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venerdì 16 maggio 2014

Il j'accuse dell'ambasciatore francese a Damasco

In questa temperie, si segnala un fortissimo atto d’accusa contro l’Occidente da parte dell’ex ambasciatore francese a Damasco Michel Reimbaud. In una lettera aperta al presidente Hollande, il diplomatico scrive che è ormai sotto gli occhi di tutti il fatto che la ribellione contro Assad è stata sequestrata dagli «jihaidisti selvaggi»  e accusa di «cinismo»  le potenze occidentali, che sorvegliano «il silenzio sugli orrori commessi dagli jihadisti moderati e dai terroristi democratici attribuendo al “regime” la responsabilità del calvario che vivono i siriani».

E ancora: «La mistificazione è durata troppo. Bisogna smettere di mentire ai francesi [...] La Francia già parte importante dello smantellamento della Libia non può restare complice della distruzione della Siria sostenendo i terroristi di Al Qaeda che pretende di combattere in Africa dicendo di voler fermare Boko Haram e chiudere gli occhi sul martirio inflitto alla città di Aleppo dai suoi amici jihiadisti. Questa schizofrenia è indecente».

E conclude: «Le vittime della guerra universale condotta in Siria (metà delle quali appartengono all’esercito, alle forze di sicurezza e ai comitati di difesa) saranno morte vittime della barbarie, della menzogna, dell’indifferenza. Noi non sapevamo, diranno. E invece sì, loro sapevano. Sapevano tanto bene che scientificamente, sistematicamente, hanno immerso i loro concittadini in una nuvola opaca di false informazioni, di contro-verità, [...] Chi oserà dunque domandargli conto? Resteranno impuniti com’è sovente in questi casi, dal momento che sono tanto potenti e numerosi?». Se solo uno di loro sarà giudicato dalla Corte penale internazionale, continua Rimbaud, «come un comune arabo o africano», questo ci «ridarà speranza in quei valori che vediamo ogni giorno calpestati, calpestati dagli stessi che li brandiscono al fine di nascondere meglio le loro turpitudini». 

Atto d’accusa terribile, coraggioso e, sia concesso, commovente.

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