Originale: Tomhayden.com

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1° settembre 2014


La buca di sabbia del presidente

di Tom Hayden
Traduzione di Maria Chiara Starace

Per usare un’analogia con il gioco del golf, Obama è bloccato in una buca di sabbia. I suoi consiglieri militari e diplomatici non sono portamazze utili, perché gli stanno porgendo le mazze sbagliate. Riguardo alla Siria la prima domanda è se il movimento pacifista dovrebbe spingere con fermezza per un mandato del Congresso. Non penso ci sia alcuna scelta, sebbene questa volta il Congresso potrebbe essere più interventista di Obama. Se è così, punto e basta. Prendiamo i nomi e visitiamo gli uffici del loro distretto.
La struttura dell’autorizzazione, immaginando emendamenti futuri, costringeranno a una scelta tra [1] assumere una posizione di principio di “niente bombardamenti”, e [2] cercare il controllo del danno che si può dimostrare utile in seguito.
La prima parte dell’autorizzazione sarà se usare la forza militare contro l’ISIS in Iraq e in Siria. Per quello che può valere, il pubblico è d’accordo per 2-1 e molti dei nostri membri pacifisti voteranno per l’autorizzazione. Gli argomenti razionali opposti potrebbero essere: [1] citare Obama che dice ripetutamente che non c’è una soluzione militare, e [2] i bombardamenti fanno il gioco dell’ISIS aiutando a unificare i Sunniti.
La seconda parte del dibattito sull’autorizzazione tratterà dell’uso delle truppe di terra degli Stati Uniti. Per questo possiamo combattere contro gran parte dell’appoggio del Congresso e contro le assicurazioni del presidente. Questo è importante perché è un deterrente per la “la brutta china” che può arrivare quando e se l’esercito siriano andrà in pezzi.
La terza parte riguarderà esigenze di sequenza temporale e di informazioni, i soliti argomenti. Dovremmo essere favorevoli a una cronologia, anche questa volta per il suo valore deterrente.
Un problema importante che per ora non viene incluso è se l’autorizzazione dovrebbe insistere sulle condizioni politiche in Iraq. Il piano di Obama è incongruente nel senso che ha fatto dimettere al-Maliki soltanto promettendo che avrebbe bombardato e mitragliato a bassa quota le posizioni dell’ISIS (dopo aver detto che rifiutava di essere una “forza aerea sciita”]. Ma la domanda più importante è: come liberare l’esercito iracheno dei suoi comandanti e della sua composizione di tipo settario, compresi la polizia e il sistema carcerario? Obama e il Congresso hanno permesso che il settarismo si deteriorasse fino a causare l’attuale corrente sunnita in Iraq alleandosi con l’ISIS. La cerchia interna intorno ad al-.Baghdadi era insieme nelle prigioni degli Stati Uniti e ha dato origine alle forze armate Baathiste di Saddam Hussein.
E’ un’alleanza instabile, che comprende due prospettive generali: da una parte il Califfato senza dei confini, dall’altra la richiesta di una zona autonoma effettiva per i Sunniti in Iraq, una cosa simile a quella che hanno i Curdi. Il Califfato è inaccettabile per gli Stati Uniti, per tutti i partiti sciiti, e per molti interessi sunniti. La zona sunnita autonoma è qualcosa che l’amministrazione Obama potrebbe essere disponibile ad accettare in forma “diluita”, dal momento che capisce che i Sunniti sono stati completamente oppressi [con la nostra tolleranza]. Invece gli Sciiti iracheni non la accetteranno mai, a meno che non vengano costretti dalla guerra e dai negoziati. La contraddizione interna nell’ISIS è causata dall’affermazione di al-Baghdadi che lui è il solo Califfo di tutti i Musulmani, un’affermazione che causerà una rivolta dall’interno – se i “Crociati” esterni smetteranno mai di bombardare e di invadere.
Non considero il Congresso in grado di comprendere che una soluzione è impossibile senza queste concessioni di vasta portata ai Sunniti dell’Iraq. Perciò il pericolo è che
la parte militare dell’autorizzazione andrà avanti, ma che la componente politica consisterà soltanto di parole. La cosa migliore che noi e i nostri amici del Congresso potremmo fare, è di avvertire ad alta voce e ripetutamente che si sta autorizzando una soluzione militare anche se nessuna pensa che ci possa essere una soluzione militare, compreso il presidente.
E questo è soltanto il pantano dell’Iraq.
Tornando alla Siria, Obama dice che vuole attaccare l’ISIS non aiutando contemporaneamente Assad. Un’altra contraddizione illogica. Si suppone che possa aiutare Al Nusra e il Libero Esercito della Siria a combattere l’ISIS, allargando una guerra civile all’interno di una guerra civile, ma non può riuscire a farli unire contro Assad. Questo significa che Obama tenterà di costruire una forza di terra strapiena di combattenti stranieri da luoghi come la Giordania, espandendo così la guerra civile settaria della regione. Se questo fallirà, è molto possibile che l’ISIS minaccerà le forze armate di Assad e i finanziatori Alawiti a ritirarsi e fuggire dal paese. Si dovrebbe richiamare l’ONU per cercare di elaborare un cessate il fuoco, la spartizione e la condivisione del potere.
Tutto questo è così imponderabile che abbiamo bisogno di fare un passo alla volta. Questo è il motivo per cui si dovrebbe cercare l’autorizzazione del Congresso, e perché le restrizioni in termini di sequenze temporali e di truppe di terra diventano importanti. Sembra che i gruppi pacifisti avranno del tempo per continuare a cercare il consenso, la credibilità, e una base molto più ampia, basandosi sul fatto che l’opposizione del pubblico si impantanerà in una guerra civile tra sette.



Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
www.znetitaly.org


Fonte: http://zcomm.org/znet/article/the-president-s-sand-trap


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