Testo proveniente dalla pagina del sito Radio Vaticana
2014-04-07

Padre Lombardi: dove muore il popolo, muoiono anche i pastori

Nella città siriana di Homs è stato ucciso oggi da uomini armati un religioso gesuita olandese: si tratta di padre Frans Van der Lugt, 75 anni, giunto nel Paese nel 1966 e molto apprezzato per il suo lavoro. Il religioso, che risiedeva in una delle zone assediate più a rischio, aveva rifiutato di lasciare il quartiere quando c'era stata l'evacuazione dei civili, per essere accanto alla popolazione locale. Il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha detto che “muore così un uomo di pace, che con grande coraggio ha voluto rimanere fedele in una situazione estremamente rischiosa e difficile a quel popolo siriano a cui aveva dedicato da lungo tempo la sua vita e il suo servizio spirituale. Dove il popolo muore – sottolinea padre Lombardi - muoiono con lui anche i suoi fedeli pastori. In questo momento di grande dolore, esprimiamo la nostra partecipazione nella preghiera, ma anche grande gratitudine e fierezza per avere avuto un confratello così vicino ai più sofferenti nella testimonianza dell'amore di Gesù fino alla fine”. L’uccisione di padre Franz è stata una vera e propria esecuzione. Ascoltiamo la testimonianza di un suo confratello, padre Ziad Hillal, raggiunto telefonicamente ad Homs da Manuella Affejee:  

R. - Le père Franz a été abattu …
Il padre Franz è stato ucciso nel giardino del nostro convento: gli hanno sparato alla testa. E’ stato un atto premeditato. Lui era mio superiore nella comunità gesuita. E’ un dramma! Sono veramente sconvolto: è stato assassinato un uomo di pace, come il padre Franz, che non ha mai attaccato nessuno, né verbalmente né in altro modo, che ha sempre parlato di pace e di riconciliazione, auspicando sempre un futuro migliore per la Siria e per i siriani…. E poi averlo trovato ucciso in questo modo! Quello che io posso dire è che il padre Franz ha sempre voluto essere accanto al suo prossimo: è stato il buon pastore che non ha mai voluto lasciare la sua gente. Ha dato la sua vita e non soltanto per i cristiani che sono lì, ma anche per i musulmani, per tutti i siriani. E’ un grande esempio per tutti. Erano circa due anni che viveva ad Homs, sotto assedio, e non ha mai, mai parlato di cose negative. Era sempre sorridente ed era lui a chiedere a noi come stavamo. E’ un grande esempio per me, per i gesuiti qui in Siria e per tutti quei siriani che vogliono che la pace regni in questo Paese.

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