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27 giu 2014

Attacco a Hezbollah per destabilizzare il Paese

La guerra in Iraq bussa alla porta del Paese dei cedri che rischia di diventare terreno di scontro tra jihadisti e il Partito di Dio. Le due autobombe e il kamikaze hanno fatto due morti e una settantina di feriti, interrompendo tre mesi di relativa calma

Roma, 27 giugno 2014, Nena News –

Tre attentati in appena una settimana fanno tremare il Libano, dove si teme un contagio del conflitto a sfondo confessionale che sta scuotendo l’Iraq nelle ultime settimane. Il Paese dei cedri, già sotto la pressione del vicino conflitto siriano, sembra entrato nel mirino del gruppo sunnita Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) che guida l’offensiva contro il governo sciita di Baghdad e che ha mandato un messaggio al movimento sciita Hezbollah (Partito di Dio) che combatte in Siria al fianco delle truppe del presidente Bashar al Assad.

Il Libano rischia di diventare un altro campo di battaglia dello scontro regionale tra sunniti e sciiti, di trovarsi sotto un fuoco incrociato. Le due autobombe e il kamikaze hanno fatto due morti e una settantina di feriti e hanno interrotto tre mesi di relativa calma nel Paese. Si teme che a Beirut arrivino combattenti jihadisti pronti a colpire i feudi di Hezbollah, nella zona meridionale della città, o che le cellule dormienti agiscano per indebolire il Partito di Dio e, di conseguenza Assad che sta riguadagnando terreno in alcune parti della Siria e sta ricostituendo l’asse con Baghdad e Teheran contro le milizie sunnite che dilagano nel Paese. L’Isil vuole costituire un califfato che si estende dalla Siria all’Iraq, garantendosi una continuità territoriale tra i due Stati che rischia di sfaldarli e il Paese dei cedri si troverebbe “sotto il fuoco di due vulcani in eruzione”, ha osservato l’editorialista Ali Hamadeh sul quotidiano libanese An Nahar.

Ieri sono stati sgomberati diversi alberghi di Beirut, dopo che un cittadino saudita si è fatto esplodere in un hotel per sfuggire all’arresto, ferendo una decina di persone. Nella sua stanza è stato trovato materiale sufficiente a costruire una cintura esplosiva. Quest’ultimo attentato è stato rivendicato dal gruppo Sunniti liberi di Baalbek che hanno fatto riferimento allo Stato islamico e hanno promesso di continuare a colpire Hezbollah in un messaggio su Twitter. Venerdì scorso un poliziotto è stato ucciso da un’autobomba a un posto di blocco e lunedì un altro attentato suicida con una macchina ha ucciso un altro agente nei pressi di un quartiere sciita di Beirut.

Questi ultimi tre attentati non sono andati completamente a segno, avrebbero potuto fare strage tra i cittadini, ha fatto notare il ministro dell’Interno Nohad Mashnouq. Le due autobombe non sono riuscite a raggiungere gli obiettivi e gli attentatori si sono fatti saltare in aria ai posti di blocco, mentre il kamikaze saudita si è fatto esplodere per non farsi catturare dalle forze di sicurezza libanesi.

Tra novembre e marzo sono stati preparati undici attentati kamikaze nel Paese, sventati da massicce operazioni antiterrorismo. Un periodo di relativa calma è iniziato dopo che Hezbollah ha catturato le basi dei miliziani jihadisti in Siria, dove pare si preparassero gli attacchi in Libano, ma l’Isis ha ripreso vigore in Iraq e potrebbe riallacciare rapporti con al Qaeda, da cui è stato estromesso mesi fa, per avanzare in Siria.

Sheikh Sirajeddine Zuraiqat, portavoce delle Brigate Abdullah al-Azzam, legate ad al Qaeda, ha detto che il Partito di Dio “si è messo nei guai” con la sua “avventura in Siria”. “La vostra battaglia”, ha scritto su Twitter, “non è più soltanto con noi, ma con l’intera comunità sunnita in Siria e in Libano”. Nena News

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