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16/09/2014

Alla Conferenza di Parigi "spiacevole" l'assenza dell'Iran

La Francia inizia voli di ricognizione in Iraq; i raid Usa si allargano a sud-ovest di Baghdad. Silenzio sui bombardamenti in Siria per sgominare i miliziani dello Stato islamico. La Russia contribuirà con un'analisi profonda sulla situazione.

Parigi (AsiaNews/Agenzie) - Alla Conferenza di Parigi conclusa ieri, almeno 40 Stati arabi e non arabi hanno deciso di unire le forze insieme all'Iraq per lottare contro lo Stato islamico (SI). Già ieri vi sono stati bombardamenti Usa nel nord e a sud-ovest di Baghdad e aerei francesi hanno cominciato voli di ricognizione. L'Iraq, co-sponsor dell'incontro, ha però criticato la decisione di non invitare l'Iran alla Conferenza giudicando "spiacevole" la sua assenza.

Il ministro irakeno degli esteri, Ibrahim al-Jaafari, ha detto che tutti i Paesi del mondo dovrebbero essere preoccupati del terrorismo. "L'Iran - ha aggiunto - è nostro vicino, ci ha assistito molte volte e avrebbe dovuto essere presente".

Il mancato invito a Teheran è dovuto al veto degli Stati Uniti che, alleati dell'Arabia saudita, sono deisderosi di sconfiggere lo SI, non vogliono rafforzare la Siria di Assad, a sua volta alleata dell'Iran. Per questo, nemmeno la Siria è stata invitata alla Conferenza.

Il punto è che è difficile sgominare le milizie islamiste senza colpirle anche in Siria, dove vi sono i loro luoghi di rifugio. Ma per compiere raid in Siria occorre l'assenso del governo di Damasco, inviso agli Usa, pur essendo acerrimo nemico dello SI.

Per salvare la coalizione, ieri nelle dichiarazioni finali non sono state citate per nulla possibili operazioni in Siria, anche se l'Iraq e diversi esperti militari le richiedono.

Il progetto degli Stati Uniti è di usare i bombardamenti in Siria per rafforzare le truppe di Al Nusra (al Qaeda) e degli altri oppositori siriani, anch'essi nemici dello SI. L'Iran è contraria a dare "carta bianca" agli Stati Uniti. Ieri il grande ayatollah Ali Khamenei ha dichiarato che gli Usa hanno richiesto la collaborazione dell'Iran, ma lui si è rifiutato di darla. "Ho detto no - ha spiegato - perché essi hanno le mani sporche... [Gli Stati Uniti] cercano il pretesto per fare in Iraq e in Siria ciò che hanno già compiuto in Pakistan, bombardare ovunque senza alcuna autorizzazione".

Per ora gli scopi della coalizione sono di aiutare la ricostruzione dell'Iraq; affrontare le emergenze umanitarie dei profughi; collaborare all'integrazione fra sunniti e sciiti a livello di governo e nella regione centro-settentrionale; fermare il flusso di finanziamenti e di nuove reclute per lo SI.

All'incontro di Parigi era presente il ministro russo degli esteri Serghei Lavrov, grande alleato della Siria. Egli ha dichiarato di voer portare "un contributo" speicale nella lotta contro i jihadisti, molti dei quali provengono dalla Cecenia. Tale contributo avrà "un obiettivo più largo: la preparazione di un'analisi in profondità di questa situazione", che aiuti il governo irakeno a combattere i terroristi e sostenga la sicurezza dello Stato.

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