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Giugno 16, 2014

I jihadisti dell’Isil conquistano un’altra città. Centinaia di soldati iracheni giustiziati

Presa Tal Afar. L’Isil consolida il controllo nell’Iraq del nord. I miliziani dichiarano di aver giustiziato 1.700 soldati iracheni. Stati Uniti e Iran potrebbero accordarsi per difendere Baghdad

Continua l’avanzata dei jihadisti dell’Isil in Iraq. Ieri le milizie estremiste e sunnite hanno conquistato Tal Afar, una città nella provincia di Ninive, al confine con la Siria. Centinaia di famiglie in fuga. I miliziani dell’Isil che vorrebbero instaurare un califfato susnnita fra Siria e Iraq ormai controllano quasi tutte le città più importanti nelle province di Anbar e Ninive.

CONQUISTATA TAL AFAR. Tal Afar è una città vicina al confine siriano, dove abita una grande popolazione di turkmeni, molti di loro sciiti. I residenti, intervistati per telefono da Reuters, hanno detto che ieri notte, dopo un giorno di scontri tra le milizie sciite locali, gli assalitori dell’Isil, hanno preso il sopravvento. Centinaia di famiglie sono fuggite a piedi: i gli sciiti verso la Siria, i sunniti verso est.
Nelle prime due settimane di giugno, con un’azione rapida e dirompente, l’Isil aveva già preso il controllo di Mosul e Tikrit, le città più importanti nel nord dell’Iraq, mettendo in fuga mezzo milione di civili, fra cui molti cristiani. Gli jihadisti hanno fermato l’avanzata verso Baghdad a Samarra, 100 chilometri a nord della capitale irachena. L’Isil sta consolidando così il controllo del nord, fra il kurdistan iracheno e la Siria. Da gennaio, insieme ad altre milizie sunnite, spadroneggia nella provincia sunnita di Anbar, fino a Ramadi e Falluja, pochi chilometri a ovest di Baghdad.

1.700 SOLDATI GIUSTIZIATI? Ieri, l’Isil ha comunicato di aver giustiziato 1.700 soldati dell’esercito iracheno su 2.500 catturati a Tikrit, città natale dell’ex rais iracheno, Saddam Hussein. Sul suo account Twitter, i miliziani islamici hanno pubblicato le foto (in alto a destra) che mostrano alcuni militanti del gruppo islamico puntare Kalashnikov su uomini disarmati e proni a terra. La didascalia delle foto recita: «Questo è il destino che attende gli sciiti mandati a combattere i sunniti da Nouri (al Maliki, ndr)». Sui numeri delle esecuzioni non ci sono conferme. Secondo un ex funzionario locale di Tikrit, intervistato da Reuters, queste cifre sarebbero esagerate: delle migliaia di soldati iracheni fuggiti dopo l’avanzata degli jihadisti, l’Isil avrebbe catturato 450 – 500 militari della base Speicher e altri 100 a Tikrit.

COLLOQUI IRAN-USA? Dopo la conquista di Mosul, gli jihadisti hanno messo le mani su ingenti scorte di armi fabbricate negli Stati Uniti: tonnellate di munizioni, decine di mezzi blindati e pezzi di artiglieria sono stati abbandonati dai 30 mila soldati iracheni in fuga. Il potenziamento bellico e la rapida espansione del territorio controllato dai militanti islamisti ha destato la preoccupazione del presidente americano, Barak Obama, che già settimana scorsa aveva comunicato al governo iracheno il sostegno degli Stati Uniti contro l’Isil. Un aiuto «appropriato» ma «limitato», aveva precisato Obama. Ieri, un alto funzionario statunitense, parlando in condizione di anonimato, ha detto al Wall Street Journal che Washington starebbe considerando di entrare in contatto con l’Iran per trovare un modo per aiutare il governo di Baghdad. L’apertura degli Stati Uniti è arrivata il giorno dopo l’apertura agli Stati Uniti del presidente iraniano Hassan Rouhani. Il capo di stato iraniano aveva dichiarato che l’Iran avrebbe considerato di lavorare insieme agli Stati Uniti per la salvaguardia dell’Iraq, qualora Washington sia disposta a colpire i «gruppi terroristici» sunniti.

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