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3 Luglio 2014

Baghdadi, colpire Roma!
di Lorenzo Trombetta

Roma, il centro della cristianità, torna nel mirino retorico di estremisti islamici: conquisteremo Roma e il mondo intero, è il messaggio attribuito oggi ad Abu Bakr al Baghdadi, “il nuovo Bin Laden” a capo di un esercito di miliziani che in appena un anno hanno messo a ferro e fuoco parte dell’Iraq e della Siria.

Le parole, pronunciate da una voce che i seguaci dello “Stato islamico” affermano sia quella del loro “califfo”, ricordano quelle già pronunciate diverse volte negli ultimi dieci anni da leader di spicco o da gregari dell’internazionale del terrore fondata da Bin Laden.

Lo scorso maggio, un miliziano russo dello Stato islamico in Iraq e in Siria (Isis), ripreso in un video propagandistico circolato per settimane sui siti qaedisti, giurava di voler conquistare non solo Roma ma anche Gerusalemme e la Spagna, in riferimento all’al Andalus islamica d’epoca medievale.

Baghdadi, descritto dalla stampa occidentale come “il terrorista più pericoloso al mondo”, secondo analisti gode di una crescente popolarità presso milioni di giovani musulmani disadattati in Asia, Africa, Europa e Nordamerica perché è stato capace, in poco tempo, di fare quel che il capo di al Qaida, Ayman Zawahiri, non è riuscito a fare in tanti anni: tradurre le minacce in azioni concrete.

Lo Stato islamico, che ha apertamente rifiutato di sottomettersi alla volontà di Zawahiri, è oggi presente in un territorio grande quanto l’Ungheria: tra la seconda città irachena, Mosul, e la seconda città siriana, Aleppo. Se la Via della seta fosse ancora aperta ai commerci, è agli uomini di Baghdadi che andrebbe pagato il dazio.

Nell’audio messaggio a lui attribuito, si esortano tutti i musulmani al mondo a “emigrare nello Stato islamico” perché “la Siria non è per i siriani e l’Iraq non è per gli iracheni. È la terra per i musulmani, tutti i musulmani”.

Per questo, Baghdadi – un signore di 43 anni, di cui si sono perse le tracce da tempo e su cui gli Usa hanno posto una taglia di 10 milioni di dollari – consiglia ai “musulmani” di proteggere il califfato e di lanciarsi in futuro in nuove conquiste: “Se Iddio vorrà, conquisteremo Roma e il mondo intero!”.

Tre anni fa, un comunicato di al Qaida indicava Papa Benedetto XVI come un “obiettivo facile da colpire”. Sempre il pontefice, e quindi il Vaticano e dunque Roma, avevano ricevuto le attenzioni di Zawahiri e compagni nel settembre 2006, dopo le controverse dichiarazioni di Benedetto XVI circa la presunta superiorità morale del cristianesimo sull’Islam nell’ormai celebre discorso di Ratisbona.

Nel 2005, Bin Laden tracciava un parallelo tra “l’imperialismo americano” e “l’imperialismo” dell’antica Roma, chiedendo ai seguaci di “resistere alla nuova Roma”. Più modestamente, ma non certo meno minacciosi, presunti terroristi islamici fermati a Cremona nel 2004 erano stati trovati in possesso di alcuni scritti in cui si affermava che “Roma sarebbe stata presto conquistata con la forza delle armi”.

Un’eco assai maggiore hanno avuto l’anno scorso le parole di Beppe Grillo, che durante un comizio ha provocatoriamente invocato un attacco missilistico di al Qaida su Roma, spingendo tifosi della Fiorentina a intonare, sugli spalti della Fiesole, cori contro i rivali romanisti: “Osama bin Laden sgancia un missile su tutta Roma / distruggila per noi!”, gridavano inviperiti i supporter viola dopo la sconfitta casalinga rimediata il 4 maggio del 2013.

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