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4 marzo 2014

Ogm, l’Europa verso il liberi tutti. Apre anche Galletti, neoministro dell’Ambiente

Ieri a Bruxelles il Consiglio Ue ambiente ha virato sulla proposta greca

Il neo ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, sembra voler confermare tutte le preoccupazioni avanzate appena si è saputo della sua nomina nel governo Renzi: nella sua prima uscita a Bruxelles – durante il Consiglio Ue ambiente – ha subito fatto una dichiarazione che rivede la precedente posizione italiana sul no assoluto agli Ogm, e che sembra destinata a far discutere molto.

«Il tema Ogm è delicato e controverso – ha detto il ministro – per questo motivo è necessario un quadro legislativo chiaro che soddisfi pienamente l’Italia e tutti gli Stati membri dell’Unione Europea. Siamo dunque favorevoli alla riapertura della discussione che permetta di trovare un equilibrio tra il mantenimento del sistema di autorizzazione Ue, basato su valutazione scientifica di rischi sanitari e ambientali e l’esigenza di garantire agli Stati la possibilità di vietare la coltivazione di Ogm alla luce delle specifiche caratteristiche sul territorio».

Il ministro Galletti appoggia così la proposta legislativa presentata dalla Grecia: tutti gli Stati membri, secondo l’attuale presidenza del Consiglio dell’Unione europea, dovrebbero poter scegliere liberamente se coltivare o meno Ogm sul loro territorio. Una posizione all’estremo opposto di quanto da tempo chiedono le più grandi associazioni degli agricoltori italiani (Coldiretti e Cia), le organizzazioni del biologico come Aiab e tutte le associazioni ambientaliste, convinte che non abbia senso pensare di poter circoscrivere la coltivazione degli Ogm a pochi paesi europei: i pollini non conoscono le frontiere tra stati, e anche l’utilizzo delle serre non appare un vincolo sufficiente.

Nonostante questi allarmi, nel corso del Consiglio paladino dei contrari si è riconosciuto solo in un solitario Belgio, che ha sottolineato il suo no senza distinguo. I massimi sostenitori della proposta greca sono invece stati Gran Bretagna e Spagna. Gli altri 25 paesi seduti al tavolo si sono spalmati sul consueto nì, a tinte più o meno marcate.

«Abbiamo raggiunto un punto in cui o si decide e si va avanti o ci sarà un ennesimo rinvio per anni», ha dichiarato il commissario europeo alla Salute, Tonio Borg, e la presidenza greca dell’Ue spinge per chiudere «entro il 2014». Le possibilità di un colpo di mano in Europa da parte dei pro-Ogm si alzano vertiginosamente.

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