Firma la nostra petizione sull'agricoltura contadina


http://www.coscienzeinrete.net/
14 Febbraio 2014

La Commissione Europea vuole approvare gli OGM, anche se il parlamento è contrario.

In questa vicenda, si vede chiaramente quanto la democrazia europea sia una barzelletta. Vi proponiamo un articolo della copresidentessa del Partito Verde Europeo, che secondo noi è illuminante, in quanto descrive non solo l'orrore di affidare le decisioni esclusivamente ad una commissione scelta da lobby e massonerie varie, che è per forza di cose smpre schierata con banche e multinazionali, ma descrive anche l'incapacità analitica dei politici stessi. Persino di quelli che stanno a Bruxelles.

In fatti la Frassoni sostiene che la commissione "non ha capito" che gli europei non vogliono gli OGM. La realtà nuda e cruda è che la Commissione se ne sbatte altamente di ciò che vogliono gli europei. Se avessero voluto dar retta agli europei, quelli che hanno costruito la UE, avrebbero fatto una democrazia vera, con un parlamento dai poteri reali. Il carrozzone fantoccio di Bruxelles, invece, serve solo a distribuire favori e prebende, non certo a decidere nulla.

Vogliamo allora credere che la Frassoni si sia accorta di ciò, e che abbia usato l'espressione "non ha capito" come eufemismo diplomatico. Che abbia in corso trattative reali, che stia mettendo all'angolo la Commissione e le multinazionali. Certo, con un parlamento che conta come il due di picche a briscola, fatichiamo a comprendere il tipo di pressioni che si possono portare sulla Commisione, anche perchè, pur riuscendo in qualche modo a screditarne una, si fa presto a farne un'altra piena di facce nuove pescate negli stessi serbatoi del potere.

Invece di fare una bella mozione di censura nei confronti della Commissione Barroso, gentile Frassoni, non sarà magari il caso di cominciare a lamentarsi pubblicamente dell'esistenza stessa di qualsiasi "Commissione"? Non sarà il caso di cominciare a stare dalla parte della democrazia, e di denunciare questo obbrobrio ogni giorno fin quando non lo avrà capito un numero sufficiente di persone?

"Sul tavolo della Commissione Ue c'è l'approvazione (o il rifiuto) dell'autorizzazione alla coltivazione del mais Ogm 1507. In questo periodo preelettorale, nel quale la Commissione è diventata il bersaglio di critiche molto dure, il caso va ben al di là di un mais geneticamente modificato e delle sue conseguenze sulla salute e l'ambiente, ma arriva a toccare la legittimità democratica della sua azione. A gennaio il Parlamento Ue aveva votato contro l'autorizzazione, chiedendo alla Commissione di ritirare la sua proposta.

L'11 febbraio al Consiglio Affari generali, l'altro organo legislativo dell'Unione, anche una maggioranza di Stati membri, tra i quali l'Italia, si era espressa negativamente. Poiché, però, ci troviamo nell'ambito di una procedura esecutiva di una norma esistente, la Commissione può decidere di non seguire il voto di Parlamento e la maggioranza semplice al Consiglio non basta, ci vuole la maggioranza qualificata.

Se questo è vero da un punto di vista formale, è più che evidente che la scelta di autorizzare il Mais 1507 si configura come una mancanza di rispetto nei confronti di una vasta maggioranza degli europei che hanno espresso in più occasioni la loro contrarietà agli Ogm, nel loro piatto e nei campi. Questa situazione nella quale la Commissione si arroga il diritto di non tenere alcun conto della volontà del Pe, degli Stati membri e dei cittadini, nascondendosi dietro il parere dell'autorità per la Sicurezza alimentare di Parma, prefigura una grave violazione dell'obbligo della Commissione di difendere l'interesse comune degli europei.

È per questo motivo che i Verdi ritengono che il Parlamento dovrebbe discutere e votare una mozione di censura nei confronti della Commissione Barroso.

Inoltre, l'estenuante braccio di ferro che va avanti da anni fra Stati membri completamente ostili agli Ogm, una parte importante del PE e la maggioranza dell'opinione pubblica, rende evidente la necessità di completare la revisione della direttiva 2001/18 (1), che sta alla base delle regole sulla coltivazione sugli Ogm e che è bloccata dal 2010. Per noi l'obiettivo è di riaprire la partita sulla possibilità di rendere impossibile, a termine, la coltivazione degli Ogm in Europa. Oggi la priorità è rompere lo stallo che dura dal 2010 e assicurare agli Stati membri il diritto a vietare sul proprio territorio le coltivazioni Ogm anche per ragioni socio-economiche, come proposto dal PE nel testo approvato in prima lettura nel 2011. Una condizione imprescindibile per garantire la sicurezza e qualità dell'agricoltura europea e in particolare italiana. L'imminente campagna elettorale apre uno spazio importante di dibattito pubblico. Ma questo deve anche essere un tema centrale della prossima Presidenza del Consiglio UE e un'iniziativa qualificante e molto significativa in un settore che sta a cuore agli europei."

Monica Frassoni, copresidente del Partito Verde Europeo

top