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22 luglio 2014

Mentre Tel Aviv rifiuta la tregua dell’Onu per Gaza, Ynetnews, offre uno spunto di riflessione e di critica al governo piuttosto interessante

Israele ha respinto la richiesta dell’inviato dell’Onu in Medio Oriente Robert Serry di una tregua umanitaria nella Striscia di Gaza. Lo scrive Haaretz citando alte fonti israeliane.

Il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza è salito a 583 morti e 3.640 feriti, secondo l’agenzia di stampa palestinese Al-Ray. Gli ultimi raid israeliani hanno già causato oggi almeno sette morti. A questi vanno aggiunti i 27 soldati israeliani uccisi.

Ma la questione che tiene banco su uno dei media israeliani più importanti, l’agenzia Ynetnews, a conferma dell’atteggiamento della stampa israeliana poco incline a far da fanfara entusiasta di questa guerra, è quello dei tunnel.

Yossi Yehoshua si chiede infatti :”Come mai i leader israeliani hanno aspettato fino ad oggi per distruggere la città sotterranea di tunnel scavati sotto la striscia di Gaza?”

Sin da quando l’esercito israeliano IDF, ndr) ha dato il via all’operazione di terra Margine Protettivo giovedì scorso, era ben chiaro quale fosse uno dei suoi obbiettivi principali: identificare e distruggere i tunnel del terrore di Hamas. Nel fine settimana la prima fase di questa operazione è stata portata a termine, anche se pagando un prezzo molto alto, con alcuni soldati morti ed altri feriti. Questo sarebbe comunque un risultato importante, ma non è definitivo. Le gallerie potrebbero essere ripristinati se non vengono distrutte come si deve.
 
Nonostante il prezzo che l’IDF sta pagando in termini di vite umane, si potrebbe dire che l’obiettivo principale dell’operazione è stato raggiunto: almeno altri cinque tunnel strategici, con uscite in Israele, sono già stati localizzati e distrutti .
 
Per la prima volta dall’inizio dell’operazione, è possibile dire che Hamas ha perso asset strategici: l’esercito stima che ognuno dei cinque tunnel è stato scavato per almeno quattro anni di grande profondità e ad un costo elevato.

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