Fonte: Redattore sociale
http://comune-info.net
26 aprile 2014

Nei villaggi indiani dei suicidi

L’introduzione della pianta prodotta dalla multinazionale Monsanto ha avuto conseguenze disastrose nella regione del Maharashtra: duecento mila persone si sono tolte la vita. Il reportage della fotografa Isabell Zipfel su Popoli

In India si consuma un dramma silenzioso. Nell’ultimo decennio migliaia di contadini si sono suicidati nello stato del Maharashtra. Si parla addirittura di 200 mila persone, il 70 per cento nella regione del Vidarbha, un tempo conosciuta per i suoi abbondanti raccolti di cotone ed oggi diventata sinonimo di morte per i piccoli produttori. Sotto accusa la multinazionale statunitense Monsanto e l’introduzione di coltivazioni Ogm che, presentate come convenienti, hanno finito per trascinare i coltivatori nel baratro. Ne parla un reportage fotografico di Isabell Zipfel pubblicato dal mensile dei gesuiti Popoli.

Il primo grosso colpo ai coltivatori di cotone è arrivato nel 1998. In quell’anno la liberalizzazione del mercato esterno ed interno del prodotto, sollecitata dalla World Trade Organization portò ad un consistente calo dei prezzi. Pochi anni dopo, nel 2002, arrivo il Cotone Bt, una pianta geneticamente modificata, prodotta dal colosso Monsanto. L’introduzione dell’Ogm doveva essere una svolta in positivo ma i risultati furono molto diversi dal previsto. I semi del cotone Bt sono molto più costosi di quelli tradizionali (22 euro contro 2,5 al chilo) e soprattutto generano semi sterili che non possono essere ripiantati. Di conseguenza le sementi devono essere ricomprate ogni anno. Richiedono inoltre un apporto maggiore di pesticidi e fertilizzanti.

A questi investimenti iniziali dovevano seguire maggiori guadagni che non sono mai arrivati, soprattutto a causa di un inadeguato sistema di irrigazione. Il cotone Bt non è adatto a terreni non irrigati mentre il 90 per cento dei campi in quella regione dipende solo dall’apporto delle piogge. Per i contadini del Maharashtra questo ha significato una rapida rovina.

Ma nonostante questo i campi coltivati con il cotone Bt sono passati dai 50 mila ettari nel 2002 ai 12 milioni di ettari nel 2011 e oggi la Monsanto opera in un regime di quasi assoluto monopolio ed è quasi impossibile tornare ad utilizzare i semi tradizionali. Molti contadini ormai stanno abbandonando i campi per trasferirsi nelle metropoli, oppure rinunciano a coltivare direttamente la terra e diventano braccianti.

Una voce contro. L’articolo è integrato da un’opinione di Ignacimuthu Savarimuthu, gesuita indiano, botanico, specializzato in genetica all’Università di New Delhi che non vede alcuna correlazione tra l’introduzione del cotone Bt e l’alto numero dei suicidi nel Maharashtra. Anzi, secondo Ignacimuthu l’introduzione della pianta ogm ha portato ad un miglioramento delle condizioni dei contadini limitando le spese per i pesticidi e quadruplicando i profitti. “I contadini che si sono suicidati – dice, – in molti casi non coltivavano cotone Bt, ma altri prodotti, per i quali hanno avuto pesanti spese per i pesticidi, effettuate con prestiti, e anche perdite nei raccolti”.


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