https://www.youtube.com/watch?v=RUhhnnLWqos&feature=player_embedded

Eleven days on a Kayuko, video tratto da acrossthesea.net


http://comune-info.net
28 marzo 2014

Il Mediterraneo dei migranti
di Servizio Civile taliano

Across the Sea è prima di tutto un viaggio nel Mediterraneo che mostra, attraverso le storie e i racconti dei migranti che vi transitano, luoghi di frontiera, centri di detenzione, porti e città sulle coste tra Africa, Europa e Medio Oriente. Un percorso che passa da Melilla, enclave spagnola sulla costa orientale del Marocco, interamente recintata e sorvegliata; da Masra (Malta) dove è presente il Marsa Open Center, equivalente dei Cie italiani; da Zarzis, porticciolo di pescatori sulla costa meridionale della Tunisia e infine il Sinai e il confine con Israele.

Il Servizio Civile Internazionale, Amisnet, Active Vision, Geminaire Group e Apdha hanno portato avanti un lavoro di documentazione su queste rotte e dato vita al sito web multimediale acrossthesea.net.

Il portale è il prodotto centrale del progetto, Across the Sea, finalizzato a mappare le rotte di migranti tra le sponde del Mediterraneo. Seguire le loro strade significa raccontare storie vissute in prima persona, decostruire pregiudizi, produrre narrazioni alternative rispetto al fenomeno migratorio. Ancora oggi infatti la migrazione nella regione mediterranea è percepita come un problema da risolvere attraverso violenti dispositivi securitari, unica risposta che i governi offrono alla questione, anche davanti a tragedie come quella dell’ottobre del 2013 a Lampedusa. Un episodio rappresentato dai media come una tragica fatalità, anziché come la conseguenza di precise e colpevoli scelte politiche, a cui si è risposto con una ulteriore militarizzazione della zona, l’operazione Mare Nostrum.

Across the sea (progetto co-finanziato dalla Anna Lindh Foundation) è un piccolo strumento per invertire la rotta, per comprendere, attraverso video, audio e racconti che cosa vivono e da dove vengono i migranti, i rifugiati e i richiedenti asilo che arrivano fino alle nostre coste. Un modo per restituire loro umanità e dignità.

Il progetto, hanno spiegato i promotori, può essere usato liberamente per informare e per lottare per il rispetto delle convenzioni internazionali e dei diritti umani e di coloro che si muovono nello spazio euro-mediterraneo. Across the sea è insomma un contributo verso una società più inclusiva, dove la libertà di movimento sia garantita e il Mediterraneo sia concepito come una porta aperta attraverso la quale incontrare “culture” diverse, e non come una barriera da presidiare.

Dal 19 Marzo il sito sarà aggiornato ogni settimana con un nuovo contributo, video o audio, per poi arrivare all’evento di presentazione del lavoro completo, nel mese di giugno, a Roma. Una volta ultimato il sito vuole essere strumento dinamico e implementabile tramite i contributi di quanti lavorano al monitoraggio delle frontiere e delle rotte di migrazione attraverso il Mediterraneo e verso l’Europa. Perché si vada accumulando nel tempo un archivio il più possibile aggiornato, che sia strumento di lettura dei cambiamenti in atto e fonte di informazioni utili a contrastare efficacemente le politiche di esclusione e morte nel Mediterraneo, sarà necessario il contributo di tanti.

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