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Luglio 23, 2014

«I cristiani di Mosul hanno più diritto di noi alle loro case, sono arrivati prima dell’islam»

Intervista allo scrittore Younis Tawfik, originario di Mosul e naturalizzato italiano alla Radio Vaticana: «Califfato organizzazione criminale, tutti i musulmani lo condannino»

«I cristiani iracheni di Mosul hanno più diritto di noi alla loro terra e alle loro case. Abitano la città da prima dell’arrivo dell’islam e delle tribù arabe. Noi abbiamo perciò il dovere morale di tutelarli e di proteggerli». Lo scrittore iracheno Younis Tawfik è un musulmano sunnita, originario di Mosul, che vive in Italia dal 1979.

«FERITA PROFONDA». Intervistato da Radio Vaticana, afferma: «La cacciata dei cristiani e la devastazione di Mosul, la mia città, sono per me una ferita molto profonda». Tawfik, arrivato in Italia grazie a padre Yuosuf Habbi, «uomo aperto al dialogo tra Oriente e Occidente», non si dice sorpreso delle conquiste dello Stato islamico: «È il risultato di un governo fallimentare, inquinato dalla corruzione, che non è riuscito a portare avanti il processo di democratizzazione del Paese».

«CRISTIANI IMPORTANTI PER L’IRAQ». Questo però non giustifica l’atteggiamento dei terroristi verso i cristiani iracheni, che «nel corso dei secoli hanno giocato un ruolo importante per la crescita dell’Iraq: sono stati molto generosi. I maggiori scrittori, artisti, medici, scienziati erano proprio di fede cristiana. Uomini che hanno saputo valorizzare la cultura araba, tanto che i primi dizionari moderni di arabo e i primi studi su questa cultura sono opera proprio di cristiani d’Oriente». 

«CALIFFATO CRIMINALE». I familiari di Tawfik, che abitano ancora a Mosul, «sono praticamente agli arresti nella loro stessa città presidiata dagli uomini dell’Isil di Al Baghdadi e non possono fare molto per i cristiani. È importante però che gli ulema di Mosul abbiano condannato fermamente l’azione dell’Isil e la considerino contraria ai princìpi dell’islam e alla condotta del Profeta». Perché oggi «non è più epoca di califfati, non siamo più nell’impero ottomano: questo califfato è in realtà un’organizzazione criminale». La cacciata dei cristiani dalle loro case, marchiate con la lettera “N”, è infine «un fatto incredibile, mai successo nell’epoca moderna e deve essere condannato. Non solo dai dotti ma da tutti i musulmani a livello internazionale e dai governi arabi».

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