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28 luglio 2014

Italiani e tedeschi in fuga dalla Libia in fiamme

La situazione in Libia si fa tesa sempre di più e le distruzioni dei depositi di carburante possono diventare un pericolo gravissimo. Cento connazionali, per ora, sono rientrati in Italia

Non c’è stato nessun ordine di evacuazione, ma gli italiani che hanno voluto lasciare la Libia sull’orlo di una nuova guerra civile, hanno potuto farlo “sotto protezione”. E sono più di 100, ha reso noto la Farnesina, quelli trasferiti fuori dal Paese negli ultimi giorni. “Di fronte dell’aggravarsi della crisi in Libia, il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha disposto da giorni un piano di tutela dei connazionali nelle zone più a rischio” che “attraverso l’ambasciata a Tripoli e in raccordo con l’Unità di crisi, aveva già attivato un monitoraggio della presenza italiana” nel Paese.

La Germania ha richiamato il personale diplomatico dalla Libia. Lo ha affermato oggi a Berlino un portavoce del ministero degli Esteri in conferenza stampa, parlando di ”evacuazione”. L’ambasciata a Tripoli, tuttavia, ”non è ancora” chiusa, e impiegati locali sono tuttora in servizio. A causa della pericolosità della situazione, Berlino aveva invitato i cittadini tedeschi a lasciare il paese nel weekend, mettendo in guardia dal sito del ministero dal ”rischio di rapimenti e attentati”. La stessa cosa avevano fatto gli Stati Uniti nei giorni scorsi, chiudendo del tutto l’ambasciata a Tripoli

Dopo l’incendio ad un deposito di benzina, colpito stanotte da un razzo durante gli scontri vicino Tripoli, ha preso fuoco un secondo serbatoio di carburante e la situazione è “molto pericolosa”. Lo rende noto il governo libico parlando di rischio di “catastrofe umanitaria e ambientale dalle conseguenze difficili da prevedere”.

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