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20.05.2014

Chi è Khalifa Haftar, il controverso generale legato alla CIA
di Gabriella Tesoro

A tre anni dalla fine del regime di Gheddafi, la Libia è un Paese in piena anarchia. Dopo il caos dello scorso fine settimana, con l'attacco al Parlamento da parte delle truppe del generale Khalifa Haftar e il conseguente annuncio da parte dei suoi uomini della "sospensione del Congresso nazionale generale (CNG)", cioè del Parlamento stesso, Tripoli ha deciso di tirare le somme. Le attività del CNG saranno sospese fino a nuove elezioni e il neoeletto premier Ahmed Miitig, che aveva assunto la carica poco più di due settimane fa grazie all'appoggio della corrente islamica, sarà rispedito a casa.

A creare questo ennesimo scossone in Libia è stato Khalifa Haftar, un generale in pensione che si autodefinisce salvatore della patria, difensore del popolo libico e unico baluardo capace di liberare il Paese dai fondamentalisti islamici. Al contrario, i suoi avversari, che non sono certo pochi, oltre a definirlo ambizioso e ipocrita, lo accusano di aver messo in atto un colpo di Stato.

Di certo la sua figura è piuttosto controversa. Dai collegamenti con la CIA, fino ai presunti piani per rovesciare il governo, la vita di questo generale è sempre stata avvolta nel mistero. Nato a Bengasi 65 anni, Haftar si diplomò all'accademia militare della città, ma svolse anche un periodo di formazione in Unione Sovietica.

Nel 1969 partecipò al golpe militare che mise alla guida del Paese proprio il colonnello Gheddafi. Tuttavia, durante la lunga e disastrosa guerra tra la Libia e il Ciad, Haftar fu fatto prigioniero dall'esercito di N'djamena e sconfessò Gheddafi. Da quel momento in poi, per il governo di Tripoli, il generale non faceva più parte del suo esercito, e lo consegnò, di fatto, al nemico.

Quanto sia accaduto dopo rimane poco chiaro. Quel che è certo è che in questo preciso periodo entrano in gioco gli Stati Uniti. Secondo un rapporto pubblicato dal New York Times nel 1991, la CIA, con il finanziamento e l'approvazione dell'allora presidente Usa Ronald Reagan, avrebbe addestrato Haftar e il suo esercito composto da circa 350 uomini in "tecniche di sabotaggio e di guerriglia" al fine di rovesciare Gheddafi. Quando nel 1990 cadde il governo in Ciad, fu compito di Washington trovare un posto dove far alloggiare il generale. Dopo diversi tentativi falliti in Kenya e nell'allora Zaire (oggi Repubblica Democratica del Congo), furono gli stessi Stati Uniti a concedergli asilo politico.

Da qui, inizia un altro periodo oscuro della vita di Haftar, durato oltre 20 anni. Stabilitosi in una cittadina in Virginia, pare che il generale abbia condotto una vita agiata e tranquilla, in una casa di ben cinque camere da letto, venduta poi nel 2010 al prezzo di 612mila dollari. Inoltre, sembra sia diventato cittadino americano, in quanto documenti ufficiali dimostrano che ha votato alle elezioni in Virginia del 2008 e 2009. Oltre ad abitare vicino al quartier generale della CIA, secondo quanto riportato dal New York Times, pare che Haftar abbia avuto frequenti e continuativi contatti con l'intelligence.

È assai probabile che durante il suo periodo di permanenza negli Stati Uniti, il generale abbia mantenuto contatti con l'opposizione libica dato che, appena scoppiata la rivolta contro Gheddafi nel 2011, è tornato immediatamente in patria.

Tuttavia, nonostante Haftar fosse tra i comandanti ribelli più quotati, la sua leadership è sempre stata incerta. Difatti, il generale non ha mai goduto di piena fiducia, soprattutto dalle nuove autorità libiche che hanno sempre mostrato un certo timore per la sua ambizione e per il suo passato poco chiaro. Relegato a un ruolo subalterno, la popolarità  di Haftar è tornata in auge dopo i frequenti episodi di violenza e anarchia che hanno recentemente sconvolto Tripoli.  In un video rilasciato nel mese di febbraio, il generale annunciava la sospensione del governo e del Parlamento, in un tentativo che, sia pur senza mezzi militari, ricorda quello accaduto domenica. È dunque piuttosto evidente che Haftar aveva già in testa (e anche da un po' di mesi) l'idea di rovesciare il governo. Obiettivo che è riuscito a portare a termine.

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