L'Huffington Post
17/01/2014

Armi chimiche siriane a Gioia Tauro. Tutte le fasi e i costi dell'operazione

Mentre i portuali di Gioia Tauro si dicono "pronti a incrociare le braccia" se non avranno garanzie sull'incolumità dei lavoratori, i cittadini del comune calabrese chiedono maggiori informazioni sull'operazione congiunta Onu-Opac che vedrà il passaggio di 569 tonnellate di sostanze chimiche nel loro territorio. Di fronte alla minaccia dei sindaci dei comuni limitrofi di chiudere il porto, il presidente del Consiglio Enrico Letta ha annunciato un incontro con il presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, i sindaci dei Comuni di Gioia Tauro, Renato Bellofiore, e di San Ferdinando, Domenico Madafferi, il presidente dell'Autorità portuale di Gioia Tauro, Giovanni Grimaldi, il comandante della Capitaneria di Porto di Gioia Tauro, Davide G. Barbagiovanni Minciullo, e l'amministratore delegato di Mct, Domenico Bagalà.

"La riunione servirà a chiarire i precisi termini dell'operazione", spiega Palazzo Chigi in una nota, che prosegue: "Negli anni 2012-2013 il porto di Gioia Tauro ha movimentato 3.048 container contenenti sostanze tossiche 6.1, per un totale di 60.168 tonnellate. 28.075 tonnellate nel 2012 e 29.802 tonnellate nel 2013 sono state trasbordate da nave a nave; 817 tonnellate nel 2012 e 827 tonnellate nel 2013 sono state sbarcate; 264 tonnellate nel 2012 e 382 tonnellate nel 2013 sono state imbarcate".

"Il carico da trasbordare da nave e nave senza sbarco a terra e senza stoccaggio è costituito da circa 60 contenitori da 20 piedi contenenti merci pericolose appartenenti alla classe 6.1 (materie tossiche), classificazione in base al codice internazionale relativo al trasporto di merci pericolose adottato dall'Organizzazione marittima internazionale", sottolinea la Presidenza del Consiglio . "Si tratta quindi di materiale appartenente alla medesima classe 6.1 di materia tossiche trattate in via ordinaria nel porto di Gioia Tauro".

In questa scheda abbiamo raccolto tutto quello che si sa - finora - sul piano, così come comunicato dall'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche e dai ministri italiani Lupi e Bonino.

Nel porto di Gioia Tauro verranno caricate a bordo della nave americana Cape Ray solo le sostanze “più pericolose”. Quelle meno tossiche, invece, verranno trasportate da navi norvegesi e danesi per lo smaltimento in strutture commerciali. La Cape Ray è stata equipaggiata da civili dell’US Army con due sistemi di idrolisi da campo progettati per distruggere l’arsenale chimico siriano. Le sostanze chimiche verranno distrutte in acque internazionali tramite un processo chiamato idrolisi (una reazione chimica che diminuisce la tossicità delle sostanze che poi vengono incenerite).

Queste le tappe e i costi dell’operazione Onu-Opac:

Agenti Chimici:

In Italia sono attese 569 tonnellate di agenti chimici (delle 1290 tonnellate dell'intero arsenale tra armi, componenti e altro materiale) identificate dal piano Onu-Opac di "priorità 1”, e cioè i più pericolosi. Si tratta principalmente di gas mostarda e sarin, contenuti in 60 container, che verranno "imballati e sigillati secondo procedure internazionali per la totale sicurezza del trasporto", ha assicurato il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi.

Il trasbordo:

Nel porto di Gioia Tauro il materiale chimico che arriverà a bordo del cargo danese Ark sarà trasferito sulla nave americana Cape Ray “da nave a nave mediante appositi rotabili" e “senza stoccaggio a terra dei container”, ha aggiunto Lupi. L'operazione avverrà "secondo standard internazionali di sicurezza".

I tempi:

L'operazione di trasbordo a Gioia Tauro durerà 24-48 ore. E avverrà "all'inizio di febbraio, in ogni caso entro la prima metà di febbraio”, ha reso noto il direttore generale dell’Opac, Ahmet Uzumcu, mentre la distruzione degli agenti a bordo della nave Usa "nei successivi due mesi". "Sarà un'operazione singola, non si ripeterà", ha poi assicurato.

Le navi:

"Ad oggi solo una parte dei container di armi chimiche siriane è stata caricata sulla nave danese" che dovrà portarle in Italia, ha spiegato il ministro degli Esteri Emma Bonino. La Ark Futura ha infatti caricato 27 tonnellate di materiale il 7 gennaio scorso a Latakia e attende per motivi di sicurezza al largo della Siria di poter caricare il resto una volta che le autorità siriane le avranno trasferite dai depositi al porto. Il mercantile danese salperà poi alla volta di Gioia Tauro scortata da navi militari di Russia, Cina, Danimarca, Norvegia alle quali si aggiungerà anche una della Gran Bretagna.

Intanto la nave Usa Cape Ray partirà dalla Virginia nei prossimi giorni e, secondo il Pentagono, impiegherà "due settimane" a raggiungere il Mediterraneo.

La distruzione e lo smaltimento:

Gli agenti chimici saranno quindi distrutti in acque internazionali, mediante idrolisi a bordo della Cape Ray, equipaggiata con due "field deployable hydrolysis systems" (due sistemi di idrolisi) e sulla quale viaggeranno 35 marine e 64 esperti chimici dell'Army's Edgewood Chemical Biological Center.

La Germania smaltirà 370 tonnellate di scorie prodotte dallo stesso procedimento di distruzione eseguito sulla Cape Ray. La Gran Bretagna distruggerà a sua volta altre 150 tonnellate di agenti chimici della categoria più pericolosa sul proprio territorio.

Per i "rifiuti" derivanti dalla distruzione degli agenti meno pericolosi, l'Opac ha indetto una gara d'appalto internazionale destinata alle industrie chimiche civili. Nessuna sostanza tossica verrà gettata in mare, ha garantito Uzumcu, spiegando che "è proibito dalla Convenzione sulle armi chimiche" e che "ispettori Opac saranno a bordo della Cape Ray per tutto il tempo dell'operazione".

Paesi coinvolti:

Oltre all'Italia, che ha fornito il porto di Gioia Tauro, i Paesi più coinvolti nell'operazione marittima e nelle successive fasi di distruzione, con navi, mezzi di terra, personale alla missione congiunta Onu-Opac, sono: Usa, Russia, Gran Bretagna, Finlandia, Danimarca, Norvegia, Germania e Cina.

I costi:

Il Trust Fund costituito per finanziare l'intera distruzione dell'arsenale chimico di Bashar al Assad ha raccolto finora 12 milioni di euro (altri 20 sono stati promessi) da 17 Paesi più l'Unione europea. L'Italia ha contribuito con 3 milioni di euro.

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