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sabato 26 luglio 2014

A che serve al-Baghdadi?

Nessuno ha risposte precise, ma dietro al-Baghdadi si vedono sia piani di intelligence sia i prodotti di tre anni di barbarie. E' tardi per porvi rimedio?

Chi è al-Baghdadi? Questa domanda, per trovare una risposta convincente, richiederebbe l'aiuto di un esperto di servizi segreti più o meno deviati, piuttosto che di un studioso dell'Islam. Però l'idea che dietro questo personaggio si nasconda una regia oltre che una realtà, è forte. Nella grande confusione di questi momenti non si possono pretendere verità definitive. Ma che al Baghdadi sia una pistola in vendita venuta alla ribalta grazie alle connivenze di Asad e compagni è chiarissimo. Avevano bisogno di un criminale per destabilizzare la rivoluzione siriana e venderci Asad come baluardo contro il terrorismo, hanno messo su al-Baghdadi e l'agghiacciante gioco è riuscito. Poi? Si è messo in proprio? La conquista di Mossul è stata un colpo ai disegni dei suoi protettori siro-iracheni o un favore? Per i fautori della prima tesi è evidente che al-Baghdadi, finanziato anche da alcuni pezzi delle petromonarchie del Golfo, ha sfruttato la politica genocida contro i sunniti del premier al-Maliki per allearsi con i leader delle grandi tribù sunnite e prendere con loro Mossul. Davanti a mali estremi (Maliki) estremi rimedi (Baghdadi). Ma questo patto della disperazione già traballa: i leader delle tribù sunnite hanno già preso nettamente le distanze dalla scelta assassina di Baghdadi di cacciare i cristiani da Mossul. Una resa dei conti tra di loro già si vede. E qui arrivano i fautori della seconda tesi: questo sviluppo per loro era scritto perché in realtà era stato Maliki a consegnare Mossul a Baghdadi, facendo sparire il suo esercito. E in effetti la comparsa di Baghdadi ha fatto il gioco di chi vuole presentare i sunniti come il Medio Evo, il male, da combattere come si voglia. Nei disegni perversi dei suoi burattinai (di ieri e forse anche di oggi) Baghdadi comunque sia corrisponde ai nostri incubi, e quindi ai nostri bisogni. Serve un nemico che nessuno può giustificare? Serve il mostro? Eccolo, signori. La scelta di auto proclamarsi Califfo corrisponde a questo disegno, come quella di cacciare i cristiani. Qualcuno ha pensato bene di andare oltre il limite, inventando il decreto sulle mutilazioni genitali, al quale crediamo perché il mostro serve. Anche la distruzione della moschea di Giona, simbolo delle radici comuni dei tre monoteismi, è disastrosamente rilevante. Questo atto barbarico è il prodotto di tre anni di pulizia etnica guidata dai pasdaran e dagli Hezbollah in Siria, lasciata passare in silenzio, e del disegno dei pasdaran ad essa sottostante: distruggere gli Stati e sostituirli con realtà tribali, molte di loro fedeli. I disegni delle intelligence si leggono attraverso i fatti reali, e la pulizia etnica è il più evidente di tutti, dal 2011. L'orrendo silenzio del mondo su quanto accadeva, e che ha portato a quanto accade, non ha certo aiutato il nuovo corso di Rowhani. Cosa sia il suo riformismo ancora non si sa, dove voglia o possa arrivare neanche. Di certo è il nemico numero uno dei pasdaran, e lasciargli mano libera lo ha pure danneggiato. Il sonno della ragione non è mai una buona cosa.

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