Al-Hayat
31/07/2014

La società israeliana e la guerra su Gaza
di Ali Bedouan
Traduzione e sintesi di Maryem Zayr

La maggior parte degli israeliani appoggiano l'estremismo sionista

Cresce la riflessione sulla politica razzista e distorta delle forze dell’occupazione israeliana nella Striscia di Gaza e sulla reale immagine dello Stato colonizzatore fin dalla sua costituzione. Ciò è dimostrato dalle violenze commesse contro i civili palestinesi. La stampa e i media israeliani non fanno altro che parlare di incidenti stradali o omicidi commessi all’interno dello stato di Israele, mentre viene trascurato il genocidio che l’esercito israeliano compie ogni giorno contro la popolazione palestinese. L’interesse della società israeliana è quello di vedere la vittoria dell’esercito e la conclusione della sua missione con successo.

Che società è questa? Approfittando della debolezza araba, le forze della destra israeliana esercitano forti pressioni su tutti gli Stati esteri, continuando il gioco sanguinoso contro i palestinesi in Cisgiordania, Gerusalemme e la Striscia di Gaza fin dal 1948.

È così che l’esercito israeliano utilizza i più sofisticati mezzi aerei per lanciare le bombe e colpire i civili palestinesi nel cuore dei quartieri della Striscia di Gaza senza scrupoli. Il pilota del mezzo sgancia le bombe dalla sua cabina lasciandole cadere nel cielo di Gaza, senza che la sua coscienza senta un minimo di rimorso e senza rispettare le misure etiche e morali, rimanendo soddisfatto dello scenario che si presenta quando queste bombe toccano terra e provocano la morte di migliaia di civili innocenti. Questa implacabile la guerra avviene contro persone che sono alla ricerca di libertà, di giustizia e di vivere alla luce del sole come tutti i popoli della terra.

I risultati di recenti sondaggi condotti in Israele dicono che il processo decisionale della destra israeliana è fortemente presente sulla scena, ottenendo il consenso di oltre il 70% dei sostenitori durante gli attacchi (tutt’ora incorso) sulla Striscia di Gaza, dimostrando così la distanza dello Stato ebraico e la società israeliana dai valori dell’etica e del senso dell’umanità.  La società israeliana si basa su false idee mitologiche, credendo che il linguaggio della forza, della violenza e dell’arroganza, può rompere la volontà delle persone indifese, e la creazione di un nuovo status quo, nel contesto degli sforzi per abortire il progetto della liberazione dell’identità nazionale del popolo palestinese.

La maggioranza della società israeliana appoggia l’occupazione sionista della Palestina, trafugando la terra di un popolo la cui identità è stata negata, violando il diritto internazionale, attuando l’espulsione degli arabi all’interno dei confini israeliani dal 1948, per arrivare ad ottenere così un nuovo Stato ebraico “puro”. Il problema non è dell’estrema destra o del centro-destra, neanche del centro sinistra o della sinistra, ma è dell’intera società israeliana governata dalle politiche estremiste sioniste.

Al contrario, per le strade di Israele (pur in misura limitata), emergono nuovi manifestanti (sempre più numerosi) che si oppongono alla guerra e i bombardamenti contro i palestinesi nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. La maggioranza di questi oppositori è arabo-palestinese e un gruppo di minoranza ebraica del partito comunista israeliano (Fronte Democratico per la Pace e l’Uguaglianza – Hadash).

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