http://ilmondodiannibale.globalist.it
giovedì 30 gennaio 2014

La Siria e quel minuto di silenzio

Oggi Ginevra ha prodotto un'intesa tra le opposte delegazioni siriane: rispettare un minuto silenzio. Bene?

Si potrebbe dire che volendo guardare il bicchiere dell'accordo formale raggiunto a Ginevra lo si può scorgere mezzo pieno o mezzo vuoto. Mezzo pieno se uno pensa che, accettando di osservare quel minuto di silenzio, le parti avessero riconosciuto che la realtà è una: morti, strazi, distruzioni. Mezzo vuoto se invece si pensasse che un minuto di silenzio non lo negano neanche i tifosi negli stadi, salvo qualche non identificabile teppista. 



Ma questo minuto di silenzio, tributo a 130mila morti, arriva senza nessun preciso impegno a rispettare quelli che non hanno avuto la fortuna di morire, soprattutto a Ghouta, a Yarmouk, a Homs, le tre aree metropolitane dove il regime impedisce ancora l'accesso di cibo, nel caso di Homs dopo 600 giorni di assedio medievale.



Nella disperazione dei giorni trascorsi, pensando a quegli scheletri viventi rimasti a Homs, si era pensato di consentire un corridoio umanitario per donne e bambini. Non se ne è fatto ancora nulla, gli aiuti umanitari non hanno possibilità di accedere nella città che Assad tratta come i cetnici trattarono Sarajevo.

Ma se l'accordo ci fosse stato, che accordo sarebbe stato? Spegnere le luci e consentire che nel buio venissero trucidati tutti i maschi in età adulta lasciati lì dentro? Si può chiedere "umanitariamente" a una moglie di lasciare il marito a morire da solo? Non a caso 70 donne di Homs, più legate di noi ai valori, hanno rifiutato l'accordo ventilato dal mediatore ONU. Quell'ONU che a Sarajevo autorizzò i caschi blu a sparare per difendere se stessi, non la popolazione civile. 



E visto che di progressi non ce ne sono neanche per Yarmouk e neanche per Ghouta, io mi chiedono se ci sia solo ipocrisia dietro questo minuto di silenzio. Non ci potrebbe essere anche la pretesa del carnefice di presentarsi come "vittima"? Questa fase "simbolica" di Ginevra ha anche un valore propagandistico, meglio fare molta attenzione.

top