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Luglio 16, 2014

A Mosul i jihadisti marchiano le case dei cristiani con la lettera N di Nazareno. Per loro, niente razioni di cibo e acqua
di Leone Grotti

I responsabili della distribuzione sono stati avvertiti che se aiuteranno i cristiani e gli sciiti saranno perseguiti secondo la sharia

«Hanno cominciato a marchiare le case dei cristiani con la lettera “N” di Nazarat (cristiani)». Il tono con cui monsignor Shleimun Warduni, vicario patriarcale caldeo, comunica a Baghdadhope della nuova discriminazione contro i cristiani messa in atto dai terroristi dello Stato islamico a Mosul è triste, quasi rassegnato.

LETTERA “N” di Nazarat. Dopo la creazione del califfato islamico e l’imposizione della sharia, ora i circa 500 cristiani che non sono riusciti a scappare dalla seconda città più grande dell’Iraq si vedono anche marchiare con la lettera “N”, perché siano riconoscibili a tutti e perché non vengano considerati come gli altri cittadini.

NIENTE RAZIONI. Alla base di questa decisione da parte degli islamisti non c’è solo una ragione ideale ma anche pratica. Come riferito da Aina, lo Stato islamico ha ordinato agli ufficiali governativi di non distribuire ai cristiani le razioni di acqua e cibo a cui hanno diritto tutti gli altri abitanti sunniti in difficoltà, in una città dove non c’è più lavoro a causa della guerra. Oltre ai cristiani, anche gli sciiti non potranno ricevere gli aiuti.

SHARIA. Per il mese di luglio il ministro del Commercio ha previsto di dare a tutti i cittadini di Mosul una razione di cibo e acqua, che comprende generi di prima necessità come la farina. Ma il responsabile della distribuzione nel quartiere di Rifaq e quello del quartiere di Kifaat hanno ricevuto l’ordine di non considerare cristiani e sciiti. All’avvertimento è seguita una minaccia: chi contravviene all’ordine sarà accusato e perseguito in base alla sharia.

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