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12 giugno 2014

Iraq, appello dei ribelli jihadisti
"Marciamo tutti su Bagdad"

I ribelli jihadisti dell'Isil hanno rivolto un appello ai loro sostenitori di unirsi alla battaglia e marciare verso Baghdad. Lo rivela il Site, l'agenzia di monitoraggio americana sui siti islamici.

In un messaggio audio diffuso ieri e tradotto dal Site, il portavoce dell'Isil , Abu Mohammed Al-Adnani, esorta gli insorti a marciare su Baghdad e critica il premier iracheno Nouri Al-Maliki per la sua "incompetenza". "Continuate ad avanzare, la battaglia a breve arriverà a Baghdad e Karbala. Indossate le vostre cinture e siate pronti", riporta il messaggio. I militanti dell'Isil sarebbero a meno di 100 chilometri dalla capitale dell'Iraq.

E rivolto al premier Al Maliki: "voi avete perso un'occasione storica per il vostro popolo di controllare l'Iraq e gli sciiti vi malediranno per sempre, fino alla vostra morte", aggiunge il messaggio.

Intanto le autorità irachene si sono dette pronte a permettere agli Stati Uniti di lanciare raid con droni contro i jihadisti dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (Isis) che sta espandendo il suo controllo nel nord del Paese. Lo riferisce il Wall Street Journal citando fonti americane anonime secondo le quali l'amministrazione Obama sta valutando una serie di ipotesi contro l'avanzata dell'Isis in Iraq, compreso l'impiego di droni, come avviene ad esempio nello Yemen contro i miliziani di al-Qaeda nella Penisola Arabica.

L'amministrazione irachena aveva già richiesto in via riservata agli Usa di prendere in considerazione l'invio di droni contro i qaedisti che, in un'offensiva lampo, hanno conquistato negli ultimi due giorni tutta la fascia settentrionale del Paese. La richiesta era stata respinta nel passato, ma Washington ora sta valutando la possibilità di maggiore assistenza miliare a Baghdad. E secondo quanto riferisce una fonte occidentale all'emittente televisiva "al Arabiya", il premier ha fatto sapere di non essere contrario alla possibilità che questi raid possano avvenire. Al Maliki avrebbe chiesto segretamente all'amministrazione di Washington di studiare un piano per colpire le basi dei terroristi islamici.

Il vice presidente Usa, Joe Biden, ha condannato il sequestro da parte dell'Isil di personale del consolato turco a Mossul, in Iraq, e afferma che il suo Paese è pronto a sostenere gli sforzi di Ankara per liberarli. La Casa Bianca fa sapere che lo ha detto direttamente al premier turco, Recep Tayyip Erdogan. Gli Usa, ha affermato Biden, sono pronti ad affiancare le forze turche nel contrastare il gruppo estremista "Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isil)". I militanti, intanto, hanno preso Mossul martedì e Tikrit ieri, avvicinandosi sempre più alla capitale Baghdad. A Mossul hanno attaccato il consolato della Turchia, sequestrando il console generale e decine di dipendenti.

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