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mercoledì 18 giugno 2014

Siria-Iraq: orrore senza cause?

La mattanza siriana alle origini del cupio dissolvi arabo. Politica e religioni hanno colpe enormi, ma una responsabilità spicca su tutte. E la riprova arriva da Beirut.

Massacro, stupro, tortura, abominio. E' finita così la storia dell'arabismo? In un cupio dissolvi nel quale nessuno sa più chi sia il carnefice e chi la vittima? Per prima cosa davanti a tanto orrore occorre domandarsi se si possa rimanere partigiani, e cioè dimenarsi in modo da ridurre le colpe di un campo a favore dell'altro. Invece di dirsi sgomenti per quel che quotidianamente viene perpetrato contro decine, centinaia, migliaia di innocenti. Qualcuno sembra aver aperto il vaso di pandora dell'inconscio o del subconscio arabo: è di lì esce qualcosa di indefinibile, di spaventoso? Tutti sanno cosa sia stato il mondo arabo in termini di passato, anche glorioso: e il presente, è questo? E' questo? Questo sterminio, questo accanimento sadico, questo abisso? 

Questa sensazione di indicibile si attenua se mi ricordo gli anni tremendi delle guerre balcaniche. Basti un fatto per tutti: seguendo Giovanni Paolo II in Croazia ricordo i ritratti di un generale affissi da ignoti accanto ai suoi: era noto per aver girato quei posti con secchi pieni di occhi di serbi. A questo si arriva quando si aprono i vasi di pandora dell'orrore identitario. E' stato il fascismo balcanico, serbo o croato, ortodosso o cattolico: è il fascismo arabo, sunnita o sciita. Bisogna dire basta, bisogna chiedere ai leader religiosi, tutti: potete consentire tutto questo nel nome del vostro dio?

Ma queste buone intenzioni non bastano, non possono bastare. C'è qualcosa di più, che va detto. Che non può essere taciuto. 

Nel corpo culturale arabo è stato iniettato per circa un secolo un veleno mortale: questo veleno si chiama antiumanesimo totalitario. Questo veleno ha avuto due picchi orrendi, spaventosi:prima il wahabismo saudita, deturpante visione della religione diffusa dai saudita con l'avallo americano per tenere sotto l'intera regione. Poi il khomeinismo e il baathismo, opposti totalitarismi (laico-tribale e teocratico) alleati per calcolo e all'inizio "antagonismo" anti Usa. Forti di questa attrazione "rivoluzionaria" globale si sono basati su morte, violenza, ferocia, distruzione dell'uomo, crudeltà, tanto da divenire l'asse, la culla, il volano, il moltiplicatore di tutto questo. I paesi che loro governano sono cimiteri viventi, dove non esiste altro che arbitrio e sopraffazione. Un esempio lo dimostra benissimo: un leader cristiano, maronita, in queste ore anela alla presidenza del Libano con il sostegno dei khomeinisti di Hezbollah e contro i sunniti di Hariri. Ispirato dai suoi alleati ha cercato di sbloccare la situazione dicendo: "se non avrò incarichi di responsabilità non potrò garantire la vita di Hariri." Una minaccia del genere è inaudita, impensabile, supera ogni orribile fantasia. Eppure è lì, scritta sui giornali odierni di Beirut. E' questa la cultura che i khomeinisti e i loro "sottoposti" diffondono. 

Questi due orrori (khomeinismo e baathismo) sono più orrendi delle petromonarchie reazionarie del golfo perché, sebbene antistorici, sono all'attacco, e oggi sperano di divenire i nuovi padroni del Medio Oriente, sostituendo le petromonarchie nell'alleanza con gli Usa. L'obiettivo è epocale: due stati canaglia, responsabili di infiniti crimini contro l'umanità, delegati a governare il cuore euroasiatico. Ecco che l'ISIS è la creatura mostruosa con cui conseguono il loro obiettivo: in Siria e in Iraq, dove Assad e Maliki hanno fatto di tutto per rendere la situazione insostenibile per i sunniti, consegnarli all'ISIS (che i due raiss hanno fatto di tutto per creare) e poi urlare all'emergenza "terrorismo" per essere legittimati al comando totale, assoluto, questa volta con le loro di milizie, etniche e confessionali. 

Ecco allora che in queste ore fermarsi a guardare stupiti o inorriditi o impauriti quanto accade senza domandarsi quanto buia sia stata la notte che abbiamo lasciato trascorrere in Siria per tre anni spaventosi, disumani, criminali, appare osceno, volgare. Fermarsi a guardare tutto questo senza guardare in faccia gli anni di spregevole accanimento seviziatore da parte del premier Maliki in Iraq ai danni della minoranza sunnita nel nostro ossequioso silenzio appare osceno, volgare. Fermarsi a guardare quanto accade senza il coraggio di dire cosa sia Hezbollah, quanti intellettuali, oppositori, uomini politici abbia assassinato per strada, a Beirut, a che cosa abbia ridotto la sua stessa popolazione nel nome dell'odio e della guerra per forza, è osceno, volgare. Perché sono questi gli interlocutori che vogliamo "legittimare", ai cui contratti aneliamo, e ai quali stiamo per mettere in mano (in joint venture con Putin) le sorti energetiche del blocco eurasiatico. 

Il mondo islamico vuole fare i conti con la modernità, questi orridi figuri "rivoluzionari", come anche gli oscurantisti, fanno di tutto per impedirlo. Ma la modernità che poi è il rapporto che abbiamo con gli altri, chiama, e la gente lo sa. ecco perché per i loro calcoli di potere il conflitto deve apparire "ancestrale", una inesistente guerra di religione che copra la loro corsa "rivoluzionaria" al potere.

Il mondo arabo vuole fare i conti con la democrazia, con la libertà. E i nazionalisti fanno di tutto per impedirlo. Ma la democrazia chiama e la gente lo sa. 

Se ancora una volta risponderemo con cinismo colonialista, lasciando gli arabi soli, senza solidarietà, magari convinti che i mullah di Tehran siano i padroni giusti per il domani, saremo nuovamente complici.

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