Al-Quds al-Arabi
29/11/2014

Israele, ebraica per gli arabi e democratica per gli ebrei
di Wadi Awawidah
Traduzione e sintesi di Marianna Barberio.

Benajmin Netanyahu promuove un nuovo disegno di legge basato sul carattere ebraico e democratico di Israele

Dalla fondazione dello Stato di Israele nel 1948 si è insistito sulla natura ebraica e democratica della nazione israeliana, e sul suo riconoscimento da parte del popolo palestinese, che ha sempre esposto un parere negativo .

Recentemente tale richiesta è stata ripresa nel nuovo disegno di legge presentato dal premier israeliano, Benjamin Natanyahu, alla Knessete, il parlamento israeliano, che sottolinea la formazione dello “Stato del popolo ebraico” esaltandone quindi il carattere religioso più che democratico.

Ad essa hanno fatto seguito critiche all’interno di Israle e non solo, con un discreto favore del 17%. La nuova legge è stata definita da molti “una continuazione del pensiero sionista strutturale e razzista”. Quanto affermato soprattutto da Haneen Zoabi, membro della Knesset, e confermato anche dal suo collega e deputato, il dott. Basel Ghattes. Egli afferma infatti che l’approvazione di tale legge ricostituirebbe la natura dello Stato razzista e il regime dell’apartheid.

È una chiara minaccia al popolo arabo che anziché rimarginare le ferite storiche, peggiora ulteriormente la sua condizione. In molti si sono accordati su questa linea di pensiero: dal leader del Fronte Democratico per la Pace e l’Eguaglianza, Mohammad Barakeh, a Saim Joubran, unico esponente arabo della Corte Suprema di Giustizia, all’ex ministro dell’Educazione, Shulemit Aluni, che ha definito il regime israeliano “etnocratico”. E ancora, altri partiti sionisti di sinistra e di destra, l’ex Ministro della Sicurezza e i due partiti contrastanti, Likud e Meeretz. Le accuse possono essere sintetizzate nelle parole del presidente israeliano, Reuvene Rivlin, il quale sottolinea l’assenza di democrazia e uguaglianza in Israele, in contrasto con la Dichiarazione di Indipendenza, in cui la convivenza tra le differenze doveva rappresentare l’essenza dello stato ebraico. Al contrario, ambizioni di classe, discriminazione e disparità hanno rivelato la vera natura dello Stato di Israele, priva ora della sua maschera democratica.

In ultimo, l’associazione araba dei diritti umani ha criticato invece la superficialità internazionale dinanzi alla gravità di tale progetto. In questo senso, sia l’Unione Europea che gli Stati Uniti si sono limitati ad una denuncia dell’elemento razzista, auspicando ad una ricapitolazione da parte israeliana. Per questo l’associazione araba ha voluto indirizzare alle ambasciate straniere a Tel Aviv, e quindi a tutti gli Stati internazionali, un memorandum ufficiale che incoraggi a prendere le dovute precauzioni per ostacolare ogni tentativo di legalizzazione della nuova legge.


Wadi Awawidah è uno scrittore e giornalista che tratta in particolare della questione palestinese. Nel 2009 ha ricevuto il premio Akram Zuayter come conservatore della memoria palestinese.

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