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11 feb 2014

Ginevra 2, l’opposizione pronta a lasciare i colloqui

Roma, 11 febbraio 2014, Nena News – La delegazione dell’opposizione siriana è pronta a lasciare i negoziati di Givevra 2. I rappresentanti della Coalizione Nazionale hanno avvertito che non parteciperano a una eventuale terza tornata di trattative se in questa seconda fase non saranno compiuti passi in avanti. «Se non ci saranno progressi, penso che sarebbe una perdita di tempo» prendere in considerazione un terzo round di negoziati, ha detto un portavoce, Louay Safi. Il portavoce ha aggiunto l’opposizione ha posto ieri questa condizione al mediatore dell’Onu, Lahkdar Brahimi, alla ripresa dei negoziati. «Non si potrà fingere di fare qualcosa…sarebbe più onesto dire che abbiamo fallito», ha concluso Louay.

Ginevra 2 è alle corde, avviata verso il fallimento previsto da tutti. Diversi giornali arabi parlano di una «Ginevra 3», questa volta con la partecipazione dell’Iran, principale alleato di Damasco, escluso da Ginevra 2 su imposizione degli Stati Uniti e per le pressioni dell’opposizione e dell’Arabia saudita. Dietro le quinte della diplomazia ufficiale Mosca e Washington starebbero facendo pressioni sui rispettivi alleati. La Russia premerebbe su Damasco per velocizzare la transizione che dovrebbe portare al post-Assad, però senza la caduta immediata e violenta del regime che desiderano l’opposizione e gli islamisti. L’Iran, forte dell’accordo sul nucleare raggiunto con l’Occidente, a certe garanzie dovrebbe avviare l’uscita dalla Siria dei suoi combattenti assieme ai sadristi iracheni e ai guerriglieri libanesi di Hezbollah.

A loro volta gli Usa, dicono sempre fonti arabe, fanno pressione sugli alleati sauditi per allontanare le molte migliaia di miliziani del jihad anti-Assad presenti in Siria. Il quotidiano di Beirut al-Akhbar ha spiegato il decreto reale firmato la scorsa settimana dal re saudita Abdullah, che prevede la punizione da tre a 20 anni per chi combatte all’estero, come un gesto distensivo in vista dell’arrivo a Riyadh di Barack Obama. Si tratta di una visita volta a ricomporre la frattura tra i due paesi emersa quando a novembre il presidente americano ha dato l’ok all’accordo con l’Iran. Gli Usa, secondo il giornale libanese, chiedono che l’Arabia saudita faccia di più per contenere la partecipazione dei jihadisti sunniti alla guerra civile siriana, nel timore che queste forze trasformino il territorio siriano, dopo la «caduta di Assad», in un trampolino di lancio per attacchi contro gli interessi americani nella regione e contro Israele.

Una bozza di legge analoga al decreto saudita potrebbe essere approvata presto anche in Kuwait, altro alleato di ferro di Washington, dove un deputato molto vicino ai regnanti ha presentato una bozza di legge che prevede fino a trent’anni di reclusione e 80,000 euro in sanzioni per chi si arruola in conflitti al di fuori dei confini dell’emirato o chi ne incita o favorisce la partecipazione. Nena News

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