace lancio di razzi di Hamas (che Israele stessa aveva provocato interrompendo un cessate il fuoco), ma invece nella necessità di incutere paura in Hamas e nei suoi avversari regionali in seguito alla sconfitta della sua guerra del 2006 con Hezbollah, unita alla necessità  di arrestare una ‘offensiva di pace’ di Hamas. La continua occupazione illegale di Israele dipende dalla scusa di non avere nessun socio per la pace. Tuttavia, le azioni di Hamas precedenti a Piombo Fuso stavano rendendo quella finzione sempre più difficile da mantenere. Hamas aveva rispettato il cessate il fuoco e (anche secondo l’opinione degli alti funzionari israeliani dello spionaggio) stava andando verso l’accettazione della soluzione dei due stati sui confini del 1967.

Dopo la conclusione del conflitto, il rapporto Goldstone ha descritto Piombo Fuso come un “attacco deliberatamente sproporzionato destinato a punire, umiliare e terrorizzare una popolazione civile.” Tuttavia, come nota Finkelstein, non bisogna consultare le inchieste dell’ONU o le analisi delle organizzazioni per i diritti umani, per avere un buon quadro dellaportata dell’operazione. Finkelstein cita i commenti fatti dall’allora ministro degli Esteri Tzipi Livni verso la fine dell’operazione:

“Hamas ora capisce che quando si spara su cittadini di Israele,  dandosi alla pazza gioia – e questa è una buona cosa – ….Israele ha dimostrato  il vero    vandalismo nel corso della recente operazione, cosa che ho richiesto.”

Anche le pure statistiche danno un’indicazione molto chiara di quale tipo di  ‘guerra’ è stata Piombo Fuso – nel corso dell’operazione sono stati uccisi 1400 palestinesi, tra i quali 300 bambini. Israele, al contrario, ha subito la perdita di 10 militari (quattro di loro uccisi da ‘fuoco amico’) e tre morti civili.

Nella primavera del 2011, il Giudice Richard Goldstone, ha fatto una parziale ritrattazione delle conclusioni del rapporto dell’ONU che porta il suo nome. La base logica di Goldstone della sua ritrattazione, era che nuove informazioni venute alla luce fin dall’emissione del rapporto, mettevano in discussione le sue conclusioni iniziali. Tuttavia, come esemplifica ampiamente Finkelstein, qualsiasi informazione era venuta alla luce, di fatto serviva a rinforzare ulteriormente le conclusioni del rapporto (che, tra parentesi, tre colleghi di Goldstone hanno appoggiato). Sembra ragionevole supporre, come fa Finkelstein, che le forti critiche e pressioni cui è stato soggetto Goldstone in seguito al rapporto, sono state la causa reale del suo dietro front, altrimenti inspiegabile.

Sangue in alto mare

Nel 2010, Flottiglia Internazionale per la libertà ha fatto vela per Gaza nel tentativo di rompere il blocco israeliano del territorio – attivo da quando Hamas aveva controllato    un colpo di stato di Fatah, appoggiato dagli Stati Uniti, nel 2007. Nel cuore della notte, dei commando israeliani si sono calati sul ponte della Mavi Marmara – una nave turca che trasportava 10.000 tonnellate di scorte e 700 passeggeri.  Nel corso dell’operazione, i soldato israeliani hanno ucciso 8 cittadini turchi e un turco di origine americana. Come osserva Finkelstein, Israele avrebbe potuto facilmente abbordare la nave  durante il giorno, o  la nave, e rimorchiarla nel porto; invece ha dato inizio a un drammatico attacco nello stile di quello di Entebbe http://it.wikipedia.org/wiki/Operazione_Entebbe, a notte fonda. Finkelstein  sostiene che le intenzioni di Israele nello scegliere questo approccio “pesante” erano per prima cosa di aumentare i costi della solidarietà internazionale e, secondo, di rimediare alle recenti battute d’arresto di Israele in campo militare. Incredibilmente, come racconta Finkelstein, gli israeliani avevano fatto le prove del raid per settimane e avevano perfino costruito un modellino della Mavi Marmara, in preparazione all’audace operazione. Malgrado i loro piani ben pianificati, i comandi navali sono tuttavia riusciti a rovinare la missione – tre soldati sono stati catturati dai passeggeri non armati e l’incidente è diventato per Israele un imbarazzante disastro per quanto riguarda le Pubbliche Relazioni.

La pazzia limitata

Nel novembre 2012, Israele ha dato il via all’operazione Pilastro della Difesa –   assalto alla striscia di Gaza; l’operazione è iniziata con le solite non plausibili dichiarazioni da parte di funzionari israeliani che Israele stava agendo solamente allo scopo di difendersi dal fuoco dei razzi di Hamas. Dall’inizio del 2012 soltanto un israeliano era stato ucciso dai proiettili palestinesi, mentre 78 palestinesi erano morti durante gli attacchi aerei israeliani (per non parlare della massiccia sofferenza inflitta dal blocco illegale terrestre e marino). Il vero motivo dell’assalto di Israele era stato uno spostamento nell’equilibrio di potere in favore di Hamas. In egitto  i cugini di ideologia di Hamas, i fratelli musulmani, erano andati al potere, la Turchia era diventata una critica sempre più esplicita di Israele e l’Emiro del Qatar aveva fattouna visit  promettendo centinaia di milioni di dollari per Gaza. Sebbene la crescente  rispettabilità internazionale di Hamas fosse l’occasione per l’assalto di Israele, ha avuto anche l’effetto di limitare lo scopo dell’aggressione di Israele. Come   Finkelstein, la Turchia e l’Egitto avevano chiarito che non avrebbero consentito a un’invasione di terra da parte di Israele. Il controllo meno punitivo dell’Egitto del valico di Rafah, significava che i media internazionali avevano una forte presenza sul territorio. Inoltre, in seguito al rapporto Goldstone, Israele veramente temeva la possibilità che i leader di Israele venissero incriminati dalla Corte Penale Internazionale. Di conseguenza, ‘soltanto’ 70 palestinesi sono stati assassinati nel corso dell’operazione. Il cessate il fuoco finale è stato una grave sconfitta per Israele – aveva chiesto un cessate il fuoco reciproco, non il cessate il fuoco unilaterale che Israele aveva voluto. Non comprendeva alcuna precondizione riguardante l’arsenale di razzi di Hamas, e comprendeva riferimenti velati alla revoca del blocco. L’amministrazione Obama ha acconsentito al  testo del cessate il fuoco, non perché si fossero trovate nuove remore riguardo alla violenza del vassallo mediorientale dell’America, ma perché l’amministrazione stava facendo la corte al nuovo governo egiziano.

Scrivendo nel 2012 circa il cambiamento nell’equilibrio di forze nella regione e le implicazioni in un certo modo ottimiste per la lotta palestinese, Finkelstein ha commentato: ‘I giorni di Piombo fuso sono finiti’. Purtroppo questo era decisamente prematuro. Il colpo di stato in Egitto, il relativo declino dell’interesse arabo per i palestinesi quando le crisi interne li sopraffacevano, e il crescente isolamento di Hamas hanno gettato le basi per un ritorno all’estrema violenza di Piombo Fuso.

Operazione Margine Protettivo  

Ancora una volta, Finkelstein descrive l’operazione Margine Protettivo, lanciata da Israele nel contesto del miglioramento di prospettive di pace. Alla fine del 2014, Hamas e Fatah avevano formato un governo di unità nazionale e in quanto parte di esso Hamas non si è opposto all’appoggio del Presidente Abbas alle precondizioni di Stati Uniti e Unione Europea per i negoziati: riconoscimento di Israele, rinuncia alla violenza e accettazione degli accordi passati. A giugno tre ragazzi israeliani sono stati uccisi in Cisgiordania (dove, non sarebbero stati se Israele non avesse passato decenni a trasferire centinaia di migliaia di Israeliani nel territorio occupato illegalmente). L’uccisione dei tre ragazzi ha fornito il pretesto per sbarrare la strada alla paurosa prospettiva di un processo di pace significativo. Un gruppo  isolato  di Hamas su cui, come i leader di Israele sapevano, la dirigenza di Hamas non aveva alcun controllo, ha messo in atto quella atrocità. Come nel caso di Piombo Fuso, l’operazione Margine Protettivo ha avuto un costo terribile per i Palestinesi – ne sono stati uccisi più di 2000, compresi circa 500 bambini. Tuttavia, le migliorate tattiche militari di Hamas hanno imposto un tributo significativo alle Forze di Difesa Israeliane (IDF) – 66 soldati israeliani sono morti nel corso dei combattimenti.

Finkelstein conclude il suo libro con una supplica appassionata perché i palestinesi si impegnino dimostrazioni di massa non violente per porre fine all’occupazione. A suo merito va detto che non evita di descrivere che cosa questo significherebbe realmente: il martirio palestinese di vasta portata allo scopo di rendere insostenibile l’appoggio internazionale a Israele. Tuttavia, la migliorata prestazione militare dell’ala militare di Hamas durante l’Operazione Margine Protettivo è probabile che incoraggi Hamas a credere che l’opzione militare rimanga una strategia fattibile.

Qualsiasi difensore dei palestinesi sarà una figura marginale nella cultura politica americana, ma  Finkelstein probabilmente è più emarginato di quanto sia mai stato. Critico esplicito della cosiddetta soluzione dei due stati e degli obiettivi ambigui del movimento Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni (BDS), Finkelstein è stato fatto oggetto di grandi critiche per questa sua posizione.

Indipendentemente da che cosa si pensi della posizione di Finkelstein su una soluzione al conflitto, o della sua opinione su BDS (Boicottaggio Disinvestimento Sanzioni) egli rimane uno dei critici più acuti dell’occupazione sempre più barbara di Gaza e della Cisgiordania a opera di Israele. Sarebbe una piccola tragedia, se il suo libro più recente dovesse essere ignorato perché le sue opinioni sulla  una soluzione del conflitto sono fuori moda.


Alex Doherty è cofondatore di  New Left Project ed è dottorando presso il Dipartimento di  Studi sulla guerra al King’s College di Londra. Ha scritto per  Z Magazine and Open Democracy, oltre che per altre   pubblicazioni. Lo potete seguire su twitter @alexdoherty7   .


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://zcomm.org/znet/article/israel-s-rational-madness

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