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June 26, 2014

I Sunniti iraqeni rischiano di disgregarsi una volta conclusa la Campagna ISIS
di Nick Ottens

Gli esperti prevedono che la coalizione di militanti sunniti che ha preso il controllo di gran parte del nord-ovest dell'Iraq potrebbe presto cominciare a sfilacciarsi. Pochi condividono l'interpretazione purista dell'Islam e della legge islamica che guida i principali sostenitori del gruppo di combattimento.

I militanti dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (ISIS) hanno scioccato il governo iracheno, all'inizio di questo mese, quando hanno preso il controllo della seconda città del paese, Mosul. Sostenuti da milizie sunnite e tribù che si sono a lungo sentite emarginate dai loro governanti sciiti a Baghdad, da allora il gruppo si è focalizzato nel consolidare le sue vittorie con la conquista del territorio e delle città di frontiera vicino alla Siria, dove continuano a combattere il regime del presidente Bashar Assad.

Tuttavia, potrebbe lottare per imporre il suo dominio. Adam Garfinkle, di American Interest, sostiene che "i fanatici non sono così bravi al governo, come Al Qaeda in Iraq ha dimostrato alcuni anni fa, e non sono molto meglio a tenere insieme le coalizioni ideologicamente eterogenee." Le fazioni sunnite sono attualmente unite nella loro opposizione contro il governo del primo ministro Nouri al-Maliki, ma una volta che la campagna ha fatto il suo corso, Garfinkle prevede che, probabilmente, l'alleanza potrebbe cadere a pezzi.

La società di consulenza geostrategica Wikistrat prevede analogamente che "ISIS dovrà governare il Califfato della Mesopotamia senza sbocco sul mare, mentre affronta i nemici sciiti sui suoi fianchi orientali e occidentali."

La società ha condotto di recente una simulazione crowdsourcing, nel suo rapporto l’analista senior Jeffrey Itell scrive: "Mentre gli iracheni sunniti potrebbero accettare il controllo di ISIS e i vincoli della sharia stretta in cambio di pace e stabilità, l'esperienza indica che le tribù si irriterebbero ai sensi di tale norma, scatenando intensi cicli di conflitti intestini e repressione."

Secondo Wikistrat lo stato islamico che ISIS cerca di erigere attraverso la frontiera tra Iraq e Siria, riunendo le terre sunnite tra l'Eufrate e il Tigri, rimarrà probabilmente sia inespugnabile dall'esterno che ingovernabile al suo interno.

Allo stesso tempo, e soprattutto se non emergono alternative politiche praticabili, gli analisti si aspettano ISIS, coerente al suo interno, possa restare un giocatore dominante, dato il suo accesso alle armi pesanti e al denaro rubato.

L'agenzia di stampa Reuters riferisce: "Essi indicano le lezioni di tre anni di guerra civile in Siria, dove una leadership unificata ISIS ha guidato a tutto vapore altri gruppi e si è radicata come una forza da non sottovalutare nella Siria occidentale".

In Iraq nel suo complesso, una situazione di stallo è probabile a meno che gli sciiti riescano ad ottenere un significativo sostegno militare da parte dell'Iran per combattere ISIS, o dagli Stati Uniti, o da entrambi. Per ora, scrive Wikistrat, le tre componenti irachene, compresi i curdi autonomi nel nord-est, "appaiono sufficientemente in grado di difendere il loro territorio, ma non abbastanza per invadere l'altro debole. Gli sforzi fatti per riunire l’Iraq saranno probabilmente inutili."


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June 26, 2014

Iraq’s Sunnis Likely to Fall Out Once ISIS Campaign Runs Its Course
By Nick Ottens 

The coalition of Sunni militants that has taken control of much of the northwest of Iraq could soon start to fray, experts predict. Few share the purist interpretation of Islam and Islamic law that its leading fighting group advocates.

Militants from the Islamist State of Iraq and the Levant (ISIS) shocked Iraq’s government earlier this month when they took control of the country’s second city, Mosul. Backed by Sunni militias and tribes that have long felt marginalized by their Shia rulers in Baghdad, the group has since focused on consolidating its gains by conquering territory and border towns close to Syria — where it is also active, battling the regime of President Bashar Assad.

However, it could struggle to impose its rule. The American Interest‘s Adam Garfinkle argues, “Fanatics are not so good at governance, as Al Qaeda in Iraq proved some years ago, and they are not much better at holding together ideologically heterogeneous coalitions.” The Sunni factions are currently united in their opposition against Prime Minister Nouri al-Maliki’s government but once the campaign has run its course, Garfinkle predicts, the alliance will probably fall apart.

The geostrategic consultancy firm Wikistrat similarly predicts that “ISIS will find it a challenge to govern a landlocked ‘Mesopotamian Caliphate’ while facing Shia enemies on its eastern and western flanks.” In the report from a crowdsourced simulation the company recently conducted, its senior analyst Jeffrey Itell writes, “While Sunni Iraqis may accept ISIS control and the constraints of strict sharia law in return for peace and stability, experience indicates that tribes will chafe under such rule, leading to intense rounds of internecine conflict and suppression.”

The Islamic state ISIS seeks to erect on the frontier between Iraq and Syria, spanning the Sunni lands between the Euphrates and Tigris Rivers, will likely remain both unconquerable by the outside and ungovernable from within, according to Wikistrat.

At the same time — and especially if no viable political alternatives emerge — analysts expect ISIS, at least coherent internally, to remain a dominant player, given its access to high powered weapons and stolen cash.

“They point to the lessons of Syria’s three year old civil war, where a unified [ISIS] leadership steamrolled other groups and entrenched itself as the force to be reckoned with in western Syria,” the Reuters news agency reports.

In Iraq as a whole, a stalemate is likely unless the Shia get significant military support from Iran, the United States or both to fight back ISIS. For now, says Wikistrat, “Iraq’s three components” — including the autonomous Kurds in the northeast — “appear capable enough to defend their territory but weak enough not to encroach on each other. Efforts made to reunite Iraq will probably be fruitless.”


The author is a contributing analyst for Wikistrat.

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