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mercoledì, settembre 24th, 2014

Obama all’Onu: “Nessun Dio perdona questo terrore”

“Ci troviamo adesso davanti a un bivio tra disordine e integrazione, tra guerra e pace”, con queste parole ha esordito, nel suo atteso discorso all’Assemblea delle Nazioni Unite, il presidente Usa Barack Obama, lanciando poi un appello chiaro: “Il gruppo terroristico conosciuto come l’Isis deve essere distrutto: già 40 paesi si sono offerti di unirsi alla nostra coalizione e chiedo al mondo di unirsi al nostro sforzo”.

“Nessun Dio perdona questo terrore. Non si può ragionare, non si può negoziare con questo marchio del male: L’unico linguaggio che questi terroristi capiscono è il linguaggio della forza. Gli Usa lavoreranno con una coalizione allargata per smantellare questa rete della morte”, ha sostenuto Obama, rivolgendosi poi al mondo musulmano affinché si opponga “con forza l’ideologia di Al Qaida e dell’Isis”, nel rispetto di quelle che sono peculiarità della “tradizione dell’Islam”, ovvero “l’istruzione, l’innovazione e la dignità della vita”.

Obama ha quindi fatto un ammissione di responsabilità: “Troppo spesso, non siamo riusciti a far rispettare le norme internazionali quando è stato scomodo farlo. Non abbiamo affrontato con forza sufficiente l’intolleranza, le tensioni interconfessionali e la disperazione che alimentano l’estremismo violento in troppe parti del globo”.

Poi l’appello all’Iran: “Non lasciate che passi questa opportunità storica: possiamo raggiungere una soluzione che soddisfi il vostro bisogno di energia e rassicuri il mondo che il vostro programma è di pace”. Duro invece l’attacco alla Russia: “L’aggressione russa in Europa ricorda i tempi quando le Nazioni più grandi calpestavano quelle più piccole perseguendo ambizioni territoriali”. In ogni caso, “l’America e i suoi alleati sosterranno il popolo dell’Ucraina”, imponendo “un costo alla Russia per la sua aggressione”.

“L’azione della Russia in Ucraina sfida l’ordine del dopoguerra. Mosca ha una visione del mondo in cui la forza dà il diritto di ridisegnare i confini di una nazione” – ha aggiunto ancora Obama – “Noi ci battiamo per qualcosa di diverso. Noi crediamo che il diritto renda potenti, che le nazioni più grandi non debbano intimidire le più piccole, che le persone debbano poter scegliere il loro futuro”.

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