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06 feb, 2014

Gli “stranieri” che combattono in Siria

L'esercito di stranieri, non siriani per intenderci, che combatte per Assad e per i ribelli è composto da persone di varia nazionalità e professione religiosa

Sono oltre 60mila i combattenti stranieri jihadisti, sunniti e sciiti, che combattono in Siria a fianco delle milizie anti-regime e di quelle rivali fedeli a Bashar al Assad, con una netta supremazia numerica di mujaheddin filo-regime, che sono circa 40.000.

L’affermazione ed i numeri li ha forniti Riad Qahwaji, esperto di questioni militari e strategiche che, ha citato fonti autorevoli presenti al Forum internazionale sulla sicurezza svoltosi a Marrakesh, in Marocco, il 25 e il 26 gennaio scorsi. Secondo le informazioni emerse dal forum, sono circa 40mila i miliziani sciiti giunti in Siria a sostegno della repressione della rivolta popolare scoppiata nel 2011.

I mujaheddin lealisti provengono per lo più da Iran, Iraq, Libano, Yemen, Afghanistan, Azerbaijan e Pakistan. E moltissimi di loro sono addestrati dalle Brigate al Quds dei Pasdaran, i Guardiani della Rivoluzione iraniana. Sul fronte opposto, si contano circa ottomila miliziani sunniti provenienti da Libia, Tunisia, Algeria e Marocco con una supremazia di quelli libici; almeno cinquemila giunti da numerosi Paesi europei e altre migliaia originari di altri Paesi musulmani, per un totale di oltre 20mila mujaheddin.

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