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22/08/2014

Foley, i jihadisti scrissero una mail alla famiglia: “Gli Usa la pagheranno, siamo assetati di sangue”

L’annuncio dell’esecuzione via posta elettronica una settimana fa. È un «messaggio al governo americano e al suo popolo di cittadini-pecore». Per il reporter l’Isis chiese 100 milioni

«Quanto a lungo la pecora seguirà il pastore cieco?»: comincia così la e-mail alla famiglia Foley con cui lo Stato islamico (Isis) ha annunciato il 12 agosto che avrebbe eseguito «l’esecuzione» del giornalista americano James Foley. Il filmato della barbara decapitazione è stato poi diffuso una settimana più tardi, il 19 agosto. 

Oggi, il GlobalPost, la testata con cui collaborava il reporter, ha diffuso il testo della mail, con l’autorizzazione della famiglia. Si tratta, di un «messaggio al governo americano e al suo popolo di cittadini-pecore». «Vi abbiamo lasciati stare sin dalla vostra vergognosa sconfitta in Iraq», si legge nel testo, in cui si afferma inoltre che «la feccia della vostra società che viene tenuta prigioniera da noi ha tentato di entrare nella tana del leone ed è stata divorata». 

«Vi sono state date molte occasioni di negoziare il rilascio della vostra gente, con transazioni finanziarie, come altri governi che hanno accettato» ha scritto ancora l’Isis, ma GlobalPost precisa che in realtà dopo oltre un anno da rapimento senza alcun contatto, il primo messaggio dei rapitori è arrivato il 26 novembre 2013, con una richiesta di denaro.  

Dopo che è stato provato che proveniva da chi deteneva davvero James Foley, è arrivata una sola richiesta di 100 milioni di euro o il rilascio di prigionieri non precisati da parte degli Usa. «Ora siete tornati nuovamente a bombardare i musulmani in Iraq, questa volta con attacchi aerei e `eserciti per procura´, rimanendo in maniera codarda lontano da un faccia a faccia», affermano ancora i sequestratori, che si dicono «assetati del vostro sangue», e affermano infine che «voi e i vostri cittadini pagherete il prezzo dei vostri bombardamenti. Il primo dei quali sarà il sangue del cittadino americano James Foley! Sarà eseguita la sua esecuzione, come un risultato diretto delle vostre trasgressioni nei nostri confronti».  

Ancora una volta gli Usa hanno messo in chiaro che con i jihadisti non trattano, quale che sia la posta in ballo. Per la liberazione di James Foley i miliziani dello Stato Islamico in Iraq e Levante avevano chiesto un riscatto di 100 milioni. Per tentare di liberare lui e altri ostaggi Usa in mano all’Isis, Obama ha invece scelto di passare all’azione: ha inviato in Siria le teste di cuoio, militari dei reparti scelti Delta Force e Navy Seal, che però non hanno avuto successo. Gli ostaggi erano già stati portati via. Ma la strategia militare Usa contro l’Isis comunque andrà avanti, è ha lungo termine, ha detto il segretario alla Difesa Chuck Hagel. «Dobbiamo essere preparati a tutto. L’Isis è al di là di tutto quello che abbiamo visto» ha detto in una conferenza stampa, aggiungendo che i raid aerei Usa «hanno aiutato le forze irachene a fermare l’avanzata dell’Isis verso Erbil e riconquistare la diga di Mosul», ma si prevede che i miliziani dell’Isis «si riuniscano di nuovo e tentino nuovi attacchi». 

Il segretario alla Difesa Chuck Hagel ha espresso rammarico per il fallimento del raid delle forze Usa in Siria per liberare James Foley e altri americani detenuti dall’Isis e si è detto «molto orgoglioso» dei militari che via hanno preso parte. Allo stesso tempo, ha porto le sue condoglianze alla famiglia Foley. 

Anche Papa Francesco oggi ha fatto le condoglianze alla famiglia di Foley, di persona, con una telefonata, alla loro casa nel New Hampshire, come riferito dal sacerdote gesuita americano James Martin. 

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